NF è uno spettacolo. Lasciatemi esagerare con i termini che con l’arrivo dei figli, si sa, si rimbecillisce un po’ tutti. Mangia e dorme, facendo entrambe le cose con gusto ed in grandi quantità. Nei meno frequenti momenti di veglia è decisamente irrequieta. “Tutta la mamma” – mi suggeriscono. I ritmi non si ripetono perfettamente ma mantengono comunque un ottimo equilibrio, con qualche ovvia eccezione. La stanchezza c’è, ma è sotto controllo. L’allattamento procede molto bene, avevo scritto una settimana fa, prima di avere un bruttissimo ingorgo mammario, non sfociato in mastite a detta dei vari dottori che mi hanno visitata, ma che ne ha mostrato tutti i sintomi. Venerdì sera un grande senso di nausea, poche ore dopo un dolore insopportabile al seno sinistro durato tutta la notte. Il mattino è arrivato con una febbre da cavallo, delirio e giramenti di testa. Nel frattempo mi affidavo a consigli ricevuti, come fare docce ed impacchi di acqua calda, continuare ad allattare da quel seno nonostante il dolore e scrivevo al mio medico che di sabato non lavora, perché è risaputo che le cose peggiori accadono sempre durante il fine settimana. Un antidolorifico e un antipiretico dopo, la situazione sembrava peggiorare e nel pomeriggio, dietro consiglio medico, abbiamo deciso di andare al pronto soccorso. Lì hanno confermato che non si trattava di mastite, essendo il seno ancora troppo morbido – quando a me pareva di sasso!! – e mi hanno liberata dopo due iniezioni intramuscolari rispettivamente di Dipirona e Voltaren. Drogata me ne sono tornata a casa e sono stata bene fino al lunedì, quando la febbre si è ripresentata e con lei, per aumentare un po’ la preoccupazione, una perdita così consistente da sembrare il capoparto. Ennesima visita medica, ennesimo esito per il seno e alcuni esami del sangue da fare, risultati poi tutti negativi.
Quattro settimane di vita [Di post parto, allattamento e sonno]
Questo post è nato col titolo “Tre settimane di vita”, poi eventi fortuiti hanno ritardato la sua pubblicazione e nel frattempo altri sette – non facili – giorni sono trascorsi. È tutto nuovo, un continuo scoprire, imparare, cambiare a trecentosessanta gradi e per tutti i componenti della nostra nuova famiglia composta da quattro persone. Mi piace dirlo e scriverlo perché fortifica la realtà, così come mi piace da impazzire parlare al plurale dei miei bambini. Quello che sto vivendo è un quotidiano faticoso quanto emozionante. Sarà che non era previsto nel mio futuro, sarà che per raggiungerlo ho dovuto darmi un po’ da fare, ma la sensazione di trovarmi in una dimensione fantastica non mi abbandona. L’intensità di alcune vite è così potente da catapultarti in un baleno dentro una nuova realtà e farti coinvolgere da essa totalmente, inesorabilmente. Una di queste è quella di mamma, ben diversa da quella di donna incinta. Essendo già mamma da quattro anni lo sapevo, benché non del tutto visto che mai prima di adesso mi ero presa cura di un neonato, dei suoi primi otto mesi di vita. Quattro settimane sono niente se guardate in ampia scala, eppure viste da qui sono un tempo piuttosto lungo e pieno da permettere già un resoconto, seppur impreciso e destinato a cambiare in un battito di ciglia.
I primi dieci giorni post parto sono stati, dal punto di vista fisico, un vero e proprio inferno. Il veloce recupero all’ospedale mi aveva in qualche modo illuso, la morfina mi aveva ingannata facendomi credere di essere più forte di qualunque taglio. Sbagliavo. Arrivata a casa il dolore è aumentato invece di diminuire, il mio fisico ha rallentato, piegandosi non solo metaforicamente ed io a tratti mi sono lasciata sopraffare dallo sconforto. Quel dolore atroce di cui avevo accennato, una fitta interna simile a quella che immagino possa essere una coltellata seguita da un intenso bruciore, mi spaventava e solo l’ecografia fatta col mio dottore nordeuropeo all’undicesimo giorno, lo stesso in cui ho tolto i punti, ha spiegato essere dovuto alla presenza di un ematoma interno, seppur ormai piuttosto piccolo. Da quel momento però le cose sono andate migliorando, sebbene in maniera lenta. Il dolore si è affievolito, diventando sopportabile e lasciando infine solo una sensazione di fastidio e tutta la zona circostante insensibile al tatto. La cicatrice, che più che un taglio orizzontale somiglia ad un sorriso o alla vocale U tanto è curva, ai lati è molto fine mentre diventa più spessa nella parte centrale. Sto usando, due volte al dì, una minuscola goccia di una crema al silicone che sembra essere miracolosa, cosa che non mi meraviglia considerato lo spropositato prezzo per soli quindici grammi di prodotto. Se però il taglio non mi preoccupa essendo davvero molto basso, non posso dire lo stesso per la pancia che tutt’oggi persiste. Appena dopo il parto era identica al giorno che l’aveva preceduto, con la differenza che mia figlia e la placenta non si trovavano più lì dentro. I giorni a seguire non hanno portato grandi miglioramenti ed ogni sera, nuda davanti allo specchio come di consueto, invece di ammirare le mie forme rotonde mi sono trovata a detestare quel resto di corpo privo di vitalità e a versare qualche lacrima amara, presto consolata dall’immagine della mia bambina. La nascita è un momento di transazione, di stravolgimento per l’intera famiglia e un po’ di più per la mamma che dà alla luce e per il figlio che viene al mondo. Anche le gambe enormi, inverosimilmente piene di liquidi, hanno cominciato a sgonfiarsi dopo quei bizzarri primi dieci giorni e lo hanno fatto nel giro di una notte. Da quel momento il mio peso corporeo, che come già detto era addirittura aumentato dopo il parto, ha cominciato a scendere vorticosamente per i primi dieci chili, con un ritmo di uno/due chili al giorno, fino a stabilizzarsi. Adesso ne mancano “solo” altri cinque, recidivi e ancora una volta localizzati nell’addome, il mio tallone d’Achille.
Il recupero post parto è un momento delicato per una donna. Al distacco con la vita che fino a poco prima occupava il vuoto del nostro ventre, si uniscono cambiamenti fisici che influiscono fortemente anche sulla nostra mente. Ci sono donne che vivono male il primo contatto col proprio figlio, ci sono donne che si scontrano con la depressione, ci sono donne – come è accaduto a me – che hanno difficoltà a riconoscere se stesse nell’immagine che riflette nello specchio. Nessuna di queste questioni è più importante della vita del figlio messo al mondo, ma esistono altre cose che pesano sull’anima di una mamma e che non devono essere ignorate. Di certo c’è che non mente chi dice che col tempo tutto torna al suo posto, nonostante quel tempo sia piuttosto lungo e che all’inizio sia difficile crederlo. Io, ad esempio, ancora fatico a farlo.
Se quelli elencati sono fastidi che col tempo andranno affievolendosi e scomparendo, lo stesso non sarà per quelle emozioni che invece rimarranno per sempre dentro e che riguardano nostro figlio. Nessuno degli ostacoli citati è infatti in grado di compromettere la felicità, la meraviglia che una nuova vita porta con se. Insieme a NF è arrivata una ventata di aria fresca e leggera, benché forte abbastanza da spazzare via un peso che per anni aveva occupato una parte di casa nostra. Più volte ho sottolineato che la ricerca di un secondo figlio non è meno dolorosa o meno sentita rispetto a quella dedicata al primo. Nostro figlio NE aveva precedentemente e a sua volta reso la nostra casa degna di questo nome, la nostra famiglia degna di essere definita tale, non perché due persone non possono bastare, ma perché a noi personalmente la coppia non bastava e questo non era sufficiente per realizzare il sogno di allargare la famiglia, ma lo era almeno per provarci con tutti i nostri mezzi a disposizione. I miei figli, ognuno a modo loro, hanno portato nella mia vita l’allegria infantile che avevo dimenticato, i colori che non avrei mai saputo usare per dipingere i miei giorni, la meraviglia di cui avevo cominciato a dubitare, la sorpresa che temevo non potesse toccare a me, la bellezza delle piccole cose che in realtà sono enormi e la completezza che senza di loro non avrei raggiunto mai.
Mastite o no, l’ingorgo al seno è qualcosa che non auguro davvero a nessuno tanto è doloroso. Al malessere si aggiunge la frustrazione di non riuscire a prendersi cura dei propri figli ed è ancora peggio quando ce n’è uno che dipende totalmente da te. Il motivo è probabilmente dovuto ad una produzione di latte che continua a livelli industriali, benché con questo incidente ho temuto di averlo addirittura perso e certamente diminuito. A tal proposito lunedì siamo stati anche dalla pediatra, oltre che dal mio ginecologo e dalla “fonoaudiologa” per NE – di cui racconterò in separata sede. Dopo aver perso qualche grammo dalla nascita – come è normale che accada – NF ha recuperato in due settimane tutto il peso in maniera magistrale, a detta della pediatra. Quaranta grammi al giorno, per arrivare ad un totale di 3,580 chilogrammi. Una settimana dopo, ovvero questo lunedì, il suo peso è arrivato a 3,950 kg. Quasi quattro chili, con grande sorpresa e divertimento della pediatra che ha esclamato “Ela cresceu pra caramba!!”, ovvero è cresciuta di brutto e a detta sua continuando di questo passo a breve avremo un maialino invece che una bambina!! Eppure, nonostante le guance piene, le cosce che cominciano a formare i primi rotolini e la forza fisica inaspettata per un essere così piccolo [soprattutto quando ha fame!!], ai miei occhi lei appare minuscola, termine già usato in precedenza quando ancora era un piccolo embrione ed una enorme speranza. Come già detto, non mi sono mai presa cura di un neonato e così per la prima volta, tra le innumerevoli prime volte che stiamo vivendo da quando è cominciata la gravidanza, mi rendo conto di quanto sia vulnerabile un bambino così e di quanto necessaria sia la mia presenza per il suo benestare. Sono solo una mamma e sono tutto quello di cui un figlio ha bisogno. Sono una casa che accoglie, sono braccia che scaldano, sono un cuore che batte innamorato, sono latte che sfama, sono voce che rassicura, sono felicità contagiosa. Un neonato ha bisogno di quel poco che completa, di quella presenza che sazia e riempie qualunque mancanza. Tutto quello che è mancato a NE, che con solo un terzo dei giorni che oggi compie NF aveva già perso ogni punto di riferimento e si limitava ad essere nel mondo, senza un luogo dove stare. Un paio di braccia, una casa e soprattutto un cuore dove abitare. È un pensiero che mi uccide quello che mi ricorda gli otto mesi trascorsi lontani da me, il tempo che ci è voluto perché lui trovasse la sua strada che per fortuna si è incrociata e subito unita con la mia. Ecco perché mi infervoro tanto quando mi sento dire che un figlio si sente davvero proprio, solo per il fatto di averlo portato dentro la pancia. Ecco perché chi ha una mente così poco elastica ed un cuore così poco spazioso dovrebbe quantomeno accettare l’esistenza di realtà diverse e talvolta più forti. Ecco perché ho la buona abitudine di parlare solo dopo averle provate certe esperienze, per evitare di dare inutilmente fiato alla bocca argomentando cose che non conosco.
Gli esami fatti a NF, quelli che normalmente in Italia vengono effettuati in ospedale e che invece qui obbligano una mamma generalmente in recupero post parto ad andare in giro per svariati studi medici, sono andati tutti bene.
La notte i risvegli sono piuttosto regolari, ogni tre/quattro ore. Non piange a lungo come invece accade di giorno, complici le malefiche coliche e un caratterino già definito. Generalmente dall’ora di cena si va alla mezzanotte, un ulteriore risveglio intorno alle tre e l’ultimo di mattina presto, intorno alle 7. Indicativamente, si intende e con le ovvie eccezioni.
La maternità è fatta di gioie e dolori, dove i secondi spesso sono violenti ma le prime sono così tante da non temere rivali. La felicità ripaga di tutto, senza retorica, ma qualche volta è dura e lo è soprattutto quando non si sta bene. Personalmente non avrei mai creduto che rivolgendomi ai mesi passati avrei potuto considerare la gravidanza come la parte più piacevole del tragitto compiuto fino ad adesso e questo la dice lunga sul parto come anche sui giorni che lo hanno seguito. La maternità adottiva sotto questo punto di vista è stata molto più piacevole, l’ho vissuta in maniera molto più naturale e mi ha lasciato senza dubbio un ricordo più dolce. L’emozione per la nuova vita invece è la medesima, forte ed incontenibile, oltre ad una infinita serie di aggettivi che non starò ad elencare, ma che sono tutti racchiusi dentro questo cuore pieno. Ecco, il cuore non mi ha mai fatto male, lui che lascia entrare solo il bello. Un cuore che sobbalza di fronte alla consapevolezza di essere mamma di due creature, i cui cuori in qualche modo mi appartengono. Ho sempre saputo di essere più di una donna dentro ad un unico corpo, ma mai avrei pensato di trovarmi con più di un cuore. Ben due cuori pulsanti che mi tengono in vita, pur battendo fuori dal mio petto. Due cuori uniti da uno stesso destino che talvolta ho la presunzione di aver in qualche modo aiutato a compiersi. E che bel destino.
“Non so se sia possibile allattare il proprio bambino con il proprio latte e non scoprire qualcosa di nuovo sull’amore. L’amore è dare, riversare, un riversare che trae nutrimento dal suo stesso esaurirsi.”
[Deborah Meyler – Lo strano caso dell’apprendista libraia]
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Bella, bella, bella!!! Non c'è altro da aggiungere a ciò che hai scritto, tutto davvero molto emozionante!!! I miei ricordi sono ancora molto freschi se ripenso al seno dolorante e duro come una pietra ed a come, solamente la terza volta (per la mia terza bimba!!!) sia riuscita a superare tale ostacolo. Qui in Italia, purtroppo, scoraggiano molto l'allattamento al seno, dimettendo una giovane mamma, dolorante, insicura, alle prime armi e magari, con un po' di depressione post partum, con la sua creaturina tra le braccia e del "buon latte artificiale"!!! Non voglio demonizzare il latte artificiale, che ha cresciuto le mie prime due bimbe ma che l'ospedale ti dimetta con il nome del latte da acquistare perchè "tanto ne hai poco" e tu, invece, ti ritrovi bagnata dalla testa ai piedi tanta è la produzione di latte e non ci capisci più nulla…questo proprio non lo accetto!!!
Comunque, tu sei splendida, in tutti i sensi, ti posso assicurare che ritroverai, prima di quanto tu pensi, la tua meravigliosa forma fisica, riprenderai a ballare e riderai a crepapelle e tutto sarà magico!!! Ti abbraccio fortissimo, non mollare, sei una leonessa!!! 🙂
Scusa Eva, aggiungo solo un'ultima considerazione…non voglio risultare pesante ma il post sull'allattamento lo attendevo con ansia (come vedi sono la prima a commentare 😉 )e come sempre, mi hai catturata ed emozionata… Ora forse potrai capire come mai ho deciso di allattare così a lungo la mia terzogenita e la stia allattando tutt'ora…quando si soffre o si pensa di avere subito un'enorme ingiustizia, probabilmente, il senso di rivalsa è ancora più potente, così come la determinazione… chiaramente, se mi rendessi conto che questa mia scelta, influisse negativamente sulla crescita della mia bambina, smetterei subito ma non penso sia così, ho letto molto in proposito e soprattutto vedo i risultati su di lei e questi mi bastano! Ancora un bacio a tutti voi
Un piccolo, meraviglioso ananas tra le tue braccia. Un piccolo albero saggio e felice accanto a voi. E voi due, come un abbraccio sul mondo e sulla vita.. Che spettacolo! Io ho avuto un cesareo d'urgenza e le prime due/tre settimane non sono state facili, fisicamente ed emotivamente, e capisco bene ogni parola, ogni sorriso, ogni dolore e ogni lacrima, ogni gioia ed ogni contraddizione che si leggono nel tuo post… Ma tu ha il tuo coraggio da leonessa, il tuo sorriso che nulla ti ha mai portato via davvero, i tuoi meravigliosi uomini a farti da armatura, e sono certa che questa meravigliosa montagna russa in cui ti trovi ora sarà sempre un'incredibile emozione meravigliosa! Complimenti mamma speciale… Vi abbraccio!
Carissima anche i miei figli hanno preteso una rivisitazione di tutto l impianto quotidiano!
Prima una e poi l'altro. Via via che passava il tempo mi sono sentita sempre più lontana da quella me prima di essere madre…(di quella me a volte ho un pò di nostalgia ma…ho 2 giovani ora che rappresentano il mio continuare nel mondo in altre forme)…ciao cara e buona vita anche con la piccola
susi
Che piccoli gioielli hai nella tua vita.
Il tuo corpo tornerà come prima in meno tempo di ciò che credi, datti tempo, serve un giusto periodo di riassestamento dopo lo scombussolamento della gravidanza.
Che piccoli gioielli hai nella tua vita.
Il tuo corpo tornerà come prima in meno tempo di ciò che credi, datti tempo, serve un giusto periodo di riassestamento dopo lo scombussolamento della gravidanza.
Riesci sempre ad emozionarmi, come se ti conoscessi da sempre. Mi ritrovo nelle tue parole, sei la voce della verità e di tutte noi mamme 🙂 Grazie
http://www.mammainscarpedaginnasticasite.wordpress.com
Che bello questo post (come poi tutti i tuoi post). Lo attendevo da tempo. Vederti mamma per la seconda volta è una cosa bellissima. Tu e la tua famiglia emanate un'aura d'amore e di gioia che ben pochi hanno.
Complimenti per Nina e per tutto quello che hai e stai affrontando.
Mi dispiace che tu abbia sofferto molto per colpa del cesario e dell'ingorgo. Un connubio che immagino sia tremendo. E anche del fatto che in questo momento tu non senta tuo il tuo corpo. Non ho esperienza in questo campo perchè non sono ancora madre, ma spero davvero che tutto si risolva nel mogliore dei modi, lasciando solo il bel ricordo dell'avere finalmente la tua famiglia la completo.
Urge anche cambiare foto profilo cara Eva 🙂 la famiglia si è ormai allargata da un mese e un giorno 😉
Belli che siete…
lo dico con un po' di nostalgia… siamo in 4 anche noi, ma purtroppo la ns. coppia sta passando un gran brutto momento. Voi siete invidiabili.
Un abbraccio
Marina.Colnaghi
Ti prego non medicalizzare sempre tutto come ho fatto io, il mondo fa girare ruote giganti di affari su madri insicure come noi, mi dispiace per tuo marito che e così dolce e in un mese non si sara goduto molto questa nascita con tutte le visite mediche, e anche per il piccolo Ne non lo sottoporre a visite, io ero come te, e ho scoperto che in Emilia ci sono donne che partoriscono in casa, bacioni Micky
Ti prego non medicalizzare sempre tutto come ho fatto io, il mondo fa girare ruote giganti di affari su madri insicure come noi, mi dispiace per tuo marito che e così dolce e in un mese non si sara goduto molto questa nascita con tutte le visite mediche, e anche per il piccolo Ne non lo sottoporre a visite, io ero come te, e ho scoperto che in Emilia ci sono donne che partoriscono in casa, bacioni Micky
congratulazioni!
per la pancia….ci vuole fino a un anno per eliminarla. Quattro settimane sono veramente nulla.
TUtte le donne che tengono al proprio corpo, che ne hanno avuto sempre cura, e che sono state magre, si guardano allo specchio e provano orrore per quel che vedono. Ma ci vuole tanto tempo, e anche la cicatrice con il trascorrere dei mesi si affievolira'. La mia non si vede piu'. E se c'e' una zona della cicatrice che non e' piatta, basta una piccola iniezione da un chirurgo estetico e andra' a posto (io l'ho fatta, ne puoi fare fino a tre se non ricordo male e i prezzi sono contenuti). Anche io quando sono uscita dall'ospedale sembravo ancora incinta, ero preparata, una mia amica me lo aveva detto, avrai la pancia grande e molle. Cosi' e'. Porta pazienza, apprezzerai di nuovo il tuo corpo (che comunque ha fatto un grande lavoro).
valeriascrive
Sono felice di condividere questa grande gioia insieme a te, attraverso le tue parole e le tue emozioni. Sono sicura che il tuo corpo tornerà ad esserti famigliare, dagli (e datti) tempo. Un abbraccio!
Un abbraccio a te che sei riuscita a scrivere un post così lungo e intenso, grazie!
Siete il libro più bello che io abbia mai letto.
Una favola d'amore che è realtà!
Coraggio, vedrai che tra poco il tuo corpo tornerà come prima … nel frattempo cerca di goderti i tuoi capolavori ed evita gli specchi 😉
Io, nel frattempo, dopo altri 2 tentativi di Pma falliti, ho scoperto che il mio fascicolo 'adozione' è rimasto per ben 10 mesi dimenticato nella stanza fotocopie del Tribunale…
Quando me l'hanno detto non ci volevo credere…
E così sono passati già 23 mesi dal deposito della disponibilità e non abbiamo ancora il decreto (che, ora, risolto il mistero, dovrebbe però arrivare a momenti).
Che pazienza!
Un abbraccio grande
Elisabetta
Finalmente riesco a scriverti in un momento di tranquillità. Sono stata felicissima della nascita di NF e ancora non avevo avuto modo di farti i miei auguri. Riguardo alle preoccupazioni sul tuo corpo, è normale, credo che ogni mamma ci sia passata ma se sono riuscita io a rientrare nei miei abiti (perdendo i quasi 20 chili acquistati in gravidanza), ci riuscirai anche tu. I cinque chili in più, comunque, non si vedono..sei bellissima!Sono contenta anche che tu stia allattando e spero riuscirai a farlo con gioia ancora a lungo. Personalmente ho la fortuna di farlo tutt'ora, da quasi 19 mesi e se non lo avessi fatto avrei perso tante cose..tanti piccoli momenti ..come quando mia figlia mi porge il dito indice chiedendo un bacio, o scherza ridendo mentre la allatto.Vi auguro tanta, tantissima felicità. Ti abbraccio forte
Bello ed emozionate !
Grazie Eva per condividere tutto questo, spero di poter provare anch'io queste emozioni un giorno.
Oggi ho fatto la mia terza iniezione di meropur … Mi sento divisa , una parte di me è positiva e crede che quest'avventura avrá buon esito , l'altra parte mi dice che martorierò il mio corpo per niente … Ed in questi momenti odio mio marito che non deve far nulla, e non mi sembra capisca cosa ci aspetta ….