È con lei che sono cominciate le vacanze. La prima tappa europea, dopo svariati mesi di Sudamerica.
Un volo stupendo, quello che ci ha condotti a Lisbona. Otto ore soltanto la tratta che parte da Salvador, un viaggio davvero breve per noi che siamo abituati a passare dodici ore chiusi in un aereo.
Siamo atterrati il 6 maggio, partendo un giorno prima e mentre scrivo, mi sembra sia passata una vita. In effetti ci è passata tutta la mia vita italiana, che si riduce a poco più di un mese nell’arco di un anno, ma che essendo totalmente diversa dalla routine brasiliana ed essendo molto concentrata, nel consueto tentativo di farci entrare più cose di quante il tempo permetta, acquista un valore differente. Oltretutto, ci sono passate dentro altre bellissime città e quando si viaggia, accade che il tempo non è più scandito dalle ore e dai giorni, ma bensì dai ricordi che si accumulano. Quanti ce ne ho messi dentro in quei giorni, li ho arrotolati e piegati bene, così da riuscire a portarli in viaggio con me, meta dopo meta. Un bagaglio sempre più pesante, come quello della vita. Ce lo trasciniamo dietro senza mai smettere di riempirlo, come se non ci fosse un fondo, né una fine. Come se non esistesse destinazione. Fino a quando diventa impossibile continuare a tenerlo con noi e siamo costretti a mettere qualche memoria da parte, in una scatola o magari in un baule, nascosto nella soffitta dell’anima. Mettere via, senza buttare mai niente. Nessun ricordo si può cancellare. Al limite dimenticare, consapevoli di poterlo ritrovare in qualunque momento. Consapevoli che nonostante la polvere, non se ne andrà mai del tutto e mai per sempre.
Io quei ricordi me li sono portati fino a qui, nella mia casa dall’altra parte del mondo, dove le valige sono perennemente aperte, almeno nella mia testa.
Torniamo però a quel passato recente, ma non troppo.
Lisbona, città indimenticabile. Desiderata e voluta, tanto da metterla avanti anche all’Italia e dove abbiamo trascorso sei giorni e cinque notti. Col senno di poi, posso dire che ne sarebbero bastati meno, nonostante sia felice di averne avuti di più.
Quello per Lisbona non è stato esattamente un colpo di fulmine, eppure questa città è stata in grado di farmi perdere la testa, di farmi innamorare, tanto da sentirne il distacco una volta lasciata. Ognuno di noi si fa la sua idea riguardo un luogo prima di partire e può accadere che quando finalmente ci sei, la realtà non rispecchi l’aspettativa. Questo non significa che venga delusa, anzi. Qualche volta la realtà supera l’immaginazione, altre volte semplicemente la coglie di sorpresa.
Nello specifico, avevo disegnato nella mia testa Lisbona come la tipica capitale europea da vivere in corsa, tra musei e punti di interesse. Nella pratica, ho scoperto che ci sono tante cose da vedere, ma che la magia di Lisbona si trova in strada, nascosta tra i vicoli, sulle facciate dei palazzi, dietro le caratteristiche porte, nelle decorazioni dei numerosi azulejos e nei colori. Si trova anche nelle parole che, mentre cammini, inaspettatamente ti regala e nella musica, dalla melodia conosciuta e dai testi in una lingua a me famigliare.
L’hotel che ci ha ospitato si trova nel moderno quartiere Parque das Nações, il più vicino all’aeroporto e quindi innegabilmente comodo, soprattutto considerato che al ritorno ho fatto scalo di un giorno e una notte nuovamente a Lisbona, questa volta però sola con NE. È raro che la nostra scelta cada su grandi hotel, preferendo e scegliendo quando possibile, appartamenti. Questa volta, dopo una lunga ricerca e per motivi di praticità, abbiamo optato per un hotel con colazione inclusa, poco romantico e decisamente funzionale. Da lì siamo riusciti a muoverci con estrema facilità. La metropolitana è ben collegata, i tempi di attesa brevi e gli spostamenti rapidi.
L’Oceanário è il primo luogo che abbiamo visitato, trovandosi a pochi passi dal nostro hotel ed essendo qualcosa che sapevamo sarebbe piaciuto a nostro figlio. In effetti così è stato, NE ha amato quel posto ed io non posso negare la sua bellezza, nonostante fossi e rimanga tutt’ora reticente nell’accettare di vedere l’oceano chiuso in un’ampolla di vetro. Come ho scritto quel giorno su IG: “L’oceano è bello ovunque. Ma è più bello quando è libero.”
Abbiamo visitato il Bairro Alto, probabilmente il quartiere più caratteristico e anche turistico della città. Da lì abbiamo potuto godere di una vista meravigliosa, ammirando senza però montarci sopra l’Elevador da Bica, la nota funicolare.
Nei paraggi si trova il Miradouro de Sao Pedro de Alcantara, che domina l’Alfama con la sua imponente cattedrale, la Sé de Lisboa e il Castello di Sao Jorge.
Vista dall’alto Lisbona, è ancora più bella.
Anche il Santa Justa Elevador, altra funicolare, ci siamo limitati a guardarlo da fuori, perdendoci sicuramente la sua bellezza. D’altronde viaggiare con un bambino di tre anni e mezzo, comporta delle scelte e non pochi compromessi. NE è un viaggiatore nato, si adatta a qualunque luogo, non risente del fuso orario per quanto riguarda il sonno, mangia di tutto, cammina a lungo e spesso senza lamentarsi, affronta viaggi aerei senza dare il minimo problema… ma è e rimane un bambino e sta a noi non approfittare della sua buona volontà. Per questo motivo quindi, di fronte ad una fila chilometrica, abbia deciso di evitargli un’ulteriore attesa.
Sempre nella zona Baixa, il cuore pulsante della città, siamo stati nella Praça do Rossio, dove abbiamo mangiato un panino col prosciutto crudo eccellente, accompagnato da un bicchiere di vino rosso che lo era altrettanto. Ad attirare la nostra attenzione in questa piazza, il famigliare pavimento a mosaico ad onde bianco e nero, lo stesso che si trova nella spiaggia di Copacabana a Rio De Janeiro.
Io per prima ero curiosa di scoprire quali potessero essere le similitudini tra Lisbona e la parte di Brasile che ho potuto conoscere fino ad oggi ed onestamente non sono poi tante, al di là di qualche dettaglio estetico, della musica ed ovviamente della lingua portoghese, che a me è risultata piuttosto comprensibile, nonostante suoni in maniera nettamente diversa.
Percorrendo la Rua Augusta e attraversando il suo arco, si arriva alla Praça do Commercio. Enorme ed accogliente, fatta eccezione per i numerosi spacciatori che alla luce del sole offrono di tutto. Si affaccia sul fiume Tago e da lì si può vedere il Ponte 25 de Abril, dall’evidente somiglianza col Golden Gate di San Francisco, dominato dal Cristo Rei, ovvero una statua che imita perfettamente, seppur in maniera ridotta, il Cristo Redentore di Rio de Janeiro. Innegabile la sensazione di confusione al primo colpo d’occhio. Mi era accaduta la stessa cosa anni prima, a Las Vegas, guardando una perfetta Torre Eiffel dalla finestra della mia camera di hotel. Un po’ come se passeggiando in Trafalgar Square, a Londra, ci trovassimo improvvisamente di fronte al nostro Colosseo!!
Altro quartiere imperdibile è il Chiado, prediletto ed amato dal poeta Fernando Pessoa, al quale è stata dedicata una statua che si trova davanti al café À Brasileira.
Immancabili sono l’Igreja e il Convento do Carmo e il già sopracitato Castelo de São Jorge, che si può apprezzare meglio percorrendo le sue mura se non si ha, come nel caso di mio marito, un attacco di panico dovuto all’altezza. Conto su una mano le occasioni in cui ho visto mio marito impaurito… questa è sicuramente una di quelle!!
All’uscita è possibile degustare un buon bicchiere di vino al “Wine with a view”. Particolarissima la location, che vede un’ape rossa come bar, un’idea deliziosa per chi come noi ama il vino e apprezza il fatto di berlo di fronte ad una vista stupenda. E i calici in plexiglass, carinissimi, sono in regalo!!
Una giornata sicuramente diversa è quella che abbiamo trascorso a Cascais. Andreia, una ragazza portoghese che era stata ospite con la sua famiglia nel nostro condominio qualche mese prima e con la quale eravamo rimasti in contatto, si è offerta per farci da guida e così trascorrere una giornata insieme. Lei abita ad Oeiras, che noi abbiamo visto solo di sfuggita nel tragitto che ci ha condotti alla spiaggia di Cascais appunto.
La prima sorpresa è stata l’oceano, finalmente libero, ribelle e vitale. Mi è parso enorme, più di quanto non sembri il mare dalle mie parti, a Bahia. Ho percepito la sua profondità, ho provato timore di fronte a tanta vastità e potenza. La rabbia con cui si scaglia sulla riva non è la stessa cui sono abituata. Un mare docile il mio e di un colore che non ha niente a che vedere con l’azzurro intenso di questo mare, regolarmente in contrasto col bianco candido della spuma.
È stato emozionante soffermarsi sull’idea di trovarsi dall’altra parte dello stesso oceano. Due lati totalmente diversi del medesimo mare, l’Atlantico. Mi ha fatto pensare a quanta diversità possa coesistere in uno stesso elemento, esattamente come nel caso di noi umani.
Abbiamo pranzato sotto ad un sole piacevole, con una vista che lo era ancora di più. Tornando indietro e dopo aver preso suo figlio a scuola, ci siamo fermati a Belém, dove abbiamo potuto ammirare la nota Torre, il Monastero dos Jerónimos e dove abbiamo assaggiato i famosi pastéis de nata, nella altrettanto famosa Casa Pastéis de Belém. Buoni quanto calorici, ovvero esageratamente!!
Ancora in zona e sempre sulla riva del fiume Tago, si trova il Padrão dos Descobrimentos, il monumento alle scoperte fatte dai portoghesi, tra le quali anche quella del Brasile. E qui ho un aneddoto davvero interessante da raccontare!!
Fu infatti da questo punto esatto che partì la caravella di Pedro Alvares Cabral, il quale dopo una lunga navigazione sbarcò proprio a Porto Seguro, la mia attuale città e dove fu scoperto il Brasile. Per l’esattezza però, arrivò a Coroa Vermelha, dove adesso si trova il monumento della Primeira Missa, il quale a sua volta si trova a meno di cento metri da casa mia e dove fu celebrata appunto la prima messa, proprio sulla spiaggia dove io trascorro il fine settimana!!
Fu infatti da questo punto esatto che partì la caravella di Pedro Alvares Cabral, il quale dopo una lunga navigazione sbarcò proprio a Porto Seguro, la mia attuale città e dove fu scoperto il Brasile. Per l’esattezza però, arrivò a Coroa Vermelha, dove adesso si trova il monumento della Primeira Missa, il quale a sua volta si trova a meno di cento metri da casa mia e dove fu celebrata appunto la prima messa, proprio sulla spiaggia dove io trascorro il fine settimana!!
La visita è continuata in auto e ad oggi non ricordo tutti i nomi dei luoghi visitati, purtroppo. Sicuramente non ho scordato quanto sia più interessante vivere una città con persone del posto, piuttosto che da turista. In questo modo abbiamo potuto vedere cose che altrimenti avremmo perso.
La sera avremmo dovuto incontrarci per assistere insieme ad un tipico Fado, ma poi non ci siamo riusciti purtroppo!!
La sera avremmo dovuto incontrarci per assistere insieme ad un tipico Fado, ma poi non ci siamo riusciti purtroppo!!
Altra meta imperdibile, sempre nei dintorni della città, è Sintra. Il Palácio National da Pena, unico nel suo genere e dove coabitano lo stile gotico, arabo, rinascimentale e chi più ne ha più ne metta e il Palacio Nacional de Sintra.
Lisbona ci ha accolto con calore, come il suo clima piacevole e senza eccessi. È una città elegante, educata e a tratti vintage. Risulta famigliare dal primo istante, anche se non si svela subito. Non ha furia Lisbona ed io la raffiguro femmina, addirittura materna, con i panni perennemente stesi alle finestre, le finestre aperte ed il suo essere disordinata ma con criterio, indaffarata ma senza affanno.
Lisbona è una città moderna, dalle caratteristiche retrò. I suoi mezzi antichi, come il leggendario Tram 28, le donano un fascino che la contraddistingue. Pittoresca e un po’ malinconica, ci ha dato il meglio di sé quando l’abbiamo vissuta senza aspettative, senza destinazione. Come accade nella vita, abbiamo trovato il meglio quando abbiamo smesso di cercare.
Tutto quello che ho scritto qui è vero, ma potrebbero esserci delle imprecisioni. Mi scuso per eventuali errori e sono ovviamente ben accette precisazioni e/o correzioni di qualunque tipo. È la parte negativa dello scrivere un post in ritardo sull’evento.
Ma esiste un però, che a me piace molto ed ha a che fare coi ricordi. Cinque giorni non sono sufficienti per conoscere bene una città e di guide ne esistono un’infinità. Se dunque non sono in grado di raccontare Lisbona per quello che è, posso farlo per quello che ha significato per me.
Ma esiste un però, che a me piace molto ed ha a che fare coi ricordi. Cinque giorni non sono sufficienti per conoscere bene una città e di guide ne esistono un’infinità. Se dunque non sono in grado di raccontare Lisbona per quello che è, posso farlo per quello che ha significato per me.
Posso raccontare ad esempio di un incontro, che ha reso questa destinazione ancora più speciale. Una persona che dalla nascita di questo blog seguo e mi segue. Una persona che ho apprezzato da subito attraverso il suo modo di scrivere e raccontare la vita, le esperienze che segnano e soprattutto, Lisbona. Questa città è la sua casa adesso, come lo è per me Porto Seguro e sono certa di dovere a lei buona parte della riuscita di questo viaggio, per aver preparato la mia mente a tutto quello che poi i miei occhi hanno potuto confermare. Lo ripeto ogni volta, ma lei ha un dono nel riuscire a raccontare un luogo e fartelo vivere ancor prima di esserci stato!! Lei, che di persona è ancora meglio. Lei, che ho incontrato al Jardim da Estrela e che fin da subito mi ha fatto sentire a mio agio, come fosse un incontro con una vecchia amica. E forse è stato un po’ così, perché quando finalmente ci si conosce di persona, dopo averlo già fatto attraverso le parole, non si può dire di non conoscersi già. Ho infatti conoscenti che non sanno niente della mia vita e amiche virtuali che conoscono i miei segreti più intimi.
E così abbiamo trascorso qualche ora raccontandoci, parlando di noi, della nostra vita reale e ovviamente dei nostri figli, che erano lì, come anche i nostri uomini [quelli grandi intendo!!]. Il suo bambino, un anno di splendore e meraviglia, è stato bravissimo e NE ha giocato tutto il tempo con una nuova amiguinha.
Quindi se non l’ho fatto fino ad ora, lo faccio qui. Ringrazio Elle, una persona fantastica da leggere e da vivere, per questo incontro al quale tenevo davvero tanto. E mi riprometto ancora una volta di chiederle i selfie che ci siamo scattate, come ricordo di quel bel pomeriggio trascorso insieme, come due amiche che si incontrano ai giardini per trascorrere un pomeriggio in serenità!!
Quindi se non l’ho fatto fino ad ora, lo faccio qui. Ringrazio Elle, una persona fantastica da leggere e da vivere, per questo incontro al quale tenevo davvero tanto. E mi riprometto ancora una volta di chiederle i selfie che ci siamo scattate, come ricordo di quel bel pomeriggio trascorso insieme, come due amiche che si incontrano ai giardini per trascorrere un pomeriggio in serenità!!
Il giorno che ho trascorso a metà giugno a Lisbona, sola con NE, è stato un giorno piacevole anche se colmo di pensieri. Quel giorno ha fatto da ponte tra le mie due vite, quella brasiliana verso la quale stavo tornando e quella italiana che stavo lasciando per l’ennesima volta. Temporaneamente apolide, mi sono rifugiata in un luogo neutro. Normalmente mi appello alle dodici ore di volo per fare pace con i miei sentimenti, che ad ogni partenza cominciano una guerra. Questa volta ho avuto un po’ più tempo e il mio limbo l’ho trascorso passeggiando per il centro di questa città, mano nella mano con l’amore della mia vita, mio figlio.
Non ho mai paura quando sono con lui e Lisbona è stata gentile con me, accarezzandomi con la sua bellezza e augurandomi buona fortuna, senza dirmi addio ma solo arrivederci.
Non ho mai paura quando sono con lui e Lisbona è stata gentile con me, accarezzandomi con la sua bellezza e augurandomi buona fortuna, senza dirmi addio ma solo arrivederci.
“Vou passar a noite a Sintra por não poder passá-la em Lisboa,
Mas, quando chegar a Sintra, terei pena de não ter ficado em Lisboa.
Sempre esta inquietação sem propósito, sem nexo, sem consequência,
Sempre, sempre, sempre,
Esta angústia excessiva do espírito por coisa nenhuma,
Na estrada de Sintra, ou na estrada do sonho, ou na estrada da vida…”
[- Álvaro de Campos, Fernando Pessoa]
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Non conosco Lisbona, anche se mio marito ha lavorato con il Portogallo per 10 anni e ha fatto un viaggio di lavoro a Oporto. Bellissime foto, grazie per averle condivise, torna più spesso nel tuo blog, mi manchi. Sandra quella di Natallia
Allora tuo marito parlerà sicuramente bene il portoghese!!
Grazie a te per essere sempre presente, nonostante la mia prolungata assenza. È mia intenzione tornare a scrivere di frequente e spero davvero di riuscire a farlo!!
Ti abbraccio.
Tu mi emozioni sempre. E che bello il tuo modo di vedere Lisbona!
Un abbraccio grande.
Vale!! Non possiedo quel tocco magico che hai tu nel raccontare i luoghi, ma sono felice che ti sia piaciuta la mia Lisbona!!
Ti abbraccio forte.
E' sempre piacevole ed interessante leggerti…le tue emozioni sono espresse con grande sincerità e profondità!!! Mi sono immaginata di essere lì al tuo fianco, col tuo bellissimo bambino, grazie per questo intenso spaccato di vita e di viaggio!!! un abbraccio 🙂
La mia carissima Lia, sempre presente con le sue belle parole.
Un bacio a te e ai tuoi gioielli!!
Partirò per Lisbona verso la metà di agosto e questo post é perfetto. In tutti i sensi. Grazie 🙂
Sono già passata dal tuo blog 🙂
Buone vacanze nella capitale lusitana!!
Che bel racconto e quante belle foto!
E' stato strano per me vedervi abitare quei luoghi così familiari, che ho vissuto anch'io in una vacanza in giro per il Portogallo nel lontanissimo 2008.
Lisbona ha una poesia che non si dimentica facilmente e ti resta nel cuore!
E leggendo mi chiedevo proprio se avessi incontrato Elle lì… dev'essere stato un bell'incontro il vostro!! =)
Provo anche io la stessa sensazione, quando qualcuno visita e racconta un luogo dove sono già stata!! Avrei voluto vedere di più però…
Sì, sono stata davvero felice di averla incontrata 🙂
Non ci sono mai stata, ma mi ha fatto venire voglia di andarci!
Vale la pena inserirlo nella lista dei luoghi da visitare almeno una volta nella vita!!
Non sono mai stata a Lisbona, l'hai raccontata bene.
Perché l'ho vissuta bene, credo!! Lisbona merita davvero.
In uno dei nostri sogni di viaggio c'è il Portogallo, grazie per avermelo fatto accarezzare attraverso i tuoi occhi e le tue parole belle e dense!
De nada 🙂
Io spero di aver modo di conoscerlo meglio quel paese… Ma tra i sogni ci sono così tante mete, delle quali qualcuna non richiede nemmeno spostamenti <3
Credo di aver letto tutto il tuo blog in due giorni!!!!!!!!!!!!!!!Non so come descrivere le emozioni che ho provato: felicità, tristezza, ansia, spensieratezza, libertà, ho molto viaggiato con la mente (lo faccio poco in realtà) sentimenti contrastanti che mi hanno lasciata cmq una gioia al cuore immensa!!!!!!!!!Son due giorni che penso al tuo percorso……….Sei una donna fantastica, siete una famiglia fantastica e credo che NE abbia una madre meravigliosa……………………ciao è stato un piacere…………….F.
Cara F., ti ringrazio per avermi dedicato questi due giorni e soprattutto per aver lasciato un segno. Sono commenti come questo il motivo che mi riporta sempre a questo blog, a raccontare l'avventura che ho vissuto, e che tutt'ora sto vivendo, per riuscire a costruire la mia famiglia.
Tutti i sentimenti che hai provato sono gli stessi che provo io, qualche volta in un unico giorno o addirittura in poche ore.
Grazie ancora, soprattutto per il bellissimo complimento che non sono certa di meritare in pieno. Ma lo prendo volentieri e ti abbraccio.
Ah, sì, Lisbona è una città da gustare lentamente, e anch'io me ne sono innamorata. E anch'io l'ho visitata con Elle! 🙂
A quanto pare Lisbona e Elle hanno fatto breccia nel cuore di entrambe 🙂
Per coincidenza ho letto il tuo post stesa su un prato del jardim da estrela (aspetto Elle, eheh).
Sono contenta ti sia piaciuta la mia Lisbona!
Che bella coincidenza!! Spero tu l'abbia abbracciata anche da parte mia…
Sì, mi è davvero piaciuta tantissimo la tua città!!
Un'altra volta wow!!!!
Non siamo mai stati a Lisbona, ma una di quelle città che desideriamo di visitare da tempo…
Vale davvero la pena farlo, è una città che rimane nel cuore!! 🙂
Tu hai una storia da raccontare in ogni posto del mondo.
Ti adoro e spero tanto di incontrarti un giorno!!
arrivo in ritardo su questo post.
e forse doveva andare proprio così, perché l'l'ho letto nel silenzio di una notte d'agosto lisbonese, mentre tutti dormono attorno a me.
l'hai colta, la "mia" Lisbona. ti ha trovata, e spero tornerai perché è quella la sua magia, farti tornare ancora, per svelarsi un po' di più.
non ti so dire grazie per ciò che hai scritto, mi ritengo fortunata per tutto, per leggere le tue parole e per esserci incontrate…e anche per quelle foto che ti manderò presto. ho aperto il tuo blog stasera pensando proprio a loro.
ti dico soltanto che mi hai commossa Eva, e che quel pomeriggio prima di vedervi vagare nel jardim alla mia ricerca ero più emozionata di una bambina.
e avevo, come una bambina, pure paura di non incontrarvi perché non ci eravamo date un appuntamento in un punto preciso.
arrivo in ritardo su questo post.
e forse doveva andare proprio così, perché l'l'ho letto nel silenzio di una notte d'agosto lisbonese, mentre tutti dormono attorno a me.
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e avevo, come una bambina, pure paura di non incontrarvi perché non ci eravamo date un appuntamento in un punto preciso.
Il mio teatrante portoghese mi portava al miradouro di Sao Pedro de Alcantara e mi diceva che da lì avrei visto la vera Lisbona. Era il suo modo per farmi innamorare di lui e delle città, e devo dire che è riuscito in entrambe le cose. Col tempo ho scoperto che il mio miradouro preferito era quello di Santa Catarina (quello di Adamastor) lì mi sedevo con una sagres e pane e burro (la torrada) e passavo del tempo a guardare le macchine, la vita sul ponte 25 Aprile, i traghetti che passano tra una sponda e l'altra del fiume enorme e il Cristo Rei davanti a guardarci. Vivevo lì vicino, vicino al giardino de Estrela, su una calcada.
Dovresti leggere Lobo Antunes.
Avevo un biglietto per tornarci ancora, per tornare a sentire lo cheiro delle sardine in giugno, a sant'Antonio, ma poi ho capito che in qualche modo ora non era più così giusto e chissà quando ci ritornerò.
Cheira bem, cheira a Lisboa.
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Chiaro che a Vinovo Marko avrebbe molte meno possibilità di essere considerato un titolare fisso, pur potendo però preferire la destinazione per la presenza del palcoscenico della Champions League. camisetas AC Milan
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Lisbona, non l'avevo mai considerata come meta di un viaggio …
Devo dire che mi hai incuriosita !