Riflessioni a caso

“Lo capirai quando sarai mamma!!!”
Frase che ultimamente risuona con insistenza nella mia testa. Perché realmente mica è possibile rendersi conto di cosa vuol dire essere mamma fino a che non lo si diventa.
E poi aggiungiamoci che il mio modo di essere diventata mamma non è esattamente il più consueto e naturale. Adottare è oggi abbastanza comune, ma non per questo la strada che ho percorso è meno bizarra.
Bizzarra. Io stessa mi sento così in certi giorni.
La decisione di adottare è stata presa ad inizio anno.
L’idea c’è sempre stata e bla bla bla… ed è ovviamente partita da me. L’ovviamente è d’obbligo, primo perché sento nelle mie orecchie le ipotetiche risposte di chi mi conosce bene, che sarebbero più o meno queste:
– “l’hai deciso tu? nooo, ma non mi dire”
– “te le cose normali mai!!!”
– “l’avevi sempre detto”.
Secondo perché la verità è che io effettivamente prendo le decisioni, o meglio, mi riempio la testa di idee per lo più malsane, ma è anche vero che ho accanto l’uomo che le mette in pratica. Sempre.
E’ un uomo assurdo mio marito. L’uomo perfetto: bello, intelligente, simpatico e grande nel suo lavoro. Poi c’è il resto, che è riservato a me: il suo lato un pò matto, il suo lato orso (!!!) e più di tutto il suo lato magico. No, non ha niente a che vedere col romanticismo, anche se è bravo anche in quello, ché a me tanti fronzoli non piacciono e allora qualcosa di carino fatto raramente vale mille volte di più… ma torniamo al magico, sì, perché lui riesce a realizzare ogni mio desiderio.
Io sono la mente, lui il braccio. Non si limita alle parole, lui agisce.
E’ incredibile!!! Chi non vorrebbe un uomo fichissimo sotto ogni punto di vista che mette in atto i tuoi piani più folli, realizzando sogni bellissimi in ancor più belle realtà?!!
Sono fortunata. E quindi, ignorando questo raro attacco di dolcezza verso il mio Lui che è bene non ci faccia l’abitudine (sì, lo so che leggi i miei post, furfante!!!)… la nostra voglia di adottare è diventata concreta nel mese di gennaio.
Decisione presa andando contro al pensiero comune di NON:
– adottare a trent’anni
– adottare prima di avere figli bioligici (o in provetta!!!)
– adottare in generale, perché l’adozione nell’immaginario comune è sempre fonte di problemi.
Parenti e amici hanno detto la loro. La stragrande maggioranza ci ha consigliato di aspettare (un modo carino per dire cercate di avere un figlio biologico e vedete come vi passa la voglia di adottare). Ma devo anche dire però che nessuno ha disapprovato, scoraggiato o, in qualche modo, ostacolato la nostra decisione. Non avrebbe cambiato niente ed è stato bello avere l’appoggio delle persone importanti lontane.
E’ tutto così irreale quando adotti e non c’è modo di arrivare preparati a quel giorno.
Non sai chi sarà tuo figlio, non sai come sarà, l’età, il sesso (bé, quello noi lo sapevamo!!!), non ci sono corsi pre-qualcosa, non ci sono Baby Shower, nel nostro caso non c’erano nemmeno persone vicine pronte a correre in aiuto con consigli pratici.
Non ci sono nove mesi per farci l’idea, non ci sono ecografie, non c’è un corpo che cambia, non puoi fare progetti o programmi. Anche preparare la camerina è difficile, un pò per scaramanzia, un pò perché non si sa bene cosa comprare.
E’ tutto nella testa, un’idea, un sogno, un desiderio. Che son ragioni sufficienti e forti per cercare di arrivare, ma non lo sono abbastanza per prepararti a quello che ti aspetta. Una vita in tre. Una famiglia. Un figlio in carne ed ossa, con esigenze e bisogni. Con momenti di sconosciuta ed incredibile felicità e momenti di incontrollabile follia.
E’ difficile essere mamma ed è ipocrisia dire che è solo una cosa meravigliosa, perché lo è senza dubbio, esattamente come e quanto è difficile esserlo.
Io sbaglio continuamente.
Sbaglio quando pretendo che il mio nano capisca i divieti, sbaglio quando mi ostino a volerlo far smettere di ciucciare il dito (questo punto merita un post a parte), sbaglio quando lo sgrido perché sono stanca e lui è intrattabile, sbaglio quando cerco di fargli mangiare una pappa che proprio non vuole, sbaglio quando mi innervosisco perché non vuole dormire… e questo è lo sbaglio più grande visto che mio figlio dorme in media undici ore filate a notte e mi meriterei uno schiaffo per ogni mamma che invece passa le notti ad allattare, cullare e calmare il suo bambino che invece di dormire non ne vuole sapere.
Ma sono un essere umano imperfetto e come tale sono un errore costante.
I primi giorni ero fuori di me, parlare di paura è un eufemismo. Per la prima volta mi sono resa conto di aver fatto un passo dal quale non si torna indietro. Odio le cose definitive, odio non avere una via di fuga e in quel momento ancora non avevo capito che non c’è assolutamente niente da cui scappare.
E’ il tempo che insegna, l’esperienza che aiuta e l’amore che calma anche gli animi più irrequieti, come quello mio.
Da una madre ci si aspetta solo parole belle e dolci. Ma io sono piena di contraddizioni e diventare mamma non fa di me una persona diversa. Il mio caratteraccio non migliorerà, la mia impazienza non scomparirà e quella che ero è la stessa persona di oggi, anche se accanto al mio nome c’è la parola mamma.
Poi che c’entra, essere mamma è davvero l’emozione più grande che ci sia, questo l’ho imparato ed era vero quando me lo dicevano. Non esiste mica una gioia più grande!!!
“Lo capirai quando sarai mamma!!!”
Ad oggi, poco più di due mesi col mio amore, ho capito molte cose, tante ne ho imparate, altre aspettano di essere scoperte.
E mai prima d’ora il mio futuro mi è parso così eccitante.

 
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4 Comments

  1. alessia Marzo 20, 2014 at 6:01 pm

    e insomma ti scrivo qui in questo post, lontano dai riflettori di questo momento.
    Mi dispiace tantissimo, perché credevo "ce l'avessi fatta" ( eppure so bene che quella frase si possa pronunciare davvero con serenità, quando -appena fuori di te- lo senti piangere).
    Ti conosco da poco ma in questi ultimi giorni ho letto molto.
    Mi sono fatta rapire da alcuni tuoi post e così non ho resistito ad andare indietro nel tempo, sempre più indietro.
    Sei bella quando scrivi così come quando racconti di te, della tua vita attraverso le immagini.

    Sei una ragazza determinata e quando sarà il momento, immagino, tenterai ancora.

    Però, lasciami dire che mi hanno emozionato così tanto i tuoi racconti su Noah.
    Proprio questi quaggiù, lontani e senza commenti.. che meglio mi hanno fatto percepire l'amore di una mamma che nasce e cresce insieme al suo bambino.

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    1. Il Frutto Della Passione Marzo 21, 2014 at 8:48 pm

      Rispondo a te, proprio perché lontano dai riflettori.
      Mi fa piacere che tu abbia letto la mia storia con tanto trasporto. Il capitolo relativo all'adozione, quel viaggio meraviglioso che mi ha portato fino a mio figlio, è una parte stupenda della mia vita e sono felice di averla raccontata. Ho cercato di fissare le emozioni, congelandole per sempre.

      E' quello che ho fatto poi, con la fecondazione assistita.
      I commenti sono stati una conseguenza non ricercata o voluta. Probabilmente l'argomento è più comune e include molte più donne, che si rivedono nella mia storia. Quella con N.E. è una storia unica, l'adozione nazionale in Brasile di due italiana , è cosa rara.

      Attualmente sto passando giorni difficili. Di confusione e incertezze.
      Per questo motivo, ho deciso di tenere tutto per me. Almeno fino a che la cosa prenderà una posizione certa.

      Grazie per avermi scritto. Grazie per la sincerità.

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    2. alessia Marzo 26, 2014 at 12:13 pm

      stavo per commentarti di là..ma poi sono ripassata qui.
      Si vede che, leggendo l'ultimo post, ho "sentito" che avevi risposto 😉
      Sono contenta per te, io posso dirlo in fondo..posso lasciarmi andare un po' all'entusiasmo e spero,col tempo, anche tu possa alleggerire il peso di questi primi passi.
      Certo sarebbe bello vivere la gravidanza come una donna "normale", ma quando fai esperienza dell'abisso diventa più normale proteggersi…

      La partecipazione collettiva ha i suoi aspetti positivi. L'ho vissuta anch'io quando era il mio momento. Anch'io ero consapevole delle proiezioni che altre donne avrebbero avuto con la mia storia.

      In genere non amo molto i blog affollati ma quando ho parlato di questa serie di post senza commenti volevo solo dire che fosse un peccato.
      Proprio perché erano bellissimi quanto i più recenti. Mi sono sembrati "ingiustamente" trascurati dalle persone. D'altra parte però ho apprezzato il silenzio che si respirava e per questo, ti ho detto, sono riuscita meglio a percepire le tue emozioni di neo-mamma.

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    3. Il Frutto Della Passione Marzo 27, 2014 at 2:02 am

      Sono felice della tua scelta di continuare a scrivermi qui. È un pò come fosse una conversazione intima, pur trovandoci su un post pubblico.
      Spero anche io che il tempo e il destino mi concedano l'opportunità di guardare questa gravidanza col sorriso, ma è ancora troppo presto e il dolore dei giorni passati ancora troppo vivo.

      Ho riconosciuto il tuo blog. Ci ero già stata tempo fa, non saprei dire esattamente quando. Ricordo la tua storia e il lieto fine.
      È uno di quelli che mi hanno dato speranza, che mi hanno permesso di crederci.

      Trovo che condividere sia di aiuto, soprattutto quando la vita mostra il suo lato più difficile. Non mento quando dico che tutti quei commenti mi danno forza, mi tengono la testa occupata e mi trasmettono calore in questa parte di mondo lontano.
      Soprattutto quelli di chi sa esserci nel momento di gioia, perché per assurdo nel dolore ci sono sempre più presenze!!

      Per quanto riguarda la storia di N.E., concordo col tuo punto di vista. Penso sia una favola stupenda e questo silenzio la custodisce degnamente!!

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