Carnaval brasileiro

E’ cominciato.
Come ogni anno, a febbraio, il Brasile si trasforma in una enorme, frenetica festa.
“Folia do carnaval” è la giusta definizione.

Quella in cui vivo è una città turistica. Le persone vanno e vengono. Le spiagge, i locali, le strade si riempiono e si svuotano rapidamente, in entrambi i casi senza che se ne abbia la percezione.
In questo periodo, uscendo di casa, si ha la sensazione di trovarsi nel centro di un caotico rave party. Masse di giovani e famiglie con in comune la voglia di divertirsi e svagarsi, in quello che io chiamo il “paese dei balocchi”.
Non ci sono regole, non ci sono controlli, non ci sono limiti. Solo tanta musica, tanto alcool e tanta baldoria. Tutto è vissuto all’eccesso.
Si dimentica il silenzio. La notte, il consueto rumore del mare, viene interrotto dal passaggio di macchine che sembrano discoteche mobili. E le persone ballano. In strada, in auto, nei locali, in riva al mare. Sembrano tutti felici e magari lo sono davvero.
Il carnevale qui è uno dei più lunghi di tutto il Brasile. Cinque giorni di festa nel centro città. Tre, in un grande spazio chiamato Arena Axe moi, uno dei luoghi più ambiti dai giovani di tutto la nazione.
Entrambi i posti gremiti di gente, che segue a ritmo di musica i vari trios elétricos, carri sui quali si esibiscono famosi cantanti.

La positività è contagioa.
Personalmente amo questo caos. Amo questo clima festaiolo. Amo i sorrisi di questi sconosciuti.
Purché si limiti ad una settimana o poco più.

Ovviamente questo è il periodo in cui noi abbiamo maggior lavoro. Soprattutto mio marito, che si fa un culo mazzo tanto.
E’ il nostro quarto carnevale in Brasile. Il primo in tre.
Ieri sera, al di là di ogni previsione, siamo riusciti a mettere il naso fuori di casa.
La prima ora l’abbiamo passata in auto. In fila. Macchine piene di luci psichedeliche e potentissime casse acustiche, stracolme di persone, alcune dentro bauliere aperte, altre sedute sui finestrini aperti. Auto che sfrecciavano da ogni parte, sorpassi azzardati, gente che urlava e cantava. Persone che scendevano per ballare, altri che lo facevano sul ciglio della strada.
Arrivati in centro, ci siamo trovati di fronte al problema parcheggio, risolto velocemente grazie al giardino di una scuola adibito a tale. Se c’è una cosa che non manca ai brasiliani è proprio l’inventiva.
I supermercati, ovviamente chiusi a quell’ora, vendevano alcolici passandoli attraverso le inferiate di sicurezza. Gruppi formati da quattro poliziotti ciascuno, facevano la ronda incessantemente. Altri stavano su delle specie di impalcature. Il senso di sicurezza era praticamente nullo di fronte a quel fiume indomito di persone, ma sempre meglio di niente.
Detto così sembra di andare in guerra, in realtà la confusione è per lo più una voglia comune di vivere questo evento in allegria.
Unica attenzione: tasche vuote!! Perché è sufficiente una piccola spinta per essere derubati.

E’ un incontro di persone di ogni razza, colore, orientamento sessuale, età. Uomini che corteggiano donne più o meno belle, più o meno vestite, ognuno con la stessa finalità. Il sesso.
Non per niente la mia città è stata soprannominata “la capitale del bacio”!!
Quando abbiamo fatto il corso sull’adozione ci è stata fatta notare una cosa, poi riscontrata nella realtà e sulla nostra pelle.
La maggior parte dei bambini abbandonati nascono nel mese di novembre.
“Carnaval mais nove” lo chiamano. Carnevale più nove… mesi. La durata di una gravidanza.
Mio figlio è nato nel mese di novembre. 

Scesi di macchina abbiamo cercato di farci strada tra la folla col passeggino, tentativo miseramente fallito. Riposto in macchina, abbiamo proseguito con successo il percorso, fino alla gelateria di una nostra amica, che si trova proprio sulla strada principale.
N.E. è stato bravissimo. Ha ballato tutto il tempo ed ha dato spettacolo. Si sono fermate così tante persone a salutarlo, coccolarlo, fargli complimenti che mi sono chiesta se fossimo gli unici, in quella bolgia, con un bambino piccolo.
Ovviamente no. Ma eravamo pochi.
E’ stata una bella serata. Primo per la faccia meravigliata e curiosa di mio figlio. Secondo perché non uscivamo da non so quanto tempo. Terzo perché il carnevale brasiliano merita sempre.
Poi che c’entra, non è stata proprio la tipica noite louca [=notte pazza]. Abbiamo preso una caipiroska a mezzo, io e mio marito ovviamente, e dopo due sorsi mi sembrava di aver bevuto una tanica di vodka.
Non proprio come ai vecchi tempi insomma, quando il primo bicchiere era solo quello dell’aperitivo.
Passata la mezzanotte mi sembrava fossero le cinque di mattina, dalla tanta stanchezza. Guardavo i giovani urlanti e danzanti, pensando che ero esattamente come loro fino ad un pò di tempo fa e, per un attimo, mi sono sentita vecchia. Poi, guardando mio figlio, mi sono sentita semplicemente mamma, stanca di tutto l’impegno che questo ruolo comporta.
Un’ora dopo abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di uscire di scena. N.E. non aveva dato il minimo sintomo di stanchezza, io e miei sbadigli però sì.
Arrivati nel parcheggio di casa abbiamo notato, con un pò di sciocco orgoglio, che era pieno. I clienti del nostro condominio sembravano rientrati tutti prima di noi.
Magra consolazione!!

Per quest’anno abbiamo fatto il pieno di carnevale. Una serata basta e avanza.
Adesso aspettiamo che tutto torni alla normalità, qualunque cosa voglia dire. Ricercheremo una routine… anche se, considerati i programmi che ci aspettano, non siamo mica tanto sicuri di trovarla!!

Carnaval 2010

Quando ancora non abitavamo qui. Facevamo avanti e indietro dall’Italia e tutto ancora ci stupiva.
Nella seconda foto, mio marito con la faccia da ebete che abbraccia una ballerina di samba, con un sedere stratosferico!!
Carnaval 2011
L’unico anno in cui sono salita su uno dei carri, con una mia amica. Un’impresa salire e riuscire a stare in piedi con i tacchi su un piano assolutamente instabile.
Carnaval 2012
Con i miei suoceri.
Nella seconda foto, il padre di mio marito in simpatica compagnia!!
Carnaval 2013
Noi tre.
Il passeggino volante, nella seconda foto, non è il nostro. Giuro!! Lol

“Fanculo la quiete.”
[Dark Demonia – Isabella Santacroce]
 
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10 Comments

  1. elle Febbraio 13, 2013 at 4:11 pm

    Io in quella bolgia non ci resisterei, ammiro il vostro ardire!
    La mia collega d'ufficio s'è trasferita a Rio da una settimana e già manda foto carnevalesche con cocchi in mano e tanto samba…

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Febbraio 14, 2013 at 2:27 am

      Il carnevale di Rio deve essere ancora più spettacolare!! Spero un giorno di poterlo vivere.
      Lì da voi si festeggia secondo le usanze brasiliane o è più vicino a quello italiano?

      Reply
    2. elle Febbraio 14, 2013 at 9:47 am

      A Lisbona il delirio totale è nel mese di Giugno, per le Festas dos Santos Populares; il Carnevale è pacato (ma io non frequento…)
      Nel resto del Portogallo so che ci sono forti tradizioni, se non erro fu da Madeira che il Carnevale arrivò in Brasile, anche se poi ha preso tinte esotiche 🙂

      Reply
  2. ero Lucy Febbraio 14, 2013 at 2:18 pm

    Ma quanto siete belli?!

    Reply
  3. Marica Febbraio 15, 2013 at 6:12 am

    non ti ho mai chiesto perche' siete proprio li'…. me lo puoi scrivere anche per email se preferisci 🙂

    che bravo N. E. che resta sveglio fino a tardi senza battere ciglio!! 🙂
    [ma quanti riposini al giorno fa? uno o due?]

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Febbraio 15, 2013 at 6:52 pm

      Si è trattato solo dell'occasione giusta al momento giusto, ma ti scrivo in privato perché ho anche bisogno di un tuo consiglio spassionato!!

      N.E. ha sempre dormito tanto. Da poche settimane siamo passati ad un "riposino" solo, il pomeriggio, di circa 2/3 ore.

      Reply
    2. Marica Febbraio 15, 2013 at 7:35 pm

      credo che a breve anche io ne faro' fare uno solo a Little D, visto che il secondo sta diventando sempre piu' difficile… ieri si e' addormentato alle 6 di sera, e quando l'ho svegliato dopo un'ora era stravolto :-/

      Reply
  4. chenlili Aprile 30, 2016 at 1:32 am

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