Destinazione San Paolo

Un viaggio breve, ma intenso.
Già sul taxi diretto all’aeroporto, i primi sintomi di quello che sarebbe stato un lungo weekend.
Il dubbio se il volo fosse alle 11:25 ora locale o col fuso di San Paolo, ci ha regalato attimi di panico. Arrivati al check in ed appurato di essere in perfetto orario, scopriamo di avere problemi con i documenti di N.E.
E questa volta era una certezza!!
Quello dell’affidamento era in copia originale ed andava bene, ma la fotocopia dell’atto di nascita doveva essere perlomeno autenticata.
Premetto che mio marito, qualche settimana prima, era stato alla polizia federale per accertarsi che fosse tutto in regola e, a detta loro, sembrava di sì.
Il panico è diventato reale. Abbiamo chiamato l’avvocato che, fortunatamente, si trovava vicino al tribunale e mio marito lo ha raggiunto di volata in taxi [quando vivere in una città relativamente piccola è una fortuna!!].
Si è trovato ultimo di una fila di cinquanta persone e se non ci fosse stato l’avvocato probabilmente sarebbe ancora lì. Invece nel giro di pochi minuti e grazie a metodi poco ortodossi, abbiamo avuto il nostro documento legalizzato e siamo riusciti a non perdere il volo. Incredibile!!
In aereo è andato tutto bene. Io, che non amo volare, ho scoperto che un figlio è in assoluto il miglior rimedio contro questa fobia, considerato che non c’è davvero molto tempo per pensare.
N.E. si è comportato molto bene. La prima metà di viaggio l’ha passata giocando, l’altra metà dormendo!!
Meglio di così…

Ad accoglierci la casa di cui avevo accennato nell’ultimo post, che ha superato di gran lunga le nostre aspettative.

La proprietaria dal nome discutibile, Candida, è un’artista. Pittrice, scultrice, musicista e scrittrice.
La sua enorme casa la rappresenta in pieno, senza bisogno di conoscerla. Quadri ovunque, statue, soprammobili, pile di cd musicali di cui abbiamo usufruito, un grande pianoforte, una chitarra, un microfono. Uno studio fantastico con cavalletti, dipinti da terminare e tanti colori.
La casa è vecchia e si sente, nel senso positivo del termine. È una casa che scoppia di vita, che dovrebbe avere il dono di poter raccontare. Imponente di giorno, inquietante di notte.
Sulla porta del bagno di servizio c’è disegnata una cabina telefonica retrò, ci sono mobili antichi e pezzi anni cinquanta, che desidererei avere nella mia abitazione.
Abbiamo amato questa casa, nonostante sia assolutamente inadatta per un bambino di quindici mesi e spero di poterci abitare ancora, quando torneremo per fare il famoso trattamento.

La prima notte senza lettino, è stata un dramma!!
Non che il bambino non abbia dormito, ma era talmente agitato da non aver fatto dormire noi. E io, che non ho mai passato una notte in piedi dal suo arrivo, non sono molto preparata a questo tipo di situazioni.
Avevamo sistemato un materasso in terra, tra due letti singoli [non avevamo il matrimoniale e non potevamo tenerlo in mezzo a noi]. N.E. ha passato le prime ore spostandosi da un’estremità del materasso all’altra, lamentandosi, scalciando, battendo e strusciando mani e piedi.
Alla fine abbiamo risolto sistemandolo nella culla.
No, non ci siamo portati dietro quella per neonati, ma abbiamo un passeggino magico [!!], che è stato in assoluto il miglior acquisto della storia!!
È di una marca tedesca, Lenox, che non so se sia commercializzata in Italia.

E’ un trio un pò diverso. Per i primi mesi c’è l’ovetto, che va bene anche come seggiolino per auto. Poi si passa al passeggino, che si trasforma in culla tramite semplici ganci da aprire e chiudere.
Quella culla ci ha salvato la vita, o almeno i nervi, non so più in quante occasioni e anche questa volta non ci ha delusi.
Limitando quindi il suo spazio di movimento, si è un po’ calmato e abbiamo riposato qualche ora, tutti.
Il giorno seguente l’abbiamo passato in clinica, ma questa parte merita un post separato!! Siamo usciti dalla clinica per l’ora di pranzo, il che lascia facilmente intendere che le cose non sono andate esattamente come da programma.
Perlomeno abbiamo avuto tutto il resto della giornata per noi.
San Paolo, per quanto ci riguarda, potrebbe essere definita con la parola shopping.
Complice un tempo metereologico non sempre favorevole e una disperata voglia di acquisti.
Abbiamo girato in lungo e largo i più grandi centri commerciali della città e tra tanti, abbiamo preferito quello di Ibirapuera.
Lo so che può sembrare una tristezza aver speso tanto tempo al chiuso, ma provate a vivere nella mia città per molto tempo e capirete quanto invece questa scelta abbia senso. Non è che abito nel paese delle banane [non solo almeno!!], ma dopo un pò si comincia a sentire la mancanza anche di certe cose materiali.
San Paolo è una città, degna di essere chiamata tale.
Palazzi, auto moderne, giovani alla moda, negozi bellissimi, locali, ristoranti.
Al supermercato si trova quasi tutto quello a cui siamo abituati in Italia… quasi tutto!!
Anche il sabato quindi, l’abbiamo trascorso all’insegna degli acquisti. Smoderati e compulsivi.
Una mattinata passata in una delle strade più caotiche del Brasile, la Rua 25 de Março, considerata il centro commerciale a cielo aperto più grande di tutta l’America Latina.
Fiumi di persone lungo le vie, negozi infrequentabili, venditori ambulanti, artisti di strada.
Nel nostro percorso abbiamo incrociato un monumento che, considertao il motivo principale del nostro viaggio, mi è sembrato di buon auspicio: “Mãe Preta” [= madre nera], che rappresenta una donna di colore allattando un bambino bianco.

Poi ancora taxi, negozi, buste e piedi gonfi… Carrie, di Sex and the City, sarebbe stata orgogliosa di me.
Questa è l’unica foto interessante di tanto shopping. Un camerino con una seduta decisamente fuori dal comune!!

E la notte abbiamo anche dormito!!
Domenica, sole!!
Abbiamo dedicato la mattinata ad una delle mie più grandi passioni, i musei.
Siamo andati al MASP, ovvero il Museo d’arte di San Paolo. Un edificio enorme che sembra sfidare la forza di gravità e che si trova in una delle strade principali della città, L’Avenida Paulista.

Qui sono esposte molte opere di autori italiani, quali Botticelli, Mansegna, Raffaello e Modigliani, autore adorato da mia sorella.
Quando era piccola più volte ha riprodotto alcune sue opere e l’effetto finale è stato impressionante, tanto che mia madre ha deciso di incorniciarli. Sono così affezionata a quei volti asimmetrici e allungati, che fanno parte dei miei ricordi di ragazza.
Ecco la sua “Renée”.

Tra gli autori stranieri spiccano nomi come Delacroix, Matisse, Monet, Renoir, Manet, Chagall, Dali, Cézanne e Van Gogh.
Di quest’ultimo, “The walk in the evening”, che mi ha lasciato una pennellata sul cuore.

Questo quadro rappresenta un ponte tra realtà e fantasia, la coppia sembra impegnata nel tentativo di uscire dalla tela ed entrare nel mondo terreno. Accanto al quadro una frase del pittore, scritta nell’ultima lettera a suo fratello Theo: “Em meu trabalho arrisco minha vida e nele metade da minha razão sucumbiu.” [= Nel mio lavoro rischio la mia vita e in lui metà della mia ragione soccombe].
Un balsamo per i miei sensi, nonostante gli urli di N.E. rimbombassero per tutto l’edificio.
Per questo motivo, abbiamo pensato che un museo fosse più che sufficiente e abbiamo deciso di non visitarne altri.
Ci siamo immersi in un paio di mercatini. Uno d’antiquariato, l’altro di artigianato.
Abbiamo mangiato un bollente e salatissimo burrito fatto da un omone tatuato,
con un baffo lunghissimo e abbiamo continuato camminando, fino ad avere i piedi indolenziti.
Prima di ogni viaggio ci ripromettiamo di non stancarci troppo, ma siamo fatti così, ci piace scoprire, visitare, camminare. E’ più forte di noi.

Abbiamo attraversato quartieri snob, percorso l’elegante via Oscar Freire, ricca di ristoranti chic e  negozi di grandi firme.
E anche la terza notte è andata bene. Lode al passeggino delle meraviglie!!
Lunedì, clinica di prima mattina. Una rapida parentesi, che ci ha permesso di avere libero il nostro ultimo giorno.
Abbiamo fatto una fantastica passeggiata nel parco Ibirapuera, che si trova proprio da quelle parti. Viene comparato per importanza al Central Park di NYC e sarà che io ne ho visitato uno con trenta gradi di temperatura e l’altro con meno dieci, ma tutta questa somiglianza non l’ho vista!!

Nonostante fosse un giorno lavorativo, il parco pullulava di gente intenta a fare sport, fosse corsa, bici, skate o basket. Anche qui la cura del corpo è di primaria importanza, ci siamo solo domandati se tutte queste persone abbiano un impiego?!!
Le persone che abbiamo incontrato sono state disponibili e cordiali. Certo non quanto i baiani, noti per la loro allegria, ma credo che il luogo abbia un ruolo decisivo in fatto di umore. Un conto è vivere nel furioso caos metropolitano, un altro è vivere a ritmo di musica coi piedi nell’oceano.
Abbiamo mangiato tanto e male, quando per male intendo tante, troppe calorie!! N.E. ha assaggiato la cucina giapponese che tanto amiamo, ha pianto durante sua prima volta sulle giostre, ha dormito nei momenti in cui avevamo bisogno di tranquillità [tipo in clinica!!] e ha fatto il diavolo per il resto del tempo.
In definitiva è stato un viaggio felice ed io sono contenta di aver scelto questa città come meta per i nostri viaggi futuri, quelli che determineranno il nostro destino, il crescere della nostra famiglia.
E il volo di ritorno, alle 6:00 di mattina, l’abbiamo passato dormendo beati, tutti e tre!!

Gradiva le differenze: forse per questo viaggiò tanto.”
[Il manoscritto di Brodie – Jorge Luis Borges]
 
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13 Comments

  1. Marica Febbraio 27, 2013 at 10:46 pm

    mi sembra che il viaggio in se e per se' sia andato molto bene, ma…. aspetto notizie sulle visite ecc
    [aspetto pazientemente]

    complimenti a N.E. che si e' comportato da bravo bambino 🙂

    la casa che avete scelto e' bellissima!!!

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Febbraio 28, 2013 at 5:12 pm

      Il post è quasi pronto… gli imprevisti non sono mancati, ma abbiamo fatto un bel passo in avanti!! E anche tu!!
      Mi sono emozionata nel leggere le novità… e mi sa che non riuscirò a tenere il passo coi tuoi ritmi 🙂

      N.E. è stato bravo a dormire nei momenti in cui avevamo bisogno di tranquillità, per il resto del tempo è stato un ciclone. Ha fatto un cambiamento radicale ed inaspettato… aiuto!! :/
      Da qui la mia comprensione per la tua scelta riguardo ai gemelli, ma nel mio caso temo di non avere voce in capitolo!!

      Reply
  2. Baby1979 Febbraio 28, 2013 at 2:12 am

    Le foto dei tuoi viaggi (di piacere o per altre ragioni…) sono sempre stupende e il vostro bambino diventa sempre più bello, oltre che con un caratterino di tutto rispetto! Si vede benissimo quanto sia sereno e non posso che augurarvi che presto arrivi un fratellino/sorellina per lui!

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Febbraio 28, 2013 at 5:17 pm

      Le foto sono una nostra grande passione e il merito va tutto al babbo, che è davvero molto bravo!!

      Grazie, anche noi speriamo che quest'avventura ci porti a realizzare il nostro sogno… nonostante N.E. sia in una fase talmente impegnativa, che mi domando dove troverò la forza 🙂

      Reply
  3. elle Febbraio 28, 2013 at 3:11 pm

    La storia dell'avvocato e della corsa in taxi per partire fa molto Brasil 🙂
    Insomma v'è piaciuta la metropoli…
    E la visita com'è andata?

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Febbraio 28, 2013 at 5:25 pm

      Davvero Elle!! Dobbiamo ritrovare la parte italiana che è in noi.

      La città splendida… per qualche giorno. Abitarci, mai.

      Scrivo presto della visita. E' andata bene, imprevisti a parte… anche il mio corpo si sta brasilianizzando!! 🙂

      Reply
  4. mentretiaspettorido Febbraio 28, 2013 at 7:22 pm

    Ciao bella! Mi sembra che il viaggio sia andato bene! Scrivimi presto che voglio sapere tutto nei minimi particolari!! Un bacione!

    Reply
  5. ero Lucy Marzo 1, 2013 at 1:27 pm

    Scusa se mi ripeto come un'idiota, ma leggervi e' una gioia, e siete belli in maniera imbarazzante!

    Reply
  6. Mel. Marzo 3, 2013 at 6:23 pm

    Quoto Ero Lucy: siete cosi' belli!

    PS: ma la seduta nel camerino e' un water o ho capito male???

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Marzo 3, 2013 at 11:54 pm

      Grazie!!

      Hai capito benissimo. Una fila di camerini pieni di wc… ne dovevo fotografare uno per forza 🙂

      Reply
  7. dongdong Marzo 28, 2016 at 3:33 am

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