L’atteso passaporto blu è arrivato e il mio cervello è già entrato in modalità italiana.
Questo attesissimo viaggio occupa completamente la mia mente.
Sono passati un anno e nove mesi dall’ultima volta in cui sono tornata a casa, seicentoventisette giorni, un tempo incredibilmente lungo trascorso dall’altra parte del mondo. Mai avrei immaginato di poter vivere così lontana dalle mie radici, per tempo e distanza. Guardando indietro mi domando dove abbia trovato questa forza, guardando avanti vedo mio figlio e so che le risposte sono racchiuse in lui.
Dentro me, oggi, un groviglio di emozioni contrastanti.
Da un lato l’immensa felicità del ritorno. L’impazienza di rivedere le persone che amo, toccarle, abbracciarle con calore, sentire le loro voci senza interferenze, guardare i loro occhi senza schermi.
Ripercorrere strade che torneranno presto familiari, come non fossi mai partita. Rivivere luoghi che, un tempo, facevano parte della mia routine. Riprovare sentimenti che temo di aver dimenticato. Ritrovare quello che ho lasciato.
In pochi giorni sarà tutto come prima, ne sono certa. Conosco questa sensazione.
L’altra parte di me è inquieta. Sono successe così tante cose, che a stento riesco a vedere qualcosa della me medesima di un paio di anno fa. Sono cambiata dentro e fuori. Mi sono abituata alla distanza, a stare sola. Imparare
a non avere bisogno di nessuno, può essere un’arma a doppio taglio. A
volte temo che questa corazza mi allontani dal resto del mondo. Altre ho
paura che trovando un appoggio, non riuscirei più a rialzarmi con la
stessa energia.
a non avere bisogno di nessuno, può essere un’arma a doppio taglio. A
volte temo che questa corazza mi allontani dal resto del mondo. Altre ho
paura che trovando un appoggio, non riuscirei più a rialzarmi con la
stessa energia.
Tornare
indietro, fare un tuffo in quello che è stato e non sarà più. Ricordare
quanto sia eccitante il ritorno e quanto sia difficile lasciare tutto di
nuovo, ogni volta come fosse la prima. E avanti così, tutta la vita.
Gli anni passano e non so più quale luogo chiamare casa.
indietro, fare un tuffo in quello che è stato e non sarà più. Ricordare
quanto sia eccitante il ritorno e quanto sia difficile lasciare tutto di
nuovo, ogni volta come fosse la prima. E avanti così, tutta la vita.
Gli anni passano e non so più quale luogo chiamare casa.
Non so da dove partire a raccontare la mia storia, non so quanto poter dire e fino a che punto sono disposta ad aprirmi. Mi chiedo cosa sia rimasto di coloro che credo di conoscere bene, mi chiedo quanto ancora io possa fidarmi. Ovviamente non posso generalizzare, perché ho la fortuna di avere tanti amici. Alcuni di loro sono rimasti presenti durante tutto questo periodo, altri sono spariti, altri ancora si sono avvicinati proprio in seguito alla mia partenza.
Tra le coppie ci sono tantissimi neo genitori ed io non conosco ancora i loro figli, se non attraverso qualche foto, così come loro non conoscono il mio.
So che ci saranno molte cene, molte uscite notturne. Ne ho bisogno. Mi chiedo però se saprò stare in mezzo a tutta quella gente, mi chiedo se riuscirò a trovare il giusto distacco, se riuscirò a mettere da parte per un pò la storia che ho scritto in tutti questi mesi passati.
Non pretendo che torni ad essere tutto come una volta, non mi interessa. La mia testa sarà piena di mio figlio, sempre e comunque, anche quando non saremo insieme, ma nonostante tutto, spero di essere in grado di lasciar trascorrere i giorni con quella leggerezza che tanto mi manca.
Poi ci sono pensieri legati al lato pratico di questo ritorno in patria.
Tipo che in Italia fa ancora freddo e onestamente io non ricordo nemmeno più com’è quella sensazione.
Sono partita a maggio 2010, l’inverno precedente l’avevo passato andando avanti e indietro dal Brasile, passando in quest’ultimo paese la maggior parte del tempo. I rientri successivi, due soltanto, sono stati rigorosamente in estate.
In quell’ultimo anno in cui alternavo il freddo cittadino alle spiagge tropicali, non ho speso molti soldi in abbigliamento considerato che ci attendeva un imminente e definitivo trasferimento. Si può quindi facilmente intuire, quanto vecchi siano gli abiti invernali che mi aspettano a casa.
Il risultato è che non ho niente da mettermi!!
Non sono mai stata una particolarmente fissata per la moda, ma quando esco mi piace essere a mio agio e considerato che torno più vecchia di due anni, voglio – assolutamente – sentirmi bene con me stessa.
Dopo circa tre anni di ciabatte, bikini e parei, quasi ho scordato cosa vuol dire vestirsi con vari strati di roba, com’è la sensazione della lana sulla pelle o come ci si sente con addosso un piumino. Con questa temperatura afosa, il solo scriverlo mi fa sudare.
Partendo dal presupposto che temo di aver dimenticato gran parte delle cose che fanno parte del mio vecchio guardaroba [che si trova a casa dei miei suoceri, visto che casa nostra l’abbiamo affittata], cerco di trovare mentalmente qualcosa che possa ancora andare bene e non farmi apparire una che si è scordata di uscire di casa per tre anni e tutto ad un tratto torna a fare la bella vita.
Punto tutto sugli evergreen, quei capi che non passano mai di moda, come il mio giubbottino di pelle nera. Lo indosserò anche con la neve, per cui spero proprio che la primavera non si faccia attendere troppo.
Mi ha accompagnato in Brasile varie volte, fino a quando ho preso la saggia decisione di separarmene definitivamente… per il suo bene!! Uno dei problemi principali del vivere in un paese tropicale, con un clima umido [quel bastardo che riesce ad arricciare anche i capelli più lisci e fini del mondo, tipo i miei!!], è la muffa. Nemica temuta ed odiata, per quanto gli armadi siano aperti, tanto da ridursi a delle tavole incastrate con dei pali, per quanto le finestre rimangano spalancate tutto il giorno, lasciando entrare sole e aria, per quanto si cerchi di utilizzare il più possibile gli abiti, lei vince. Sempre.
Il nero, il rosso ed eventuali macchioline apparentemente invisibili, sono il suo pane quotidiano. La pelle, il suo dessert preferito. Ecco perché ho deciso di lasciare in Italia cose che potrebbero essermi utili qui, in vista di un viaggio, ma che in alternativa rischio di dover buttare, come è già successo con l’altro mio compianto e adorato giubbottino di pelle e maglia, comprato a NY. Letteralmente disintegrato.
Vestiti ne ho a sufficienza per sopravvivere fino alla prima giornata di shopping italiana, che non tarderà ad arrivare. Voglio fare quelle cose che non ho mai sopportato, tipo una lunga giornata in famiglia in un centro commerciale, dove sei costretto a fermarti ogni tre passi per salutare qualcuno che conosci e che non puoi far finta di non vedere.
Spero che nei negozi ci siano già in vendita abiti estivi, li ho sempre usati anche durante l’inverno, così come non ho mai indossato calze, qualunque fosse la stagione [leggings esclusi].
Pantaloni e jeans non passano mai di moda, per cui dovrei cavarmela. E comunque li uso per lo più durante il giorno, essendo più il tipo da gonna.
Maglie leggere a volontà, maglie pesanti a sufficienza.
Scarpe… un disastro.
Tra i “sempreverdi” ci sono le irrinunciabili Converse e un paio di stivali bassi, stile motociclista, che fanno esattamente al caso mio. Per la sera ho solamente sandali e alcuni stivali vecchi come il cucco, che non ho intenzione di indossare.
Quindi torniamo ai sandali.
Parlando con mia sorella su Skype e vedendola coperta come fosse una esquimese, mi sono fatta prendere dal panico. Fortunatamente mi ha assicurato che dividerà con me il suo guardaroba, nonostante i nostri gusti non sempre combacino. Parlando poi con la mia migliore amica G., sempre su Skype [Dio lo benedica!!] e vedendola intenta a preparare la cena alla sua secondogenita di un anno, indossando una canottiera, mi sono ripresa. Credo fossero i fornelli, la bambina in braccio e la stanchezza tipica di una mamma a farle venire le caldane, ma una volta arrivata in Italia, in caso di gelo, non escludo di poterla imitare senza grandi difficoltà. Anche le mie amiche mi hanno dato piena disponibilità coi loro armadi, corporatura simile permettendo.
Non abbiamo ancora comprato il biglietto, ma abbiamo in
programma di partire la prossima settimana. Potrebbe essere lunedì come
venerdì e in entrambi i casi, si parla di una manciata di giorni. Ho
iniziato poche ore fa ad organizzare le valige, non voglio farmi trovare
impreparata, che va bene il volo last minute, ma quaranta giorni fuori
sono un pò troppi per un bagaglio fatto in fretta e furia.
Lascio il mio nuovo mondo temporariamente. Lascio il luogo nel quale voglio vivere, con la mia famiglia. Con il sole sulla testa e la sabbia sotto i piedi. Un paese che mi ha donato più di quanto meritassi e che mi promette ancora grandi cose.
programma di partire la prossima settimana. Potrebbe essere lunedì come
venerdì e in entrambi i casi, si parla di una manciata di giorni. Ho
iniziato poche ore fa ad organizzare le valige, non voglio farmi trovare
impreparata, che va bene il volo last minute, ma quaranta giorni fuori
sono un pò troppi per un bagaglio fatto in fretta e furia.
Lascio il mio nuovo mondo temporariamente. Lascio il luogo nel quale voglio vivere, con la mia famiglia. Con il sole sulla testa e la sabbia sotto i piedi. Un paese che mi ha donato più di quanto meritassi e che mi promette ancora grandi cose.
Voglio vivere qui, anche quando la strada lasciata e non percorsa sembra la più semplice, anche quando quello che manca, sembra essere la migliore delle soluzioni.
“Se io provassi a rilassarmi, andrei a pezzi. Ho sempre vissuto così, da tanto tempo, e anche adesso è l’unico modo in cui posso vivere. Se una sola volta mi lasciassi andare, non potrei più tornare indietro. E se andassi a pezzi, il vento mi spazzerebbe via. Perché non lo capisci?”
[Haruki Murakami – Norwegian wood]
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quante cose!
innanzitutto complimenti per il passaporto blu! 🙂
non so cosa voglia dire esattamente comprare un biglietto aereo con una settimana di anticipo, io di solito lo compro almeno 4 mesi prima … pe stare un paio di settimane… voi 40 giorni, wow!!!!
attendo con ansia i racconti del viaggio e del soggiorno in italia.
per me tornare in italia e' sempre un tuffo nel passato, ma anche un modo per vedere i segni del tempo….
buon viaggio!!
Generalmente anche noi compriamo i biglietti in anticipo. Il problema è che i voli in questi giorni sono carissimi e stiamo facendo il possibile per non mancare il matrimonio dei nostri migliori amici, che sarà domenica prossima!!
Come ben sai il viaggio mi preoccupa e non poco, ma incrocio le dita perché tutto vada bene!!
Spero di riuscire ad aggiornare il blog in tempo reale.
buona partenza.
Roma ti attende per ricordarti chi sei e poi tornare dove sei diventata.
buona pasqua.
Non vedo l'ora di godermi un pò la capitale, anche se io sono toscana ed è lì che passerò la maggior parte del tempo.
Roma sarà il mio viaggio all'interno del viaggio. Sarà famiglia e bellezza.
Buona pasqua anche te cara!!
I tuoi post sono sempre lunghissimi ma nn mi stanco mai di leggere..le foto che metti alla fine mi piacciono tantissimo. Potresti mettere la minigonna che hai nella foto e mettere sotto un paio di leggins neri qui in Italy! Quando arrivi passa il tuo tempo con le persone con cui hai davvero voglia di vedere e di toccare e lascia solo ai saluti le altre. Prendi dalle prime quello che ti accarezza la pelle e l'anima e sii orgogliosa di far loro conoscere il tuo bimbo bellissimo.
Aspetto i post in Italia, sono curiosa di leggere le tue emozioni. In bocca al lupo
Proprio ieri stavo riflettendo sul fatto di quanto siano prolissi i miei post. E' che non riesco a scrivere, se non sento quello che voglio dire e quando comincio a buttare giù parole, sono come un fiume in piena. Mi manca il dono della sintesi, ecco!!
Spero di poter curare il mio blog anche dall'Italia. Crepi il lupo.
Che bellissima foto!!!! Sono contentissima per voi… spero che nei 40 giorni in cui starete qui arrivi il caldo anche qui!!!! quindi… potresti farcela con pochi capi nuovi! Buon ritorno in Italia…
leggerti è sempre motivante!
Nina
Chissà davvero che non riesca a portare un pò di caldo tropicale, con me in viaggio!! Magari metto anche un costume in valigia 🙂
E' bello sapere che continui a leggermi.
Un abbraccio Nina!!
buon viaggio!!! chissà che il sole non lo portiate voi! ma che cosa fate di bello in Brasile?! sono proprio curiosa, vi siete inventati un lavoro lì o è il lavoro che vi ha fatto migrare? piacerebbe davvero molto anche a me con il sole sulla testa e la sabbia sotto i piedi… un abbraccione!
Spero tanto che il caldo ci segua!!
Siamo partiti per lavoro, un'occasione imperdibile, che col tempo si è rivelata quella giusta. Presto dovrebbero pubblicare una breve intervista, nella quale parlo proprio di questo. Metterò il link, così potrai scoprire qualche dettaglio in più!!
Un abbraccio grande.
Non vedo l'ora di tornare qualche giorno in Italia io, che manco da soli 5 mesi…figurati dopo 2 anni…e ho una lista infinita di cose che vorrei fare quando torno, e posti dove vorrei andare, e ristoranti dove vorrei mangiare! 🙂 La cosa che mi ha fatto effetto quando sono tornata la volta scorsa, dopo 6 mesi via, è come la vita delle persone che erano rimaste a casa fosse rimasta quasi la stessa, mentre io ero così cambiata e quante cose avevo vissuto!! E' come se per chi è rimasto andasse al rallentatore, perchè i cambiamenti avvengono più lentamente! Buon viaggio!
E' la stessa sensazione che provo io, ad ogni ritorno. Mi sento di un altro pianeta, mi sento diversa e probabilmente lo sono.
Io conosco benissimo le loro vite, mentre gli altri non hanno idea di come sia fatta la mia.
Però è bello anche per questo… tornare e sentirsi nuovamente a casa. Anche io ho in progetto tantissime cose, voglio fare, fare e strafare!!
A proposito delle vite degli altri…
Anch'io fino ad un certo punto ho pensato che io fossi cambiata e nessuno sapesse nulla di me mentre le vite di chi restava erano così immobili al punto da non avere "segreti"; poi mi son resa conto che non è affatto sempre così.
Bisogna essere molto attenti però per cogliere i cambiamenti di chi rimane, perché quando torniamo siamo presi da mille cose e soprattutto da ciò che ricordavamo, non da quello che non conosciamo.
Lasciarsi stupire può essere piacevole.
Quando ho intravisto bagliori di novità, piccole e grandi cose che mutavano lontano dai miei occhi è stato un po' dolceamaro, ma in fondo sono stata contenta, non saprei come definirlo, mi ha dato la misura di un passato plastico, che si trasforma anche senza di noi.
Porta un po' di sole con te che qui manca da tanto tempo!!!! Bentornata!!!
Ci proverò, promesso!!
Godetevi il viaggio, salutateci le nostre terre (a me e mio marito intendo :D) e se possibile aggiorna aggiorna aggiorna!!
Porterò i vostri saluti e spero di riuscire a scrivere presto… con l'aiuto delle nonne, troverò sicuramente il tempo per farlo!! 🙂
Ciao:) capito ora sul tuo blog, che ho trovato davvero interessante. Infatti mi aggiungo ai tuoi lettori 🙂 buoni preparativi x la partenza!!! Se ti va passa a trovarmi 🙂
http://blogpercomunicare.blogspot.it
Grazie per esserti presentata!! Passerò sicuramente a trovarti.
Lo sai che quasi quasi ti invidio? Starei nel mio habitat: sole in testa e piedi sulla sabbia! Anche io ho avuto una esperienza simile, lontana da tutti, contare solo su te stessa e su tuo marito. Attenzione però che quella corazza è solo apparente. Abbiamo sempre bisogono delle nostre origini, della nostra terra. Solo un pò , magari il tempo di riossigenarsi di noi per poi ritornare dove viviamo serenamente! Ti abbraccio tantissimo cara
E' proprio così. Sento il bisogno di tornare per farmi una massiccia dose d'amore, qualche bella mangiata e un pò di acquisti italiani, per poi tornare a vivere serena e carica nel luogo che abbiamo scelto e che amiamo profondamente!!
Spero però di non dover più stare lontana due anni… e se proprio dovessi, che sia per un motivo bello come lo è stato questo!! 😉
Ti abbraccio forte anche io.
Buona immersione in un mare d'amore in Italia.
A volte il nostro adorato oceano non ci può arrivare a tanto.
A presto.
Parole perfette.
A presto.
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