Sabato sera a teatro, per assistere ad uno spettacolo di danza, di vario genere. La mia passione. Una serata diversa, da passare in compagnia di mia madre. Io e lei da sole.
Indosso un tubino di pizzo nero e calzo tacchi vertiginosi. Mi trucco come di consueto, senza eccessi, perché mi preferisco così, al naturale. Penso di essere troppo in tiro, continuo a chiedermelo per tutto il tragitto di strada e quando arrivo mi convinco che sì, sono molto elegante e ne sono felice. Adoro piacermi ogni tanto, come ogni donna e non mi infastidiscono gli occhi puntati addosso.
Lo spettacolo mi piace, lo trovo interessante. Però fa molto caldo, a tratti fa troppo caldo. Ad un certo punto il vestito sembra stringere il mio torace ed il respiro diventa affannoso. Mi guardo intorno ed è tutto scuro. Ho sete e non ho niente da bere. Mi rendo conto che se volessi uscire, dovrei scavalcare tante persone. Mi sembra infattibile e mi sembra anche che ci sia poca, pochissima aria. Mangio una caramella, ma la gola continua ad essere secca, la sento chiudersi. Il respiro è sempre più corto e per un’attimo, mi sento persa. Completamente ed irrimediabilmente.
Conosco quella sensazione, nonostante non mi faccia visita da anni. Da quando mio figlio è arrivato a casa, mi pare. Però la riconosco e provo a controllarla, riuscendoci. A fatica ritrovo regolarità nel respiro, il cuore rallenta e il sudore si raffredda. Riesco a terminare lo spettacolo e anche a goderne di una parte. La mente però, continua a fare salti dentro la testa, passando da uno stato d’animo all’altro e l’unica cosa che posso fare è ignorarla, negandogli l’importanza che cerca.
La notte passa tranquilla e quando penso di aver raggirato quel vecchio mostro, lo sento tornare, più arrabbiato del giorno prima. Sento qualcosa di orribile dentro e comincio ad avere paura. Non è un attacco di panico, quello stato lo ricordo bene. Ne ho sofferto in passato e so riconoscerlo perfettamente, così come riesco a capire benissimo come si chiama quello che sento.
Ansia.
Quel macigno che si posiziona sul petto e pesa. Spinge sullo stomaco, in quel triangolo appena sotto il seno e taglia il respiro, rendendolo esageratamente corto ed inefficace. I pensieri quotidiani vengono occupati da un nuovo lavoro: respirare. L’azione più normale, diventa il compito più difficile da svolgere. Sembra che tutto giri intorno a quello e riuscire a condurre la solita vita adesso sembra impossibile, come fosse un ricordo lontano. Mi sento triste e oserei dire depressa, forse esagerando.
L’ansia non arriva mai sprovvista di agitazione e cancella tutto il resto. Il bello smette di essere tale e guardare le cose in maniera positiva diventa complicato, quanto fingere che tutto vada bene.
Ho sempre il controllo di me e odio perderlo, così come so di essere l’unica in grado di curarmi. Questa volta però, non mi sembrava fattibile. Da un momento all’altro sono caduta, inaspettatamente e sono scivolata in fondo ad un buco nero. Ho continuato a scendere, fino a non riuscire più a vedermi. Mi sono persa dentro me stessa e non riuscendo a scorgermi, il panico è aumentato. Ho passato giorni persa in un mondo oscuro, privo di finestre e di qualunque allegria. Non so come sia potuto accadere o forse lo so, ma non lo ritengo abbastanza. Non dopo tutto quello che è successo.
Vorrei spiegare all’organo che risiede dentro la mia testa, che non può passare la vita a riflettere e rimuginare su ogni piccola cosa, ogni avvenimento. Vorrei fargli capire che esiste un giusto peso per ogni cosa e che è possibile farsi scivolare di dosso alcuni eventi. Non tutti certamente, ma qualcuno. In quanto cervello, è fatto ovviamente per pensare, ma sarebbe opportuno se lo facesse senza impazzire o perdere il controllo. Poi mi piacerebbe parlare con un altro organo, quello che occupa il mio petto, sulla sinistra e dire anche a lui di prendere la vita con un po’ più di leggerezza, spiegargli che non può farsi carico di tutto e che di questo passo, quel battito frenetico potrebbe portarlo alla rovina. Infine farei un giro ed andrei a trovare uno stato d’animo che mi viene da sempre attribuito, l’abbraccerei e gli consiglierei di prendersi una bella vacanza. Direi quindi alla mia sensibilità di scomparire per un periodo, possibilmente lungo e di tornare solo più tardi o all’occorrenza.
Nei giorni passati ho sentito solo ansia, come non l’avevo sentita mai e in tutta quella confusione emozionale, sono giunta alla conclusione che non c’ho capito assolutamente nulla. C’è un gran macello qui dentro, emozioni vecchie e nuove mescolate e senza una collocazione precisa. Vanno, vengono, talvolta tornano. Non lascio andare niente e sembra assurdo, detto da una che abita a ottomila chilometri di distanza e che ha già lasciato tutto. Eppure è così, qui dentro contengo moltitudini, citando Walt Whitman.
Non prendo calmanti, mi sono sempre rifiutata. Il massimo che ho fatto è stato prendere un Valium durante un volo, nel periodo in cui prendere l’aereo mi impauriva. Ho sempre viaggiato comunque, non è mai stata una fobia invalidante e quando è arrivato mio figlio, ho capito quanto quei voli fossero una pacchia ed io una sciocca, a non essermeli goduti. Mi sono concessa la Passiflora e nonostante fossi scettica, pare stia facendo il suo dovere. Non ne sono fuori però, non ancora.
Ieri sono partita con mio marito, in direzione pronto soccorso. Volevo un calmante da tenere sul comodino, anche se sapevo che non l’avrei utilizzato. Sono una viziosa e temo sempre di diventare una viziata, ma lo volevo comunque. Così siamo usciti io e lui, come non accadeva da mesi. Lavora tanto in questo periodo e nonostante lo faccia vicino a me, non passiamo molto tempo insieme. La strada era bloccata, per confusione dovuta a piccole rivolte di cui non sto a parlare così, per raggiungere la città, siamo dovuti passare da quella che nell’ultimo post definisco ‘favela’. Non lo facevamo da tanto ed è stato interessante notare quanto poco gli si addica questa definizione, vista la somiglianza col centro città. È stato inaspettato ed io ero serena. Riuscivo a respirare senza fatica, senza la sensazione continua di soffocamento, così il pomeriggio al pronto soccorso si è trasformato in un pomeriggio di shopping pre-natalizio. Dopo giorni di buio, mi sentivo quasi spensierata, una sensazione che temevo di non provare mai più. L’ansia porta a tirare conclusioni affrettate e ad avere una visione distorta delle cose.
Oggi sto un po’ meglio, il fiato corto sembra aver trovato un equilibrio. Avere accanto la famiglia mi ha certamente aiutato, il resto l’ho fatto da sola. Ho passato giorni a studiare questo nuovo modo di respirare e mi sono adeguata. Non ho cercato di cambiarlo, ma di adattarmi. Ho continuato a fare sport, correndo su strada ogni mattina. Ho pensato che se affanno deve essere, che sia per un buon motivo.
Non so come andranno i prossimi giorni, ma intanto è arrivato Natale ed ho la mia famiglia riunita, per la prima volta da cinque anni a questa parte. Sorella a parte, che non se la passa male però, nella grande casa del suo capo, col sedere a mollo in una piscina che affaccia sul fiume, da qualche parte vicino a Brisbane, in Australia.
Colgo l’occasione per fare gli auguri a tutti voi.
Questo non era certo il post che avevo pensato per Natale. Mi sarebbe piaciuto descrivere l’inadeguatezza di Porto Seguro durante questa festa. Il caldo e le palme che stonano e qualche Babbo Natale sparso in qua e là, che non basta a rendere credibile l’atmosfera.
Questo non era certo il post che avevo pensato per Natale. Mi sarebbe piaciuto descrivere l’inadeguatezza di Porto Seguro durante questa festa. Il caldo e le palme che stonano e qualche Babbo Natale sparso in qua e là, che non basta a rendere credibile l’atmosfera.
Invece va così e follia mentale a parte, potrebbe andare peggio. Così, considerata l’incertezza di un domani che non riesco a decifrare, in questa festa mi regalo un giorno, uno solo per adesso, purché sia felice.
Lui invece, mi ha regalato questa. La mia “nuova”, romantica, macchina per scrivere portatile.
La amo.
Lo amo.
“L’ultima cosa di cui ho bisogno è la sensibilità. […]
Mi sembra che davvero non abbia senso.
Voglio che tutta la mia vita sia spalmata di anestetico locale.”
[Survivor – Chuck Palahniuk]
[Survivor – Chuck Palahniuk]
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è anche una mia vecchia compagna di viaggio, oggi grande alleata per capire quando qualcosa non va. Respira..non averne paura 🙂 lascia andare le cose come devono andare, ci ricorda che siamo vivi e umani :*
Esattamente come dici tu, anche io cerco di renderla una mia alleata. Perché in qualità di nemico, vince sempre lei!!
Sul lasciare andare le cose, ci sto lavorando. Ma credo sia il miglior consiglio!!
Mi sembra di capire che tu abbia già individuato qualche strategia per venirne fuori.
Un grande abbraccio e buon Natale!
Direi di sì. Non sempre funziona, ma conto su dei buoni risultati!!
Buon Natale a voi tutti. Un abbraccio grande grande
Ho provato la sensazione che descrivi, se ne va anche per lunghi periodi e poi tutt'un tratto torna. Poi però sparisce e io sto aspettando il giorno in cui potrò dire di aver superato tutto (o almeno buona parte), così che l'ansia non tornerà.
Buon Natale 🙂
Personalmente sono dell'idea che una volta conosciuta, non se ne vada mai definitivamente. Basterebbe rimanesse dov'è, lontano o nascosta da qualche parte. Purtroppo non sempre la nostra volontà è sufficiente, per impedirle di tornare a farci visita. Ma finché va e viene, sappiamo di poter vincere. Non è mica poco!!
Buon natale, senza ansia 🙂
AUGURI brutta cosa l'ansia, bellissima invece la tua Olivetti, come non innamorarsene? Anche se farei fatica, ma anni di dattilografia a tastiera cieca non sono stati spesi invano, ora vado come un fulmine e di sicuro saprei sfruttare, con qualche inciampo, la tua fiquissima macchinetta.
Un abbraccione Eva, che quell'altalena ti faccia volare ancora più in alto dei tuoi sogni.
Sandra
Ero certa che ti sarebbe piaciuta!! Da ieri sera sto cercando di prenderci confidenza, la cosa divertente è che nonostante gli anni passati e la tecnologia alla quale siamo abituati, si fa utilizzate in maniera intuitiva. Ho indovinato da subito tasti che non conoscevo!!
Seppur poco, spero di farne buon uso.
Tanti auguri e un abbraccio grande.
Come ti capisco purtroppo…a meta' della descrizione avevo gia' capito di cosa si trattava, potrei averla scritta io mille e mille volte. Sono d'accordo con te, credo che una volta provati ansia o panico, poi non sia piu' possibile liberarsene, cioe' possono non esserci per lunghi periodi ma basta un pensiero che lavora dentro, magari cosi' nascosto da non riuscire neppure ad individuarlo, ed ecco che riparte la giostra. C'e' da dire pero' che ogni volta diventiamo piu' brave, ci mettiamo di meno a re-imparare a respirare, no? Che cosa strana che e' la mente pero', che ci rema cosi' contro!
Tanti auguri di Buon Natale, spero che da ora in poi sia tutto in discesa e l'affanno sia solo quello della corsa!
Come premesso nell'altro commento, sapevo che avrei trovato empatia con questo post. Questa volta purtroppo, non sto riuscendo facilmente a trovare il modo per respirare tranquillamente. Ci riesco, ma sono così fragile che basta niente per tornare al punto di partenza. La cosa più brutta, che non mi era mai capitata, è che mi sento come se niente riuscisse ad appagarmi. Non sento niente e la cosa mi spaventa molto.
La mente è davvero un luogo strano e spero che nella mia torni presto un po' di luce, quella calda che scalda dentro.
Buone feste carissima e grazie per il tuo commento!!
È dall'ultima iui che sto così. È difficile uscire dal "sipario nero" come lo chiamo io. A volte mi sembra di essere ripartita ma poi mi basta un regalo che dimostra ip menefreghismo di persone che dovrebbero volermi bene per rimettere in discussione tutto.
Il fatto è che il sipario nero fa vivere ogni sensazione come assoluta, come se non potesse cambiare.
Spero di uscirne presto perché odio la negatività e la sfiducia.
Certamente poi mille auguri a voi che siete vita bellissima e piena. Vi bacio da qui a lì
"Il fatto è che il sipario nero fa vivere ogni sensazione come assoluta, come se non potesse cambiare." Questa frase dice tutto. Davvero quando viviamo nell'ansia, tutto sembra negativo ed irrisolvibile.
Come ho già scritto, quello che mi spaventa è il fatto di non sentire nulla, se non dolore. Un dolore che non è forte come altri già passati, ma che lo è sufficientemente per non pensare ad altro.
Ti abbraccio
Come conosco quello che descrivi.
Solo tu sai come poter riprendere a respirare. Solo tu.
P.s
Tranquillanti out, concordo.
Fiumi di gocce di Bach, si però!
Buon natale Eva bella.
Hai ragione Anna, solo io posso curare me stessa ed è proprio questa fragilità che sento, che mi impedisce di farlo. Ci sono sempre riuscita, sta volta ci vorrà solo un po' di più. Spero.
Ho provato Passiflora e funziona, ma mi stordisce tanto, troppo. Vedremo.
Spero di cominciare presto un percorso psicologico. Lo desidero molto.
Buone feste cara!!
Bellissima Eva….Buon Natale. E respira, respira, ingoia aria pura più che puoi!
Grazie mille Anto. Ci provo!!
Buone feste a te e alla tua bellissima famiglia.
Hai provato yoga?? Calma moltissimo! Ps. Augurissimi!!
Mai provato e mi piacerebbe molto. Passate le feste mi informo!!
Auguroni a te.
A me ha aiutato molto lo yoga. Adesso non ne posso più fare a meno… Un bacio da Roma con affetto sincero 🙂
A gennaio vado ad informarmi e provo. Magari insieme ad uno psicologo… mi piacerebbe molto cominciare un percorso con qualcuno che possa aiutarmi a fare luce in tutto questo buio.
Un bacio a te e alla tua meravigliosa famiglia!!
Spero che l'ansia ti abbandoni, e che tu possa essere serena.
Tantissimi auguri.
Lo spero tanto anche io. Grazie!!
Auguri a te.
Cara Eva,
eccomi in ritardo a farti gli auguri di Natale, e in anticipo per un nuovo anno sereno.
Non so come scrivertelo, ma purtroppo credo sia più che umano il tuo stato d'animo. Cerco di spiegarmi meglio. Ti ho seguita tanto e quello che ho potuto intuire tra le righe è che forse non hai avuto modo di vivere il tuo lutto, le tue paure fino in fondo. E purtroppo certi aspetti della vita non sono controllabili, e lasciarsi andare al dolore non è semplicissimo.
Saper di ripetere un'esperienza che riporta a galla tutte le paure, lo spaesamento, le lacrime è tosta,è dura. L'ho provato sulla mia pelle, è traumatico, è un lutto.
Una cosa ho imparato …il dolore bisogna lasciarlo libero di andare via.
E poi che male c'è a chiedere aiuto quando si sta male? Anzi ci vuole coraggio a chiedere aiuto. Vuol dire essere coscienti dei propri limiti, vuol dire avere coraggio di guardarsi allo specchio nudi senza l'abito della festa.
E chissà, forse non è un caso che sia successo in compagnia della tua mamma. Quando magari finalmente potevi permetterti di essere vulnerabile ai sentimenti più profondi.
Non so Eva, se ho scritto male, troppo. Spero solo di averti trasmesso empatia e comprensione.
Sarebbe bello ascoltarti, parlarti e abbracciarti di persona…
Con affetto
Questo commento non è troppo e non ha niente di male, anzi.
Mi hai commosso, perché quello che hai scritto è la stessa identica riflessione che ho fatto io. Ho pensato molto in questi giorni, nonostante sperassi di spegnere la mente. Ho pensato a tutto quello che abbiamo affrontato negli ultimi anni e forse ho sbagliato a dare tutto per scontato, a pensare di non farmi toccare da certi eventi. Anche mio marito mi ha detto la stessa cosa, sulla paura di ricominciare da capo qualcosa che ci ha portato tanta sofferenza ed hai perfettamente ragione, quando affermi che la presenza di mia madre possa essere stata decisiva.
È come se fossi un vaso e tutto quello che sentivo di poter tranquillamente contenere, avesse improvvisamente raggiunto il culmine e avesse cominciato ad uscire, prima attraverso piccole crepe e poi ancora, fino a scoppiare. Scrivo male, scrivo di fretta, spero tu possa capire. C'è ancora tanta confusione qua dentro e spero di riuscire da sola, o con un po' di aiuto, a riordinare questo caos e ritrovare l'equilibrio. Voglio tornare a vedere la bellezza intorno a me, che adesso sembra essere scomparsa, nascosta non so dove.
Grazie, grazie con tutto il mio cuore.
Sarebbe bello incontrarti e queste stesse parole sentirle e pronunciarle.
Ti abbraccio, con altrettanto affetto.
Cara Eva,
penso di aver capito le tue parole.
Sai, io sto imparando a non andare più in giro con un bel vaso pieno di sentimenti, paure, traumi… I sentimenti, le emozioni belle o brutte sono sempre emozioni che fanno parte di me.
Accettarmi ed amarmi sempre di più, rende il vaso inutile.
Grazie per esserti aperta ed aver condiviso questa tua parte così fragile e dolce.
Un caldo abbraccio.
Che strano passare di qui per caso e leggere una situazione simile a quella che, a tradimento e del tutto imprevista, si è impossessata di me il Natale dello scorso anno, proprio nel periodo dell'anno più gioioso. Anche se solitamente non do consigli ti siggerisco solo di non sottovalutare queste "crisi". In bocca al lupo e buone feste!
Che belle cose che ti hanno scritto Eva.. Lo vedi che i tuoi post suscitano nei tuoi lettori sempre tante riflessioni che vengono dall'intimo? E' una bella cosa!:-)
Cosa posso aggiungere quindi?
Che conosco bene quello che hai descritto perché il mio amore ci convive da tanto, e ha imparato a conviverci. Con tanta fatica ovviamente. Le tue capacità di auto analisi e di lettura sicuramente ti aiutano, ed hai ragione ad usare l'ansia come "termometro", può essere addirittura utile a rallentare nei ritmi e nelle aspettative che abbiamo per noi stessi. Hai detto che è come se fossi un vaso; mio marito un giorno mi disse di sentirsi come un bicchiere pieno, che stava trasbordando. Quando arrivi all'orlo è giusto lasciare andare un po'.. Le forze che hai dentro di te sono innumerevoli, e al momento giusto vengono fuori, come hai già dimostrato.
(noi oltre allo yoga abbiamo scoperto anche la Mindfullness, una tecnica di approccio alla quotidianità moooolto interessante!) 😉
Chiudo augurandovi un anno sereno, pieno di questo mare pazzesco che è il vostro vicino di casa, insieme e bellissimi come siete adesso. Tanti abbracci!!!!!
Che bel regalo… e che bello l'amore che vi lega, si respira sempre in ogni tuo post.
Penso che questi segnali non sono da sottovalutare (non dico che lo stai facendo eh). Non me ne intendo per niente, per cui non voglio esprimere pareri che magari non sono corretti… ma credo che sia sempre giusto porre attenzione a queste reazioni del nostro corpo e volerci bene.
So che ce la farai!
un abbraccio grande e buon anno!
Bia*
anche io sono innamorata di una macchina per scrivere identica (ma verde) che è in soffitta, dai miei genitori, solo che non ho i rullini per l'inchiostro e allora come usarla?
tanti auguri cara Eva, anche io ho spesso questi "blocchi" e il mio cuore in autogestione sembra impazzire del tutto, non è facile.
comunque questo messaggio è per augurarti un favoloso 2015! per la tua famiglia intera e in particolare il piccolo NE***
un abbraccio
A
http://www.edicatrentatre.wordpress.com
A volte il nostro cuore e la nostra senisbilità ci ricordano che esistono..e che non possiamo sempre imporgli noi come si devono sentire….e succede quello che hai provato tu. Però sei stata bravissima a circondarti della tua famiglia, dei tuoi affetti e delle tue sicurezze..spero tanto che queste brutte sensazioni non tornino più, ma se dovessero tornare tu le conosci, sai come affrontarle…la cosa più saggia è dargli ascolto e chiedergli il perchè del loro manifestarsi, e cercare di volergli bene, perchè sono sempre una parte di te, anche se scomoda e fastidiosa. E ora ti auguro un 2015 fantastico, e ti mando una abbraccio fortissimo con tutto il cuore!!!!!
Auguri Eva. Ti auguro un anno senza ansia e con tanta spensieratezza.
uh…..
arrivo tardi, timando un grande abbraccio, sperando che tu stia meglio
Mi dispiace. L'ansia è una brutta bestia e spesso ne soffro anche io, anche se sicuramente per ragioni diverse. La si combatte affrontandola, accettandola, parlandone come hai fatto tu.
Ti ammiro tanto. Sei bella, coraggiosa e intelligente.
E quella macchina da scrivere rosa sfornerò tantissime belle cose, lo so!
Ti abbraccio forte! Buon anno!
Nei giorni scorsi ho realizzato che era da molto che non leggevo un tuo post. Ho scoperto che non ho ricevuto più gli aggiornamenti di bloglovin! Sei passata a wordpress e non me ne ero accorta. Ho letto di fila gli ultimi post! Tanta roba e tanta vita. Buon anno Eva, il tuo bimbo è uno splendore.
Buon Anno cara Eva!!! E' un periodo no, perciò non ho scritto prima… ma ormai so che servono anche queste fasi nella vita, oserei dire che sono quasi fisiologiche! Leggendo quest'ultimo post mi ci sono ritrovata molto, come spesso accadde quando ti leggo…sei molto spontanea ed onesta, non temi di fare vedere i tuoi lati più fragili e delicati e questo, a mio avviso, ti fa molto onore e ti rende così splendidamente imperfetta ed umana…così bella!!! Conosco le sensazioni di cui parli, le ho provate anch'io, le ho superate anch'io, sono sempre lì in agguato ma penso che oggi come oggi abbiano più paura loro a mostarsi che io a riconoscerle…penso di non avere tempo per l'ansia in questo momento della mia vita, o forse è talmente radicata in me che stento a riconoscerla! Comunque, come a tutto ciò che fa parte di me, mi affeziono e non so più vivere senza…con i dovuti limiti s'intende!!! Che commento sconclusionato, scusami…resta la sostanza, tante cose belle a te ed ai tuoi cari!!! Un abbraccio
che bella porto seguro!!Oramai sono 10 anni dal mio viaggio!!!Ti seguo!!
Tutti i giorni guardo se ci sono nuovi post… Ma nulla e il tuo silenzio mi fa un po' preoccupare, spero tornerai presto a scrivere…
Hey, come stai? Mi piacerebbe leggerti per sapere come va :* torna presto!!!
Ciao,
Spero che questo silenzio significhi che sei impegnata in laboriose pulizie di primavera interiori… Tanto da te la primavera c'è tutto l'anno!
Ogni tanto passo di qui e questo lungo silenzio un po mi preoccupa e un po lo capisco /condivido.
Pero mi permetto di consigliarti un libro per guardare con occhi diversi la tua meravigliosa Olivetti, "natura morta con picchio" di Tom Robbins. Oltre a essere scritto divinamente, è un libro che aiuta a fare la pace… Viste le citazioni che metti credo ti possa piacere.
Un abbraccio
V
ciao, anche io passo sempre… ci manca il tuo modo di descrivere la vita!
a presto (spero)
un abbraccio,
A
Ciao eva.
Ti leggo sempre e mi manca la tua vita.
Spero tu stia bene perché è da tanto che non scrivi e mi manchi tanto
Bé quando hai intenzione di tornare? Noi ti stiamo aspettando! Un bacione!
Ti penso!
Un abbraccio
Dai Evina, tra un po' è pasqua! Un bacio grande vale
Scoperto questo blog ieri e non ho certo letto tutto. Bellissime le foto dei luoghi e del tuo meraviglioso bambino. Mi chiedo – e scusami se sono indelicata invadente, magari presuntuosa – perchè se vuoi un altro figlio hai scelto di percorrere la strada delle PMA?
Perché non adottare un altro figlio? In Italia la strada dell'adozione è talmente complessa e proibitiva che per molti è semplicemente impossibile adottare. Ma mi pare di capire che in Brasile non sia così. E allora perché privare un bimbo che sicuramente da qualche parte è già in attesa di voi della gioia di fare parte della vostra famiglia? Perchè privilegiare un bambino potenziale che ancora non c'è rispetto ad un bambino reale?
Tante altre cose vorrei dire ma girano tutte attorno a questa. Quindi ti saluto e chiudo sperando che tu mi legga e abbia voglia di rispondermi perchè ho visto che non pubblichi niente da un bel po'
Auguri, comunque, per tutto…
Marianna
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