Quando si sceglie una vita diversa, una vita dall’altra parte del mondo, una vita lontana dagli affetti che ti hanno sempre circondata, non si può colpevolizzare nessuno se le cose sono un pò più complicate.
Dire un pò, nel nostro caso, è un eufemismo. Ma è anche vero che il termine complicato va di pari passo col termine eccitante, stimolante ed inaspettato. Tutti aggettivi che rendono la nostra strada unica.
I mesi passati in compagnia della mia famiglia al completo, sono stati mesi di riflessione, oltre che pieni zeppi di Vita.
Ci sono stati momenti di divertimento, tanti, momenti di litigi, pochi e momenti di tensioni, a tratti.
Sono successe tante cose che rimarranno indelebili nei nostri ricordi. E’ stato un tempo meraviglioso.
Poi, puntuale come un orologio svizzero, arriva la partenza, l’addio.
La mia famiglia torna alla base ed io rimango qui. Tra di noi, come di consueto, ottomila schifosissimi chilometri di distanza.
E’ un momento difficile. Per due mesi e mezzo mi sono abituata ad avere qualcuno accanto a me, ininterrottamente. Mi sono abituata a fare le cose insieme, a dividere i compiti di casa, ad avere un aiuto sotto ogni punto di vista. Mi sono abituata a parlare, a stare in compagnia. Mi sono riabituata a convivere con loro, nel bene e nel male.
E adesso più niente.
Ho mio marito e mio figlio, che sono la mia vita. Ma quella era una cosa diversa, mia sorella prima e anche mia madre, dopo. Le mie donne. E litighiamo, ci scontriamo, ci detestiamo a tratti, ma sono la mia famiglia e nessuno come loro sa fare presenza. E siamo stati bene insieme, tanto. Sappiamo divertirci come pazze, sappiamo ridere e scherzare, sappiamo dare sale, tanto sale, alla vita. Siamo esplosive insieme, in tutti i sensi del mondo.
Stamani il cielo di Porto Seguro ha pianto insieme a me la loro partenza. La saudade batte alla porta con insistenza ed io mi preoccupo di non aprirla, non ancora, almeno finché non avrò rilucidato la mia corazza ormai rodata e funzionante, che da qualche mese avevo messo via.
Sono stata me stessa, sono stata libera e non so se sia stato un bene. Ho proprio un caratteraccio io e poco autocontrollo quando si parla della mia esageratamente forte personalità. Sono prima donna, lo sono sempre stata e fatico a mettermi da parte. Non per niente mi chiamo EVA.
Ma non per questo amo meno, non per questo sono meno grata a loro che hanno reso questo periodo allegro, diverso e pieno d’amore. Hanno dato a mio figlio un amore così grande da farmi commuovere. Gli hanno dato la famiglia che non ha mai avuto, sono state una nonna e una zia esemplari. Perfette.
Non so come andrà domani, non so vivere niente che non sia il mio presente. E così faccio.
Ho imparato a mie spese che fare progetti, programmi non mi è concesso, non in questa vita confusa e bizzarra che mi sono scelta, che mi è capitata anche.
Ho imparato che posso tutto da sola, ma che in compagnia può essere più bello.
Ho imparato che un abbraccio è in grado di far dimenticare mesi, anni di lontananza.
Ho imparato che non ci si abitua mai alle partenze, agli arrivederci, agli addii.
Ho imparato che niente dura per sempre e che il domani è una continua sorpresa.
Ho imparato che per quanto uno si crei uno scudo, l’amore riesce ad entrare dentro, lasciandoti vulnerabile.
Ho imparato che la famiglia fa la differenza, anche quando scappi per tutta la vita, anche quando credi che non sia così.
Ho imparato che non importa in quale luogo nel mondo vivi, importano gli amori e le persone.
Adesso ho come la sensazione di dover ricominciare, ancora una volta, tutto da capo. E’ così che va la mia vita, un costante iniziare qualcosa che già esiste, un continuo mutamento, un oggi diverso da ieri e da domani.
E guardo mio figlio che dorme nel suo lettino, guardo gli occhi di mio marito che ancora luccicano dopo quasi otto anni d’amore. E sono fortunata.
Per quello che ho avuto in passato, per quello che ho nel mio presente e magari, anche per quello che verrà in futuro.
Ogni volta che ti leggo , mi commuovo !
Grazie !