Gli incontri, le persone, le diverse culture sono in assoluto la parte che più mi piace dell’abitare dall’altra parte del mondo.
E’ solo una premessa, perché non voglio certo perdere di vista l’argomento clou del giorno, vale a dire il compleanno di mio marito, che poi legge e se la prende a male!!
Ieri abbiamo festeggiato. Lo so che in anticipo non si dovrebbe fare e che porta sfortuna, ma dopo aver preso un gatto nero in casa abbiamo chiuso con le superstizioni.
Dicevo, ieri abbiamo festeggiato [stasera pure, non se ne può più di ‘ste feste!!] e con noi c’erano diversi clienti che come spesso capita diventano buoni conoscenti.
E’ stato un churrasco [=barbecue] piacevole, nonostante i milioni di bambini urlanti, a partire dal mio. Questa è la novità, odiosissimi e acutissimi urletti!! Un piacere per l’udito. Poi tanta carne, tanti fagioli e tanto riso, come da tradizione in questo paese.
Il momento topico è arrivato con gli auguri cantati al mio lui e mi mangio le mani per non aver avuto modo di filmare la scena.
Abbiamo iniziato cantandoli in portoghese.
Altra premessa dovuta. I brasiliani amano personalizzare aka brasilianizzare ogni cosa. Questo vale per i titoli dei film, i cui nomi vengono totalmente trasformati tanto da non essere in grado di riconoscerli senza vederne almeno un pezzetto. Loro non traducono, stravolgono!! Vale anche per i testi delle canzoni. Un classico è “Eva” nota canzone di Umberto Tozzi. Ecco, non solo spesso me la sento riproporre dalle persone che incontro, cosa che accadeva anche in Italia purtroppo [sì, la conosco, la conosco, la conoscoooo!!], ma se la rivendono anche come propria con un certo orgoglio. Giuro!! E ovviamente del testo originale non rimane granché, anche se con quella storia che “il nostro amore è come un’astronave” e “abbracciami di mare dolce piovra Eva” mica posso dargli torto.
Stessa storia accade per quanto riguarda gli auguri di compleanno. Cito testuali parole:
“Parabéns pra você. Nesta data querida. Muitas felicidades. Muitos anos de vida”, che tradotto sarebbe:
“Tanti auguri a te, in questa cara data, molta felicità, molti anni di vita”.
Capite cosa intendo?!! Questi brasiliani se le suonano e se le cantano a loro piacimento.
Poi è stato il turno degli auguri in italiano. Ovviamente essendo mio marito il festeggiato e mio figlio troppo piccolo, la colossale figura di merda è toccata a me. Mi sentivo una bambina alla recita di prima elementare, con tutti quegli occhi puntati. In ogni caso me la sono cavata egregiamente direi e non ho nemmeno steccato!!
Ma non è finita qua. Tra i presenti c’era una coppia mista, di cui lui finlandese. Potete ben immaginare come sia andata… riborda con gli auguri, stavolta in una lingua assolutamente incomprensibile.
Qui non scrivo testi, né traduzioni. Dovrei andare sul traduttore di Google, per cui lo può benissimo fare chiunque sentisse questo bisogno impellente. Nessuno probabilmente.
Per concludere, siccome non ci eravamo ridicolizzati abbastanza li abbiamo cantati tutti insieme in inglese, benedetta lingua universale e abbiamo toccato l’apice!!
Che poi tra caipiroske, vino e cerveja [=birra] ci siamo davvero divertiti. Soprattutto ad ascoltare la madre del finlandese che, non parlando una parola di portoghese, si ostinava a fare domande nella propria lingua a chiunque capitasse sotto tiro. Capisco che si sentisse esclusa la signora, che se fosse stata spagnola, ad esempio, una parola in quà una in là ci saremmo anche intesi… “ma signora – la prego – si renda conto che lei parla FINLANDESE!!”.
Ieri avevo anche imparato a dire “auguri” e “cin cin”, oggi il mio cervello ha già rimosso tutto.
Stasera mi sa che tocca cantare ancora una volta al taglio della torta. Un mattone ripieno di cioccolato e latte condensato [ingrediente onnipresente nella cucina brasiliana] che tra poco devo andare a prendere, sennò come fa a spengnere le bellissime candeline che con tanta cura ho scelto stamani al supermercato.
Sono di quelle fatte a numero, blu, con tanti deliziosi brillantini. Inguardabili. Ma basta il pensiero e speriamo che basti davvero, perché anche a questo giro regali nisba.
Mai in tutta la nostra storia insieme ci siamo fatti così pochi regali per le feste, quando per pochi intendo punti. Ma proprio punti, che magari potrà sembrare una tristezza ai più, ma che ne so, noi quest’anno viviamo e ci crogioliamo nella sensazione di avere già tutto.
Siamo in tre e questo numero non c’è mica venuto per caso, per fortuna o per sbaglio.
Detto questo, tanti auguri al mio uomo!! In italiano.
E ora fino al caotico carnevale brasiliano, a febbraio, feste s’è detto basta.
augurissimissimi al marito! ci si diverte li' eh?!?
ma che intendi per "punti"?!? non capisco :-/
Se c'è una cosa che i brasiliani sanno fare meglio di chiunque è divertirsi 🙂
Hai ragione… è un modo di dire toscano, significa nessuno!!
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