Qui
in Brasile l’adozione è molto comune e viene vissuta in maniera decisamente
naturale.
Avevo già fatto un quadro più o meno tecnico in questo post scritto solo dieci mesi fa, quando ancora non avevo idea di quante sorprese mi avrebbe riservato la vita.
Lo stato in cui abito, Bahia, rimane quello col maggior numero di bambini abbandonati, purtroppo. Nella mia città il rapporto tra bambini e potenziali genitori è piuttosto equilibrato, il che permette tempi di attesa brevi rispetto alle grandi città, che invece sono molto vicine alla realtà italiana.
Qui si parla esclusivamente di adozione nazionale.
Nonostante il Brasile sia un paese multietnico, si ripresenta molto spesso il problema del colore della pelle [di preferenza bianca], del sesso [di preferenza femminile] e dell’età [di preferenza entro i due anni].
La maggior parte delle persone che decidono di adottare ha più di quarant’anni. Rari sono i casi di coppie, come noi, che decidono di adottare a trenta. Nella nostra città siamo stati gli unici.
La giovane età però non implica necessariamente l’essere abbinati [espressione orribile!!] ad un neonato. In Brasile sono i pretendenti a scegliere. Basta sapere che nostro figlio è arrivato a casa con otto mesi d’età e una coppia sui cinquant’anni, che era al corso con noi, ha adottato Miguel, un delizioso carioca [=nativo di Rio de Janeiro] di nove giorni.
Queste però non sono che statistiche, dati, numeri e analisi.
Poi c’è il lato reale, quello fatto di esperienze, di persone vere, di storie di vita. Il punto di vista che a mio avviso conta davvero.
In tanti decidono di creare o ampliare la propria famiglia seguendo questa strada. Io stessa sono rimasta stupita da quanto diffusa sia l’adozione in questa enorme e controversa nazione, di quanto sia semplice parlarne e lavorando coi turisti abbiamo avuto la fortuna di conoscere tanti clienti che si sono aperti con noi, lasciandoci un pezzo della loro esperienza.
#1
La prima a confidarsi è stata una
signora, mamma di tre bellissimi bambini. Ricordo di aver notato la figlia più piccola che si differenziava dai fratelli per i suoi capelli biondi e due grandi occhi colore del cielo. La bambina, oggi con cinque anni d’età, sarebbe stata sua nipote se la vita fosse andata diversamente. La madre biologica è la sorella di questa signora e da subito ha deciso di non voler crescere sua figlia.
Mi raccontava questa donna, per altro assistente sociale, di aver deciso immediatamente di volerla con sé, a patto che le avesse permesso di essere sua madre a tutti gli effetti.
Questa è senza dubbio una storia diversa e contorta, ma la piccola è a conoscienza di tutto. E’ una bambina felice e
non ci sono differenze tra lei e i suoi fratelli. Se ne vogliamo proprio
trovare una, mi raccontava, è che la piccola chiede
amore continuamente, coi gesti e con le parole.
Tutto qui, solo tanto amore.
Questa donna mi ha confessato di voler adottare ancora. Desidera un bimbo color cioccolata, come il mio N.E. E’ dal suo cuore, mi ha detto, che nascerà il suo quarto figlio!!
#2
Poi è arrivato Victor. Questo bellissimo bambino di due anni mi ha colpito immediatamente, perché somiglia molto al mio. E’ così che lo
immagino tra un anno.
La sua mamma mi ha raccontato di aver ricevuto la famosa chiamata il giorno
della sua nascita. In quel preciso momento lei era in un centro di
fecondazione assistita in una grande città del Brasile, Belo Horizonte.
Ha deciso di mollare tutto, all’istante e mi ha confessato
di non avere mai avuto dubbi o rimpianti su questa scelta, coraggiosa e
bellissima.
Ha già cominciato a raccontare la vera storia a suo figlio, per quanto possibile.
#3
Ho avuto la fortuna di
incrociare nella mia vita anche un’altra signora. Era venuta in vacanza con la sua grande famiglia e questa storia si differenzia dalle altre perché il suo figlio di cuore, Daniel, non è più un bambino. E’ un bellissimo ragazzo mulatto.
La signora non mi ha
parlato di differenze o di cose più o meno giuste. Si è limitata a
guardarmi con occhi di chi si capisce e, sorridendo, a dirmi che ho
fatto la cosa che più mi porterà felicità nella vita.
Mi ha presentato suo figlio con l’orgoglio di chi mostra un gioiello prezioso!!
#4
Proprio oggi un’altra storia.
Un cliente ha chiesto a mio marito informazioni su come poter imparare la nostra lingua e poter avere la cittadinanza italiana. I cittadini brasiliani con nonni italiani hanno
questa possibilità. Mio marito ha
spiegato che dovremo affrontare questa stessa burocrazia per farla avere a nostro figlio brasiliano, adottato.
Di fronte a
queste parole questo signore, con le lacrime agli occhi, ha strinto
forte la mano del mio lui [il calore dei brasiliani viene fuori in ogni
occasione!!] e ha raccontato che anche i suoi due figli lo sono.
La
femmina, 14 anni, è qui in vacanza con loro. Il maschio, “o meu
pretinho” [=il mio nerino] come lo ha chiamato, è rimasto a casa. Hanno parlato a lungo. Si sono
raccontati la vita di padri e mi sarebbe piaciuto essere una piccola mosca,
perché si sa, gli uomini hanno un modo tutto loro per esprimere i
sentimenti, soprattutto quando si toccano argomenti così importanti.
Mio marito ha chiesto consiglio su come e quando affrontare la verità, su come e quando affrontare la diversità. Anche loro sono entrambi bianchi, con un figlio di colore.
E la spontaneità dei loro atteggiamenti, l’orgoglio di padre di quest’uomo, hanno lasciato un grande sorriso sul volto di mio marito. Sorriso che mi ha accolto al mio rientro a casa, insieme a questo racconto.
In questo paese è così. E’ tutto naturale e NORMALE, la maggior parte delle volte. Come deve e dovrebbe essere ovunque.
Queste testimonianze per me valgono più di qualunque statistica, più di qualunque pensiero, più della comune idea sull’adozione. Più di tutto.
Sono un bagaglio che voglio portare con me, nel mio cammino.
#5
Oggi, mentre ero fuori, una ragazza in un negozio mi ha fermata chiedendomi se poteva farmi delle domande personali. Mi ha detto di avermi vista più volte in tribunale e poi in seguito con mio figlio. Mi ha domandato se posso avere figli biologici e io, ovviamente, ho mentito spudoratamente. Sono sempre pronta a dare consigli sull’adozione, ma le questioni personali preferisco raccontarle alle persone importanti e a chi ha il piacere di seguirmi su questo blog.
Mi ha detto che anche lei desidera adottare, in realtà lei e il marito americano vorrebbero adottarne diversi. Non riescono ad avere figli biologici, nonostante lei stia seguendo una cura che spera possa aiutarli. Per il momento è ancora troppo forte il desiderio di una gravidanza per pensare ad altro, ma realmente è un passo che faranno.
Mi ha confidato che ogni volta che mi vede [io non mi ero mai accorta di lei!!] sente questo desiderio crescere. Ha voluto prendere in braccio N.E. e mi ha chiesto informazioni sull’iter da seguire.
#6
La
mia amica più cara, qui in Brasile, è in attesa di una risposta per
portare a casa il suo amore, Edvan. Un brasilianino di quasi quattro anni. Festeggerà il suo compleanno sabato e purtroppo temo che sarà il quarto che passa in un istituto.
In Brasile i single possono adottare, come nel caso di questa mia amica. Forse questo, nonostante la grande apertura mentale, rallenta un pò la burocrazia. Suo figlio, perché è così che lo chiama ancor prima di poterlo definire tale, lo vede ogni fine settimana e spero con tutto il cuore che il giudice si faccia un bell’esame di coscienza e mandi presto questo meraviglioso bambino a casa, dalla sua mamma.
Anche alle coppie omosessuali è permesso adottare, nella mia città c’è stato il primo episodio pochi giorni fa. Lui italiano, l’altro brasiliano. Insieme da oltre vent’anni hanno
deciso di adottare un bambino di un anno e pochi mesi. Un bambino
bellissimo e sieropositivo, che come il mio ha contribuito a creare una
famiglia.
#7
Pochi giorni fa un’altro piacevolissimo incontro.
In questo caso la donna che avevo di fronte non era una mamma adottiva, ma bensì una figlia.
Ricordo il momento in cui mio marito ci ha presentato. Ricordo il suo sguardo perplesso e la sua faccia sorpresa.
Ignorantemente l’ho presa come una reazione poco carina dovuta alla nostra differenza di colore e un pò infastidita mi sono allontanata. Quando dopo diversi minuti mi sono riavvicinata ho visto mio marito sorridere, insieme a questa donna il cui sguardo adesso era velato di lacrime.
La donna mi dice immediatamente di essere stata adottata. Mi dice che abbiamo fatto il gesto più bello del mondo, frase che generalmente mi infastidisce ma che, in quest’occasione, mi tocca nel profondo. Mi racconta la sua storia.
Dice che per lei non esiste nessuno più importante dei suoi genitori, dice che è pazza d’amore per loro. Dice che sono tutto per lei, che l’hanno amata tanto, che le hanno dato una vita meravigliosa, le hanno permesso di studiare, di crescere in un ambiente sano. Si trovava nella mia città perché è qui che vivono le sue dodici sorelle, che invece sono rimaste con i genitori biologici.
Nessuna di loro sa leggere e scrivere, nessuna di loro ha avuto una bella vita. Il padre biologico, riporto testuali parole tradotte ovviamente in italiano, per lei non è altro che uno spermatozoo. Ecco cosa vede quando lo guarda. La madre biologica, il luogo da cui lei è uscita. Nient’altro.
Questa ragazza brasiliana oggi vive in Germania. E’ sposata ed ha un buon lavoro.
Continua a ringraziare Dio ogni giorno, mi dice, per aver avuto questa meravigliosa chance.
Mentre racconta la sua commozione é forte, quanto l’amore che prova.
Io ho cercato di trattenere lacrime che mi appannavano la vista e la mente. Continuavo a ringraziarla per avermi raccontato la sua esperienza, la ringraziavo per avermi dato un’immagine che spero di rivivere un giorno con mio figlio.
Se un giorno queste saranno le sue parole, allora saprò di non aver fallito.
Ha abbracciato il mio bambino, lo ha accarezzato, gli ha parlato come fosse un adulto. E io mi sono sentita felice, come se quella donna avesse dato una carezza alla mia anima e per un lungo momento avesse cancellato ogni timore.
Onestamente sono così presa dal presente da non aver molto tempo per pensare a quello che sarà. C’è così tanta strada da percorrere e credo sia un bene che io mi focalizzi sul quotidiano, perché sarà proprio il modo in cui affronterò ogni giorno, che porterà al futuro che spero.
Un futuro in cui mio figlio sarà orgoglioso di me e mio marito, dei suoi genitori. Consapevole di essere stato cercato, desiderato, voluto, amato e cresciuto nel migliore dei modi.
Adottare è un atto d’amore. Reciproco.
E’ diventare mamma. A tutti gli effetti, senza
ma e senza se. E’ avere un figlio, senza ma e senza se.
Adottare significa divetare genitore di Tuo figlio. Tuo.
Tuo. Tuo. Che più Tuo non si può. E anzi, lo sentirai dentro ancor di
più, perché la strada che ti ha portato a raggiungerlo richiede un
coraggio incredibile e un desiderio superiore alla norma.
Mi faceva notare un signore che adottare è una scelta. A volte un figlio arriva inaspettatamente, senza desiderio o programmi. Certo non vuol dire che sia meno importante, anzi, ma questo serve a mettere in luce che l’adozione è una scelta pensata, è un sogno profondo. Non è un dovere, non capita.
Si decide di dare tutto al proprio bambino, si percorre una strada tortuosa per arrivare a lui, si scalano montagne fatte di attese, burocrazie e paure per creare la propria famiglia.
E’ un pò come quando si ricorre alla pma, perché non si possono avere figli naturalmente. Il figlio è lo stesso, l’amore anche. E’ il tragitto che ha un peso differente.
E’ una ricerca estrema.
Un desiderio viscerale, come quello che mi ha portato fino al mio N.E. e che mi porterà a trovare gli altri miei figli, siano in questo momento solo nella mia testa, stiano aspettando che un biologo li scelga o siano nell’utero di una mamma che non se la sentirà di crescerli.
Adottare è spaventoso e bellissimo.
Non è solo dare una casa ad un bambino sfortunato, non è solo dare un figlio a coppie infertili.
Nessuno salva nessuno e allo stesso modo uno salva l’altro.
E’ creare, costruire. E’ famiglia.
E io, che sono solo una delle tante, per la prima volta mi sento esattamente dove dovrei essere, nel punto esatto in cui la vita doveva condurmi. E sì, continuerei a scegliere l’adozione, sempre e per sempre. Perché mai nella mia vita ho preso decisione più giusta. Mai.
Una controindicazione però l’ho trovata… l’adozione crea dipendenza. Non passa giorno in cui non senta un’enorme voglia di farlo ancora, ma è indispensabile fare un passo alla volta, altrimenti rischio davvero di annegare nei miei desideri.
🙂
Ciao! Arrivo qui dal blog di Marica. Ho letto il post e ti "adotto" immediatamente inserendoti nel mio blogroll. Con calma leggerò la tua storia. Intanto auguri di buona vita a voi!
Ho fatto un salto nel tuo blog e anche io col tempo cercherò di conoscerti meglio. Intanto ti faccio un grande in bocca al lupo per la strada che dovrai affrontare e che spero di cominciare presto anche io!!
Bellissimo post. Grazie per esserti presentata da me. Ti seguo.
Grazie!!
Ci ho messo un pò per decidermi 🙂 Ti seguo da tempo e mi piace molto leggerti.
Grazie per aver scritto questo post… Vorrei stamparlo e incorniciarlo! Alcune di queste storie me le avevi già raccontate, ma è bello rileggerle e commuoversi ancora. Magari a quel maledetto corso per l'adozione l'assistente sociale ci avesse parlato con il cuore, come hai fatto tu! E invece no, loro ci hanno solamente parlato di difficoltà, di traumi, di burocrazia, hanno cercato di convincerci che non dobbiamo adottare per colmare un vuoto, quello lasciato dal figlio biologico che non arriva, ma soltanto per fare una buona azione, senza aspettarci niente… Tutto questo sarà anche vero, ma credo sia molto più bello quello che hai detto tu… Nessuno salva nessuno e allo stesso modo uno salva l'altro! Questo secondo me è il significato più profondo dell'adozione.
Quando ripenso a quello che mi hai raccontato sul tuo corso mi vengono i brividi. E' davvero assurdo che in Italia ci sia questa assurda tendenza a scoraggiare, invece di incentivare e motivare potenziali genitori a credere in questa strada.
Le buone azioni sono altre. Si adotta per creare una famiglia, non per fare la carità. Certi vuoti non si colmeranno mai è vero, ma a volte arrivano cose nuove, altrettanto belle.
Ciao Arrivo dal blog di Marica e mi sono immediatamente aggiunta. Ti ammiro moltissimo per la scelta dell'adozione. E quello che racconti regala emozioni ad ogni parola. Sai avevo deciso tempo fa di adottare un bimbo pur avendo tre, ho avuto paura e mi sono un attimo congelata…..ho avuto paura di non esserne all'altezza. Sì perchè la scelta sarebbe stata un bimbo con sindrome di down visto che l'ultimo è nato con la stessa sindrome. Ecco da cosa nasce la paura di non farcela ma l'idea non l'ho abbandonata. 🙂 complimenti per tutto
Adottare è stata la decisione più giusta che abbia preso, in tutta la mia vita!! 🙂
Leggere la tua storia mi ha commosso, sei una donna davvero coraggiosa e le tue parole riescono a toccare nel profondo. Ti faccio i complimenti per i tuoi tre figli, Mattia è bellissimo!!
Mi rendo conto che, essendo già trismamma, ti spaventi l'idea di adottare, ma come sai, la vita è imprevedibile e piena di sorprese.
Sono felice che tu mi abbia scritto!!
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Cara Eva , mi hai commosso ancora una volta!