“Giuri di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. Dica lo giuro.”
Era da tempo che pensavo a come e, soprattutto, se scrivere queste parole.
Io non credo nella verità. Sono più propensa alle sfumature, alle bugie a fin di bene, al vedo non vedo. Tra il bianco e il nero, spesso scelgo il grigio.
Non credo che esista niente di definitivo.
Non credo che dire sempre quello che si pensa sia sintomo di intelligenza o sincerità. Credo invece che sparare a zero fatti, pensieri e opinioni sia spesso controproducente.
Credo nel tatto e nella sensibilità, credo nell’evitare giudizi o critiche gratuite che la maggior parte delle volte non sono costruttive, non interessano o peggio, non creano altro che ferite.
Le parole sono maledette, graffiano, tagliano e si deve stare molto attenti a come le si usa. Da impulsiva quale sono, ne so qualcosa. Da romantica quale sono, ne conosco i sintomi e il degenero.
Le parole posso guarire o uccidere. Le parole sono una malattia, creano dipendenza e illusione.
Intangibili, eppure pericolose. Le parole si perdono nel vento, eppure non se vanno mai.
Parole che raccontano sentimenti come l’attesa, il dolore, il vuoto, la mancanza. Parole che mordono dentro. E non svaniscono prima di aver lasciato un segno indelebile. Cicatrici.
Questa storia è breve. Comincia a gennaio di quest’anno, mese che nella mia vita ha sempre creato confusione, novità, gioia e dolore.
In questo mese nell’arco della mia vita ho fatto tante cose, tra le quali: ricominciare un percorso, viaggiare lontano, lasciare un lavoro importante, cominciarne un’altro, fidanzarmi con l’uomo che amo, da allora festeggiare il suo compleanno ogni anno, sposarmi con quello stesso uomo, perdere mio padre, vedere gli occhi di mio figlio per la prima volta… scoprire di non poter avere figli biologici.
Sì, a gennaio di questo assurdo 2012, abbiamo avuto la conferma che per noi avere un figlio di pancia sarebbe stata l’ennesima battaglia.
Dopo sei mesi di tentativi falliti pieni di frustrazione, trascinata dalla mia impazienza, siamo riusciti a trovare un motivo a quella attesa che sembrava non avere fine.
Non possiamo procreare naturalmente e non si tratta di “stai tranquilla che poi arriva”, “appena smetti di pensarci arriva”, “fatevi un viaggio così vi rilassate”.
Perché, nella nostra condizione, non arriverà niente. Non col metodo tradizionale almeno.
In quel momento le sensazioni sono state di vuoto, misto ad incredulità, paura, terrore e panico. Realizzare che l’incubo peggiore per una donna è realtà, ti getta in una disperazione tale da non riuscire a vedere una via d’uscita. Entri in un baratro, in una follia mentale che non è possibile raccontare.
Quel posto è buio, vuoto e freddo.
Lasci che il tuo corpo e la tua anima si frantumino, lasci pezzi ovunque, li perdi sapendo di non poterli mai più rimettere insieme. E con loro anche la tua vita, così com’era, non tornerà mai più. Devi cambiare, ricominciare da zero. Perdi la speranza, smetti di credere, chiudi con le illusioni. L’esistenza smette di avere un senso, non pensi più che ci sia una grazia in tutto quello che è stato e sarà.
Ti perdi in un luogo sconosciuto. E piangi. Ancora e ancora. Continui a piangere, fino a che dai tuoi occhi non escono più lacrime, ma solo tristezza. Di quella che non puoi nemmeno mostrare al mondo, tanto è profonda.
Il tuo petto urla, resta un cuore posticcio che continua a battere, sputando rabbia e angoscia. Tormenti il cervello con pensieri che non porteranno a niente.
E’ una perdita, un lutto. In niente si distingue da una morte.
Una montagna di macerie è tutto quello che rimane di te e non puoi far altro che ripartire, cercando di ricostruire un qualcosa di simile a ciò che avevi. Senza un disegno predefinito. Un pezzetto dietro l’altro, lentamente. Senza pretese.
Cerchi di tornare donna. Ed è questa la parte più difficile, combattere la sensazione di essere strana, sbagliata, diversa, inutile. Un fottutissimo freak.
Perché una donna con un ventre vuoto, freddo e inutile, può davvero essere definita tale?
Ho un carattere forte, che in ogni occasione difficile mi permette di risalire in superficie. Dalla cenere rinascere apparentemente perfetta, stabile.
Ed è quello che ho fatto. Sono partita riordinando le mie idee, allineandole una dietro l’altra al meglio. Un abbozzo di ordine. Valutando nei momenti di lucidità ogni possibilità, ogni strada percorribile.
Dovevo occupare la mia testa fuori controllo con qualcosa di concreto, con un progetto. Folle o realistico non aveva importanza, dovevo ricominciare a credere che un giorno il mio desiderio più grande si sarebbe avverato, in una maniera o in un’altra.
Ho iniziato a correre. Faccio così ogni volta. Mi scontro col destino, fottendomene delle sue regole, infrangendole e prendendomi quello che voglio.
Il nostro “piano A” è stato fin da subito l’adozione.
Quando dico che già era nella nostra mente, non intendo dire come pensiero o desiderio. Che non c’è niente di male a dire: “ho sempre sognato di adottare un bambino”, ma per tornare alle sopracitate parole, è così facile usarle e non fare niente.
Ne parlavamo da tempo come di una cosa da fare. A conferma di questo ho la mia famiglia, le mie amiche che ricordano i miei discorsi al riguardo pochi mesi prima, quando ancora inconsapevole pensavo di poter creare una famiglia secondo la mia volontà. Illusa!! A conferma anche la nostra presenza in diversi istituti, luoghi pieni di piccoli cuori che battono e occhi che parlano.
Così abbiamo continuato a muoverci su quella strada che avevamo già, a piccoli passi, intrapreso.
E’ stata una scelta ovvia, naturale. Non abbiamo valutato alternative.
Solo che invece che in punta di piedi, ci siamo lanciati in corsa, con forza, per trasformare quell’obiettivo in realtà.
Ho già parlato di questo in vari post, il mio blog parla proprio del nostro percorso verso N.E.
E siamo felici, felici, felici di questa scelta diversa. Non poteva essere in altro modo.
Perché nessuno si aspetta che due ragazzi giovani prendano questa strada, almeno non prima di aver tentato l’impossibile.
L’adozione è quasi sempre vista come l’ultima spiaggia. Il “piano B”.
Noi, contro l’opinione generale, abbiamo deciso di realizzare questo sogno. Riuscendoci.
Oggi sono mamma di un bambino meraviglioso. Sono mamma. E mai in vita mia sono stata così sicura di qualcosa come in questo caso.
Poi ci sono i sopracitati giudizi. Quelli stupidi, quelli di chi non ne sa niente, di chi spara opinioni non richieste su cose che non conosce.
Temo certe persone e non per me stessa, ma perché sono le stesse con cui un giorno avrà a che fare il mio bambino. Le stesse che un giorno potrebbero ferirlo.
Solo una mamma di cuore e pancia può dire se possono esistere davvero differenze nell’amore o nel legame verso i propri figl.
Siamo liberi di avere ognuno la propria opinione. Ma le parole… bisogna avere cura delle parole!!
Ed io spero un giorno di essere questo tipo di madre. Sono quasi certa che lo sarò o quantomeno voglio crogiolarmi nell’illusione che un giorno potrò provare anche l’emozione di una gravidanza e un parto.
Allora parlerò a voce alta e non ammetterò repliche.
Il nostro “piano B” è la fecondazione assistita. Eppure dubito che qualcuno verrà mai a chiedermi se avere uno o più figli biologici sia stato un ripiego. E’ tutto così scontato, prevedibile. Il pensiero della maggioranza lo è.
Non la mia vita, né tantomeno il mio futuro.
E non c’è ipocrisia o prosopopea nel mio parlare a cuore aperto. Sto sputando la mia anima, sto servendo su un piatto d’argento il mio muscolo pulsante, così com’è, rosso e vivo, pieno d’amore per mio figlio e sporca del dolore per quello che non ho potuto avere, che mi è stato negato.
Ma il cuore non è fatto di un solo ambiente. Il cuore ha tante stanze, dicono. L’amore per qualcuno non preclude quello per qualcun’altro. Come si fa, quindi, a credere di poter amare un figlio, piuttosto che un altro??!!
Faccio il solito esempio che, nella sua banalità, spiega perfettamente il concetto.
Se un giorno qualunque suonasse il vostro telefono e dall’altra parte della cornetta qualcuno vi dicesse che vostro figlio, il bambino che avete cresciuto e amato, non è vostro – biologicamente parlando – ecco, da quel momento, quello stesso figlio sarebbe realmente meno vostro??
Non è necessario rispondere.
Poi ci sono da prendere in considerazioni tutte le variabili. Io so di essere stata vergognosamente fortunata. La nostra storia ha uno svolgimento diverso da quello consueto, è certamente unica.
Ma una storia meno incredibile, non cambierebbe il presente.
Sono Mamma, con la emme maiuscola. Una madre di “serie A”, tanto per rimanere in tema. Il mio stato non differisce in niente da chi, madre, lo è divantata partorendo il proprio bambino.
Se c’è una differenza, perché c’è ovviamente altrimenti il cammino non avrebbe il peso che ha e le cose non avrebbero un valore proprio e profondo, questa diversità riguarda esclusivamente la donna e i suoi bisogni in quanto tale.
Quello che sempre mancherà ad una mamma adottiva, o almeno che manca a me in quanto tale, è la sensazione di diventare madre. L’attesa nel mio caso è diversa, meno certa, intangibile, irreale. Oggi col mio piccolo di quasi quattordici mesi e con tutto il meraviglioso, quanto faticoso da fare che porta con se, io non sento il bisogno immediato di un altro figlio.
Quello che invece non smette mai di fare male, quello che l’adozione non riesce totalmente a curare, è questo vuoto dentro, proprio all’altezza della pancia, questa necessità di sentire crescere un esserino dentro di se, questa urgenza di dare la vita, di sentirsela dentro, di vedere il proprio corpo cambiare, di fare un maledetto test e veder comparire due linee, di vedere il proprio uomo piangere di fronte a quelle stesse linee, di chiamare le persone amate per annunciare il lieto evento, di sentire muovere il frutto dell’amore dentro di se e scorgere in quel piccolo viso, un giorno, gli occhi o la bocca dell’uomo che ami.
Questi son bisogni che rimangono dentro, forti. Come bestie continuano a mordere dove più fa male.
E’ così. Quel dolore non passa.
E quando sembra scomparso, basta un ricordo, un’immagine, l’incontro con una donna che con naturalezza vive quello che per te è impossibile ed eccolo lì, potente più di prima. Pronto a colpire.
La vita ha scelto per noi una strada alternativa. Dato di fatto. Noi l’abbiamo contorta ancora un pò con la nostra scelta. Altro dato di fatto.
Forse [oggi la mia sincerità è disarmante!!] prendere questa strada a tratti mi è sembrato quasi più semplice. Mi ha permesso di calmare questa ansia di maternità e di lasciarmi aperta l’altra strada, quella per avere un figlio biologico, da seguire senza furia né paura che qualcosa possa andare storto.
In questo modo se così dovesse essere non farà meno male, ma non passerò gli anni a venire piangendo su un qualcosa che non arriva. Sola, perché è così che ci si sente, anche con un uomo accanto.
Mio figlio è al mio fianco, è la mia vita ed è l’unica cosa che conta.
No, non c’è niente di facile nella mia scelta.
Si tratta solo di seguire quello che ci fa stare bene, quello che si ritiene migliore per creare la propria famiglia, che non sarà quella del mulino bianco, ma che è pur sempre la propria!!
E sì, indipendentemente da come andrà, indipendentemente dall’arrivo del nostro altrettanto desiderato figlio biologico, un giorno entrerà a fare parte della nostra famiglia un’altro esserino che qualcuno ha deciso con coraggio di mettere al mondo, senza però avere le condizioni per crescerlo.
Adotteremo ancora. Domani o tra qualche anno non lo so, ma lo faremo.
Questo è il mio punto di vista di madre adottiva. Opinabile quanto sincero.
Non ho link da postare a conferma di teorie più o meno valide. Lascio che le risposte sia la vita a darmele, a costo di non averne mai.
Perché pensandoci bene, non sono le domande né le risposte che importano.
Conta vivere al massimo ed è quello che cerco di fare.
Perché si può soltanto esistere o scegliere di vivere. Ed è questo il primo passo importante da fare.
E adesso che outing è fatto, che mi sono spogliata, che ho distrutto ogni difesa, provo una sciocca sensazione di leggerezza.
Il prossimo anno è una grande incognita, se possibile sarà più frenetico di quello passato. Ci attende una nuova avventura, quella della fecondazione assistita, che si aggiunge ad una adozione da finalizzare, alla mia vita da straniera, ai viaggi per tornare in patria e alla mia quotidianità di mamma.
Insomma, un gran macello.
Queste pagine saranno il mio diario di viaggio.
E che Dio, o chi per lui, ce la mandi buona!!
mi piace la tua sincerita' 🙂
non so bene quale sia il tuo passato (poco alla volta andro' indietro), invece io.. vabe', prima o poi faro' outing nel blog pure io ma intanto te lo scrivo qui
dicevo, invece io… avevo pensato di tentare un'altra in-vitro, ma poi ho capito che non era la strada giusta
prob la differenza con te e' che l'ho gia' provata quella strada, ma mi ha portato solo dolore, tanto dolore, e non credo di essere in grado di ripercorrerla
per fortuna l'invidia della pancia (chiamiamola cosi) non l'ho mai avuta, quindi resto su questa strada
[poi certo i miracoli possono sempre succedere]
Ho dovuto prendere un bel pò di coraggio per scrivere queste parole!!
Avevo letto la tua storia, anche se non ne conosco i dettagli. Il dolore di cui parli non l'ho mai provato ed è quello che più mi spaventa.
Adesso sono io che abbraccio te.
La nostra strada è quella giusta, indipendentemente da tutto, però sento di non poter lasciare niente di intentato.
E per quanto riguarda i miracoli… continuo a sperarci anche io, ogni ventotto giorni circa 🙂
Ciao, grazie per avermi raccontato dei tuoi mostri invisibili a cuore aperto.
Posso solo immaginare il tuo/vostro dolore, e ascolto in silenzio.
Io l'attesa l'ho vissuta per quasi 6 mesi, sentivo muovere l'esserino dentro di me, pensavo a questo Febbraio che me l'avrebbe portata, poi invece è andata diversamente, e il vuoto della pancia è tornato, pesante.
Per affrontare le salite bisogna avere speranza, determinazione e gambe forti, e tu ne hai da vendere, io ti ringrazio per come sei oltre il Dolore.
E ti mando un grosso abbraccio da quest'altra parte dell'Atlantico, da un paese dove il Brasile si respira in ogni centimetro di aria.
Anche io posso solo immaginare il tuo di dolore.
Conosco la tua storia. Ti seguo in silenzio. E' che sono fatta così, quando non conosco un dolore, quando è grande come quello tuo, mi sembra sempre di non trovare le giuste parole.
La speranza ci serve per continuare a credere che le cose belle accadono, nonostante tutto. La forza per superare ostacoli che ci sembrano insormontabili.
E anche tu ne hai da vendere.
Ti abbraccio forte anche io, da un paese che parla la stessa lingua del tuo. Anche se la lingua più bella, quella che permette di avvicinarci, è quella del cuore.
Grazie per avermi scritto, grazie davvero.
ciao…
sono qui perchè sei passata da me ieri e piano piano ti sto seguendo.
Sono felice che Marica sia già passata da queste parti perchè volevo lasciarti il suo link per farti leggere la sua storia.
Hai ragione, la nostra storia è diversa, ma siamo entrambi mamme.
Credo che qualsiasi scelta sia legittima se fatta con il cuore.
Io combatto contro chi mi giudica "accanita" a volere un figlio biologico, poi c'è quello che ti dice di adottare, poi c'è quello che ti dice di fare l'eterologa, prima di fare la pma c'era quello che ti diceva che l'unica strada era quella, quando cercavo un figlio naturalmente da pochi mesi c'era quello che mi diceva che mi dovevo sbrigare che "era ora", poi quando lo cercavo da tanto tempo c'era quello che mi diceva che dovevo prendermi una pausa che non c'era fretta.
Io non dico mai niente a nessuno.
Sono scelte così intime ed istintive che non riesco nemmeno pensando di dare un consiglio di riuscire a dire la cosa giusta per chi mi sta davanti anche se è una persona a cui voglio bene.
Voglio dire che qualsiasi decisione si prenda per riuscire a "dare una possibilità ad un altro individuo di vivere", è in ogni caso coraggiosa, legittima ed encomiabile, "solo" perchè in quel momento ci si assume la responsabilità per l'altro, dove "l'altro" è tuo figlio.
E così, vale per i miei figli che sono passati per la mia pancia e che son volati via e che io continuo a chiamare, e vale per tuo figlio che ti ha scelto pur non passando per la tua pancia, e vale per quelli che potenzialmente saranno concepiti da voi due.
Ti seguo.
Io sono romana.
Ti faccio da ponte con la tua città di origine se vuoi.
🙂
Sono totalmente d'accordo con te.
Quando si vivono storie fuori dalle righe, i giudizi si sprecano. E' così facile dispensare consigli gratuiti.
A volte le nostre decisioni possono sembrare bizzarre, ma vaglielo a spiegare che una mamma sente dentro qual'è la strada giusta da prendere. Perché qualunque essa sia, sarà la migliore per il bene dei nostri figli. Per quelli in terra, per quelli in cielo, per quelli che non sono arrivati mai e per quelli che arriveranno un giorno nelle nostre vite.
Continuo a seguirti e sì, sarei felice di averti come legame con una città che amo profondamente.
Grazie per le tue parole.
questo post è bellissimo, sono grata a Lucy che ci ha fatte conoscere!
Ti capisco in tutto. La nostra storia è un pò all'incontrario rispetto alla vostra, ma non so come anche molto simile nelle sue sfumature, nei suoi sentimenti, nel modo di vedere le cose… Siamo madri con la M maiuscola entrambe e per questo riusciamo ad avere una forza in più. Siamo fortunate. Come siano arrivati i nostri bambini non è importante, abbiamo dei sogni per i prossimi esserini che verranno a cambiarci la vita, ma sappiamo entrambe che la cosa importante è il viaggio che si farà insieme. Siete bellissimi, tuo figlio è una piccola meraviglia e come dico sempre io l'adozione non è l'ultima spiaggia, solo un'altra spiaggia. Ognuno trova la sua e la fa sua. In bocca al lupo per tutto!
Sono felice anche io di averti incontrata.
Credo che l'affinità tra donne sia una cosa naturale, che esiste oppure no. Ci aspetta un cammino lungo e per niente facile, spero che entrambe saremo in grado di coglierne il lato più bello!!
Un grande abbraccio.
Ti ho gia' scritto che ammiro la tua lucidita'? Hai una capacita' incredibile di scavare nell'anima e trovare le parole giuste. Ammiro la tua onesta' intellettuale, ammiro il tuo (il vostro) coraggio, ammiro la maturita' con cui hai saputo comprendere che un limite e' una risorsa, per dare voce ad un desiderio presente da sempre.
Il tuo blog e' speciale perche' e' raro trovare una tale capacita' di esprimere le emozioni. Sono sicura che in parte e' cosi' grazie al percorso che hai deciso di fare, ma il resto e' tuo, della persona che sei, e lo si vede anche nelle tue foto, nel tuo sorriso aperto e negli occhi innamorati. Non hai paura, e questo mi piace tanto. Un abbraccio grande grande.
Oh Lucy cara!!
Le tue parole mi fanno tanto piacere. E' un pò come vedersi da fuori, da un punto di vista differente. Quello che penso di te lo sai già. Te l'ho scritto in pvt e sono tante cose belle.
Grazie per l'incoraggiamento. Grazie di cuore.
ciao, ho 30 anni e anche io inseguo senza sosta quell'insistente e magnifico desiderio di diventare mamma da quasi 2 anni…è da un pò che navigo in internet e leggo forum e blog in cerca di donne come te, cioè Donne che hanno dovuto percorrere una STRADA IN SALITA per realizzare il forte desiderio di diventare madre e chi come me la sta ancora percorrendo; sono appena approdata nel tuo blog e la tua storia mi ha toccato dritta al cuore…in molte cose mi ci sono ritrovata( nel carattere e nella forza)…ti ammiro tanto e spero di trovare la forza di proseguire in questo duro cammino….non ho ancora intrapreso il percorso della PMA, ma ci penso spessissimo e le storie di tutte voi mi danno un' enorme forza…proprio quella che mi serve per decidere di cominciare questo nuovo percorso…scusa se mi sono dilungata, ma come ti ho detto mi hai toccato il cuore e aprirmi con te è stato semplice…in bocca al lupo per il tuo nuovo percorso!!!…senza impegno se er un saluto, il neoblog è http://magarimamma.blogspot.it/
un abbraccio!!!!!
Ciao!! Sono felice tu abbia deciso di scrivermi e raccontarmi un pezzetto della tua storia. Tra le pagine di internet, avrai scoperto che siamo davvero tante a percorrere questo viaggio!! Anche quando la strada è in salita, possiamo arrivare dove vogliamo.
Ti faccio un grande in bocca al lupo, qualunque sia la strada che sceglierai!!
Passerò a trovarti sul tuo blog 🙂
Un abbraccio
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