Visita a sorpresa n.1

Un lunedì iniziato così. Un lunedì frenetico e pieno.
Spesa grande ad Eunapòlis, città a circa 80km da casa nostra, dove una tantum andiamo a fare scorta di cibo e prodotti vari. La prima volta insieme a N.E, la prima volta come famiglia e la differenza si vede, eccome. Siamo venuti via carichi di pacchi, stanchi e inconsapevoli che il “bello” dovesse ancora arrivare!!
Faccio una premessa necessaria.
Da quando il nostro amore è arrivato a casa, mi sono trasformata nella casalinga perfetta. Non tanto per volontà o piacere, quanto nella consapevolezza di ricevere, prima o poi, la visita a sorpresa da parte degli assistenti sociali. Visita di routine, indispensabile per far andare avanti il processo di adozione, che nel nostro caso è ancora in corso e per quanto ne sappiamo non si chiuderà prima di qualche mese. Col termine “qualche” intendo un tempo assolutamente indefinito e non ipotizzabile, cosa che non mi lascia priva di preoccupazioni.
La casa, quindi, è stata ordinata e pulita, ogni giorno.
Ieri sono arrivata alla sera stanca morta, una stanchezza dovuta al bellissimo, ma anche micidiale binomio “mare + figlio”. Una domenica sera in cui mi sono fatta prendere dalla pigrizia e la casa è rimasta com’era… un caos totale.
La partenza frettolosa di stamani, ovviamente non mi ha permesso di riparare al danno.
Per qualche strana ragione, complotto cosmico o beffa del destino le cose accadono sempre quando non dovrebbero, ragion per cui appena arrivati nella nostra disordinata dimora, con N.E. con la bocca ancora sporca di mangiare, la cucina indecente, il letto sfatto, la cucina ancora colma di scatole di ogni genere, comprese svariate bottiglie di vino e numerose casse di birra… il campanello suona e dall’altro lato del citofono la psicologa che ci ha accompagnato nel nostro cammino, mi annucia il suo arrivo.

Attimi di panico, confusione e agitazione. Oltre a rabbia, per questa ironica tempistica.
La visita non sarà durata più di 20 minuti. Domande di routine sul bambino, sulla sua salute, su di noi e la nostra nuova vita insieme. Una rapida visita alla casa, contornata da mie innumerevoli scuse sullo stato attuale. Ma da giovane donna quale è, la comprensiva psicologa, mi risponde che la sua è sempre così e senza aver figli, aggiunge. Mi tranquillizzo… che non è il termine più adatto. Ci chiede se abbiamo fatto foto e le mostriamo alcune delle mille e ottocento fatte in un solo mese. Sì, siamo malati di istantanee, ma come si fa a non immortalare qualcosa di così bello!!! Ci chiede se ci è cambiata la vita e mentre rispondo, nel mio portoghese confuso dall’emozione, gli occhi mi si riempiono di lacrime.
Mi emozionerò sempre al pensiero di quanto incredibile sia la storia d’amore che ci ha fatto incontrare e di quanto la presenza di N.E. sia diventata indispensabile, tanto da avere l’impressione che Lui ci sia sempre stato.
Prima di lasciarci, le domando informazioni sui tempi per chiudere l’adozione del nostro amato figlio e la risposta non promette niente di buono. Un  paio di mesi per le visite, non più a sorpresa per mio sollievo e poi tutto dipende dal tribunale, il che equivale ad un grande, enorme punto interrogativo.
Ecco com’è andato questo caotico lunedì. Ovviamente un paio d’ore dopo la casa era nuovamente perfetta… meglio tardi che mai.

 
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