Al mio risveglio, oggi, ho trovato due occhi pieni di meraviglia, quelli di mio marito, quelli di un uomo il cui essere padre non è stato un regalo, ma un desiderio cercato e fortemente voluto.
Del babbo di mio figlio però, ho già parlato abbastanza e allora racconto questa giornata, che noi abbiamo rinominato “la festa della burocrazia”!!
Sapevamo di avere, di fronte a noi, un lunghissimo giorno fatto di fogli, firme, pagamenti e uffici, il tutto sotto un sole cocente e una temperatura di oltre trenta gradi.
Il primo passo, importantissimo, era quello di riuscire ad ottenere il certificato di nascita di N.E., che doveva essere pronto una settimana fa e senza il quale, non avremmo potuto fare tutto il resto. In tribunale ovviamente ci dicono che non era pronto, ribadisco ovviamente. Andiamo dal nostro avvocato, benedetto ragazzo e ci torniamo insieme. Ci fanno accomodare, il tempo di compilare un mudolo e stampare il tanto ambito documento!! Evviva.
Per fare la traduzione e la legalizzazione di tale certificato però, di cui si occuperà il Consolato Italiano di riferimento alla nostra città, per procedere poi alla trascrizione in Italia, abbiamo bisogno dell’Estratto di nascita e per averlo, dobbiamo andare a pagare un bollettino, riportare la ricevuta di pagamento e tornare il giorno dopo per ritirarlo. Ed è quello che abbiamo fatto.
Il secondo passo, era fare il documento di identità del nostro bambino. Ci rechiamo all’ufficio competente e ci mettiamo in fila. I bambini hanno la priorità, per fortuna, così ci fanno subito compilare alcuni moduli e scattano una foto al nostro bambino. Buona la prima, dicono e mi mostrano una buffissima istantanea, nella quale l’espressione accigliata di mio figlio, ancora mi fa ridere!!
Come da copione N.E. ha fatto un macello, atti “rumorosi” in luogo pubblico è il nostro nuovo motto. Hanno preso le impronte digitali e la ragazza mi ha confessato che, avendolo visto in azione, pensava che sarebbe stato decisamente più complicato. Le ho quindi spiegato, che lui è agitato [quando questo aggettivo è un eufemismo!!], solo quando si annoia e avere le mani imbrattate di nero, è stato sufficiente per attrarre la sua completa attenzione.
Fatto questo ci rilasciano un minuscolo pezzetto di carta, che ci servirà per ritirare l’RG, ovvero il documento di identità dei cittadini brasiliani.
Noi invece, che siamo stranieri con visto lavorativo permanente, abbiamo un documento che si chiama RNE. Ci dicono che, quello definitivo, non sarà pronto prima di inizio aprile, data nella quale avevamo in programma di viaggiare!!
Certo siamo proprio delle teste dure, io e mio marito, che ancora non ci siamo arresi all’idea che qualunque tipo di previsione è inapplicabile, nella quasi totalità dei casi.
All’interno dello stesso stabile, si trova l’ufficio passaporti. Anche in questo caso ci rilasciano un micro foglietto nel quale viene spiegato l’iter, ovvero entrare nel sito della polizia, inserire millemilioni di dati, nostri e del bambino, fissare un appuntamento e presentarsi in data e orario prestabiliti, con certificato di nascita e documenti vari.
Prima data disponibile: inizio aprile. Sempre quella in cui avevamo l’insana idea di partire!! Senza contare gli ulteriori otto giorni, necessari perché lo si abbia materialmente in mano.
Proviamo allora con un blando ed inutile tentativo di intenerimento verso il poliziotto federale, che irremovibile ci manda in un altro ufficio, del medesimo stabile, per vedere cosa possono fare.
Qui ci propongono un servizio a pagamento, trenta reais [circa dodici euro], ma la signora ci conferma la stessa data e quindi lasciamo perdere.
Usciti di lì proseguiamo con l’avventura burocratica.
Ci rechiamo negli uffici della Unimed, dove abbiamo la nostra assicurazione sanitaria, per aderire ad un programma fantastico, che si chiama “Adoção Compartilhada”.
Creata per incentivare all’adozione, permette ai figli adottivi di beneficiare della stessa copertura assicurativa dei genitori, in maniera gratuita fino al compimento dei diciotto anni.
Personalmente la trovo una decisione meravigliosa, oltre che per un discorso economico considerato l’enorme risparmio, anche per il motivo nobile di dare un sostegno a chi desidera adottare, ma teme di non riuscire a prendersi cura del bambino nel modo giusto e con i mezzi adeguati.
Detto questo, sventoliamo ancora una volta il certificato di nascita, ormai diventato il nostro cavallo di battaglia e ricompiliamo un pò di moduli, tanto per non perdere l’abitudine. Per il momento è semplicemente una richiesta per aderire a questo programma, fosse mai che ci inventiamo di aver adottato un bambino, con tanto di documenti falsificati!!
In ogni caso per finalizzare la richiesta, mancano due documenti. Il CPF, ovvero l’equivalente al nostro codice fiscale, documento ottenbile anche senza visto, da chiunque ne abbia bisogno per eventuali movimenti finanziari in questo paese e l’iscrizione al SUS, ovvero l’equivalente al nostro sistema sanitario pubblico. Mi domando il motivo di quest’ultimo, considerato che pago per avvalermi di quello privato, ma non sono stata a questionare.
Un pranzo veloce, visto che N.E. ormai vedeva i mostri dalla fame e li faceva vedere anche a noi, dalla tanta agitazione!!
Andiamo in uno dei tipici ristoranti al chilo della nostra città. In Brasile ce ne sono a volontà.
Funziona tipo self service. Si sceglie cosa mangiare, tra una grande varietà di piatti e si paga in base al peso!!
Con la pancia piena ci rimettiamo in marcia.
Andiamo a fare un pò di pagamenti in banca e decidiamo di tentare la sorte affidandoci all’ufficio sopracitato in relazione al passaporto. Il costo è minimo e magari riescono a darci una spinta. Pochi giorni di anticipo, potrebbero fare la differenza per il nostro rientro in patria.
Faccio una dovuta premessa.
Il mio voler rientrare ad inizio aprile è legato al matrimonio in chiesa della mia migliore amica e del fatto che io sarei la sua testimone. Lo sono già stata quando si è sposata in comune, sei anni fa, quando eravamo due ragazzine e lei non era ancora madre dei suoi due bellissimi figli.
Punto.
Quindi ci accoglie un altra persona, rispetto alla mattina e ci dice che c’è un posto – udite udite – domani mattina!! Ultimamente le nostre botte di culo cominciano a preoccuparmi.
Felici e pimpanti andiamo a fare un’altra foto al bambino, formato tessera. Guardate qui che tenerezza il mio bambolotto di cioccolata!! Sembrava un omino grande, seduto su quel panchetto tutto serio.
Poi un salto veloce al Correio [=Posta] per fare il CPF, moduli, pagamenti e via.
Un salto un pò meno veloce al SUS, moduli, nessun pagamento e via.
E finalmente torniamo a casa. Ditrutti e felici.
Questo post è una vera palla, ne sono consapevole.
Parto sempre dal presupposto però, che esistano persone nel mondo che potrebbero o vorrebbero, un giorno, seguire il nostro stesso percorso attraverso l’adozione nazionale in Brasile e io avrei dato una mano, per aver trovato qualcuno in grado di darmi qualunque tipo di informazione riguardo questo viaggio folle nel quale ci siamo lanciati. Grintosi e un pò incoscienti.
Come dice mio marito, quando si tratta di arrivare in fondo alle cose, siamo due macchine da guerra!!
E poi, si ha la tendenza a dimenticare le cose noiose, come la burocrazia e noi pensiamo che un domani potremmo voler ricominciare tutto da capo. Nella vita non si può mai sapere!! Sorrido.
Domani torneremo per finalizzare alcune operazioni, ma possiamo dire che il grosso è fatto.
Per cui nessun regalo speciale per il babbo di mio figlio, nessuna cena o dolce particolare.
Oltretutto in Brasile si festeggia ad agosto e come di consueto, in quell’occasione, ci ricorderemo del contrario.
Quello che ci siamo regalati oggi, è un altro grande salto verso il futuro, verso quella tranquillità che ci ha finalmente invaso e che, tra qualche mese, siamo pronti a salutare nuovamente.
Magari dopo gli leggo questa frase, che ho trovato su internet e sono sicura che, mentre ascolterà, il suo cuore aumenterà di qualche battito.
mi piacciono nell'ordine: le foto del tuo ometto (è uno spettacolo!), la poesia che hai trovato in internet e i ristoranti al chilo!!
Sapevo che ti sarebbe piaciuta la poesia… quando l'ho trovata ti ho anche pensata. Davvero!!
Dolce amica anche se questo post è una palla come dici tu (e sinceramente non lo penso)io in questo "frutto della passione" ci sto proprio bene 🙂 Siete fortunati ad avervi l'uno con l'altro
Grazie Anto. E' bello seguirti, leggerti e sapere che passi sempre di qui.
Ed è bello avere un uomo accanto che vale la pena, come lo sono i nostri mariti.
Evviva, si parte!
Più che con la botta di culo mi pare che per vie traverse si riesca meglio a completare tutte le faccende…
Mi dici un giorno cosa mangiano in Brasile (carne, fagioli, banane, riso e succhi a parte? :D)
Praticamente ci manca solo di fare qualcosa di illegale e provare l'ebbrezza di qualche giorno in cella… poi le abbiamo fatte tutte!! 😀
Da tempo desidero scrivere un post sul cibo brasileiro, colgo l'occasione e prometto di scriverlo presto!! Anche se dopo tutte le cose che hai elencato, non è che rimanga molto 🙂
La fototessera di NE è spettacolare, sembra un ometto ormai!! Beh, che dire, godetevi queste botte di culo che vi permettono di accelerare i tempi biblici della burocrazia!!
Hai visto che espressione seria!! ;D
Siano lodati gli escamotage, che ci permettono di velocizzare questa dannata burocrazia.
E speriamo di riuscire a tornare qualche settimana in patria. Presto.
Nn e' per niente una rottura di scatole il tuo post..me lo sono letta avidamente perché era il primo post che leggevo del tuo blog!!che bellezza l'ometto brasiliano e che sogno la foto in spiaggia..
Ti rungrazio!! Complimenti al tuo blog, al tuo modo di raccontare la tua storia, affrontando una causa molto importante.
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