Ah ah ah!!
Una risata isterica è tutto quello che esce dalla mia bocca, parlando di progetti.
Questo non vuol dire che non ne abbiamo, al contrario, ne abbiamo così tanti da non essere in grado di ordinarli. Siamo pieni zeppi di programmi futuri, idee e sogni da non riuscire a capire da che parte cominciare.
I più grandi tra questi, quelli che ci tolgono il sonno, hanno l’assoluta priorità. Ma come si può darla ad un qualcosa che inevitabilmente va a complicare qualcos’altro, che già abbiamo cominciato.
…
Mi sto incartando da sola.
Mettiamola così, sul semplice. Passata questa estate tropicale, che termina col famoso carnevale brasiliano il 15 febbraio 2013, abbiamo tanti di quei programmi da far venire i brividi.
Pur non essendo in grado di fare previsioni sul quando e sul come.
Ho deciso di scriverli. Per renderli più concreti, per capire se mettendo tutto su carta [si fa per di dire!!] riesco a far entrare un pò di luce, in questo caotico tunnel di pensieri.
In primis, non per importanza, c’è il nostro rientro in Italia, che inserirò sotto la voce: Viaggi.
Non è primo nella lista dei miei desideri, ma passato quasi un anno e mezzo dall’ultimo rientro in patria, è diventato ormai più un bisogno che una semplice voglia.
Colpevole sempre lei, la distanza, che rende il mio stare dall’altra parte del mondo sempre un pò doloroso.
Perché vivere una vita meravigliosa, non toglie la necessità di tornare a controllare se nella tua terra ci sono ancora le tue radici, se è rimasto qualcosa di te. Se quella che un tempo chiamavi Casa, è ancora lì e se, tornando, la senti ancora tale.
Sul discorso Casa [la c maiuscola è d’obbligo] potrei scrivere un poema, ma oggi sono in modalità apolide, per cui rimando l’argomento a data da destinarsi.
E poi le persone. Quelli che ami, che mancano ogni giorno. A volte, fino a far male.
In Brasile tutto questo groviglio di emozioni che creano la distanza, la mancanza e la perdita, ha un nome ben preciso. Si chiama Saudade. Meno precisa, invece, è la spiegazione di tale sentimento. Certo è che, come dicono qui, batte forte.
Ed ecco il primo ostacolo.
Nessun rientro fino ad adozione conclusa. Adozione che sarebbe dovuta terminare ad ottobre, quando invece, per i motivi che ho spiegato in questo post, dovremo attendere fino ad aprile, se non riusciremo ad anticipare. E poi l’estenuante fase burocratica italiana.
Ansia!!
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[Lapa – Rio de Janeiro 2010] |
Poi ci sono idee folli.
Tipo un matrimonio. Sì, un altro. Quello classico. Quello con la chiesa, la festa, gli amici e tutto quello che di più usuale vi viene in mente.
Con un tocco di pazzia, che si addice a noi.
L’idea di farlo in quattro… due coppie ovviamente, meglio non esagerare con le stranezze!!
Mettiamola pure nella top ten della lista di cose trash.
Ma poi ci metti che l’altra sposa è la mia migliore amica, che per noi organizzare un matrimonio a ottomila chilometri di distanza sarebbe impossibile, che come dice mia madre, considerato il nostro stile di vita e il nostro presente, sarebbe una cosa originale e divertente [lei è sicuramente di parte, d’altronde non le ho dato questa gioia sposandomi in America!!] sarebbe una bella occasione per riunirci tutti e poi, per dirla tutta, siamo entrambe già sposate, da quasi quattro anni io, quasi sei lei e siamo entrambe mamme!!
E allora, con tutte queste premesse, questa idea mi sembra sempre meno stupida e sempre più sul nostro stile: diversa, proprio come piace a noi. Cose che non vanno mai come dovrebbero o come ci si aspetta che vadano.
Mi piacerebbe un matrimonio religioso, nonostante il mio rapporto con Dio sia un pò complicato. Non ho mai avuto un grande slancio nei suoi confronti e con gli ultimi accadimenti, anche la mia fiducia nei suoi confronti è venuta meno. Non è che non creda in lui, è che mi sa che ogni tanto si dimentica di alcune persone, di trattare certi argomenti. Lo temo, infinitamente, ma non ho paura di dirgli che non è sempre buono e giusto.
E in questa parentesi mistica, dovrei inserire anche il battesimo di mio figlio. Che fosse per me lascerei a lui, una volta consapevole, la decisione sul da farsi.
Inserisco questo capitolo assurdo sotto la voce: Matrimonio & Co.
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[Escadaria Selaron – Las Vegas] |
E per ultimo, ma primo in lista, la nostra voglia più grande.
Il desiderio più naturale per due persone innamorate, per una donna. Un figlio.
Per me significherebbe essere mamma per la seconda volta. Significherebbe essere incinta per la prima volta.
E’ un punto delicato questo. Un tasto dolente.
Succede che i miei desideri non vanno di pari passo con la realtà. Succede che c’è chi riceve doni e chi le cose se le deve sudare. Succede che mai come in questo caso per noi, programmare, non è davvero possibile.
E allora, consapevoli della strada che ci aspetta, dovremo decidere quando cercare di realizzare questo sogno. Il più immenso.
Nonostante sia già mamma, felice ed appagata, la voglia di ampliare la famiglia è tanta. Troppa.
Voce in bella vista: Figli [tanti!!]
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[Escadaria Selaron – Mulher gravida] |
Mi fermo qui, nonostante i punti da trattare siano molti di più.
Non è propriamente una lista di progetti questa. Lo definirei più un decalogo di sopravvivenza, un piano confuso per lo sviluppo della nostra famiglia, sotto diversi punti di vista. Suona orribile detto così, ma qui il romanticismo delle cose è morto da un pezzo e siccome le cose così come le si aspettano col cavolo che arrivano, al diavolo i fiorellini e priorità ai fatti.
Che il tempo delle attese son finiti, lasciando spazio al tempo del rimboccarsi le maniche e darci dentro!!
“Il progetto non è forse il tè, il caffè, l’oppio, l’haschisch
della vita? Non è forse il sostituto, il surrogato, la caparra
della realtà?”[Il tragico quotidiano – Giovanni Papini]