N.E. viaggiatore

Riparto da Lui. Dal mio bambino.
Lui che, alla sua tenera età, può già vantare svariati viaggi oltreoceano.
Per noi, un viaggio A/R per l’Italia, significa prendere in media cinque aerei.
Senza contare le attese in aereoporto, a volte infinite e decisamente stancanti.

Questa volta, l’andata è stata sicuramente migliore.
Voli puntuali, attese inesistenti. Nessun intoppo con biglietti e documenti.
Le braccia forti di mio marito, la sua tranquillità e risoluzione.
N.E. che mangia qualunque cosa, senza fare storie ed elimina così, il problema pasti fuori di casa.
Durante il volo transoceanico, la fortuna ci aveva baciati, lasciandoci un seggiolino vuoto tra me e mio marito, dove sistemare N.E., che per l’ultima volta, prima del compimento dei due anni, ha potuto viaggiare gratutitamente e di contro, senza un posto assegnato, né un pasto.
Per noi è fondamentale viaggiare, per lunghe distanze, durante la notte. Sperimentata l’emozione del volo pomeridiano, abbiamo concluso che, intrattenere un bambino della sua età per dodici ore è qualcosa di estenuante, nonché di praticamente impossibile, in uno spazio così limitato.
Così abbiamo cenato in aeroporto e siamo partiti alle 21.30.
Perfetto, se non fosse stato per il tremendo raffreddore che, da due giorni, non lasciava respirare liberamente il mio bambino.
Le prime due ore le ha dormite profondamente, sdraiato sul seggiolino. Le successive dieci, le ha passate in collo a me.
Nessun pianto, solo alcune comprensibili lamentele. Raffreddore e aria condizionata, sono miciadiali insieme. Così, ci siamo ritrovati incollati l’uno all’altra. Io che cercavo di tenerlo più dritto possibile e cambiavo posizione ripetutamente, per evitare di intorpidirmi. Inutilmente. Lui che faceva il possibile per dormire.
Potrei scrivere un nuovo tipo di Kamasutra, che non ha niente di sessuale. Ma in quel viaggio ho scoperto posizioni, che voi umani non potete nemmeno immaginare!!
Anche questa volta, contando che l’atterraggio è stato a Milano e che quindi abbiamo dovuto prendere il treno fino a Firenze, si parla di trenta ore circa, passate in giro per il mondo. Oltre le consuete cinque ore di fuso orario.
Del tipo che, quando io arrivo a casa, non so più nemmeno chi sono!!

In tutto questo, mio figlio è un angelo.
Me le suono e me le canto, direte voi, ma io non trovo altra definizione.
Non parlo spesso del mio modo di essere mamma. Non è facile definirsi, spiegarsi o raccontarsi, sotto questo punto di vista. Ma quando si parla di viaggi, in generale, mi ritengo piuttosto pratica, a tratti spartana.
Il mio metodo, per scampare gli effetti di un fuso orario così importante, è molto semplice:
entrare immediatamente nei ritmi della città in cui ci troviamo!!
Discutibile criterio e probabilmente fattibile grazie a mio figlio che, come ho detto, è veramente sorprendente nel suo sapersi adattare ad ogni situazione, sconvolgimento o novità.
Preferisco fargli fare un pasto in più, ma farlo in modo da riprendere subito l’abitudine che poi dovrà mantenere, in quel determinato posto. Riesco a farlo, perché lui apre sempre la bocca.
Preferisco evitare che dorma nuovamente dopo il viaggio e metterlo a letto la sera, all’ora in cui dovrà andarci per i giorni seguenti. Riesco a farlo, perché lui dorme sempre.
Vorrei prendermi il merito di questo, ma credo che sia solo ed esclusivamente suo.
Viaggiare con lui è facile.
La prima notte l’ha passata col babbo e non è andata troppo bene. Nel senso che, eccezione alla regola, l’hanno passata nel lettone insieme.
La seconda notte invece, ha dormito nel lettino che poi lo avrebbe accolto per quaranta giorni. Io ho perso dieci anni di vita, quando ho deciso di lasciarlo piangere per alcuni minuti, nella speranza che poi si calmasse. Speranza fondata.
E così la notte seguente il pianto è diventato una lamentela, per poi scomparire definitivamente e tornare alla consuetudine, di lui che si lancia volutamente nel lettino, abbraccia il suo “Pooh” e da solo, si addormenta.
In tutta la permanenza è stato messo a letto da me, mio marito, mia madre, mia sorella, mia suocera, mia congnata e chi più ne ha più ne metta, senza che lui facesse la minima opposizione.
Così come ha dormito a casa di mia madre, a casa dei miei suoceri, a casa di mio cugino in quel di Roma, senza problemi.

Ha mangiato quello che gli veniva preparato, ovunque fosse. 
Sono fortunata. Ho dei suoceri meravigliosi, che stravedono per lui. Mia madre, della quale ho abusato e alla quale devo molto per l’aiuto ricevuto, lo ha portato ovunque e in tutti i posti ha provato l’orgoglio di nonna, nel vedere un bambino comportarsi con tanto savoir-faire.
E proprio questo suo saper stare con tutti, che non vuol dire non cercare la sua mamma, mi ha permesso di spostarmi per qualche giorno.
La scelta che ho fatto, quella di viaggiare, mi ha fatto incassato le dovute critiche da altre mamme, le quali, al mio posto, non lo avrebbero mai fatto. Mi sono sentita dire che, per me è diverso, perché “tu non lo hai portato in pancia nove mesi” e “tu non lo hai nemmeno allattato”. Intelligente considerazione, da una persona sensibile quanto un pezzo di cemento. Ma io prendo e porto a casa. E soprattutto, tengo tutto dentro.
Ma se posso aver da ridire su commenti di questo tipo, è anche vero, che non posso del tutto contraddire il pensiero che non sia giusto, lasciare il proprio figlio a casa, per viaggi di piacere.
Perché di questo si tratta, per quanto brevi.
Capisco benissimo chi non lo farebbe mai e non pretendo di essere capita io, che invece ho deciso di concedermeli.
Mi giustifico col fatto che, crescere un bambino da sola, dall’altra parte del mondo, può essere un motivo valido per regalarmi un attimo di libertà. Per ritrovare me stessa. Il mio tempo.
Questo non è stato sufficiente ad evitare sensi di colpa, ma nemmeno a fermarmi.
Così ci sono state, tre notti a Madrid prima, con due amiche, di cui una mamma di due bambini.
Due notti a Londra dopo, con un’amica senza figli.
Dei viaggi però, parlerò in separata sede.
N.E. ha affrontato bene il primo distacco. Bene nel senso che non mi ha cercata in maniera forte, tanto che l’impatto iniziale, al rientro, è stato piuttosto doloroso. Ci sono voluti alcuni minuti prima che avesse voglia di stare con me, di venire tra le mie braccia, di cercarmi di sua spontanea volontà.
La seconda volta, dai racconti di mia madre, mi ha invece chiamata spesso e la festa al mio rientro, è stata qualcosa di emozionante.
Di allontanamento però, ne ha subito uno ancora più forte. Quello col padre, che dopo dieci giorni di permanenza in Italia, è tornato in Brasile. Causa lavoro.
Non sono in grado di raccontare esattamente come la possa aver vissuta. Un’esperienza nuova, per entrambi.
Si dice che i bambini di quest’età, non abbiano ancora il senso dello scorrere del tempo e quindi, non si rendano conto di quanto lunga possa essere un’assenza. Ne ho parlato svariate volte con persone che abitano qui, espatriate proprio come lo siamo noi. Capita spesso, quando si vive all’estero, di conoscere persone che vivono situazioni fuori dalla norma.
Nel nostro condominio, ad esempio, abita una donna brasiliana, madre di due maschietti di, rispettivamente, tre e cinque anni. Il padre, belga, fa la spola tra queste due nazioni e le assenze sono frequenti e ripetute nel tempo.
Idem una coppia di italiani. Lui lavora e abita qui, lei e la figlia rincorrono l’estate, passando sei mesi qui e sei mesi in patria.
Le opinioni sono molteplici, i punti di vista anche, i giudizi si sprecano.
Io cerco solo di fare attenzione a mio figlio. A come vive il quotidiano. A come si rapporta con noi.
E’ un bambino che non piange mai. E’ un bambino che ride sempre. E’ un bambino che dimostra affetto continuamente. E’ un bambino dolce.
Il nostro, è un bambino felice!!
Questa è la mia unità di misura, l’aspetto principale su cui mi concetro.
Mi piace la sua indipendenza, così come mi piace il fatto che mi cerchi continuamente. Mi piace quando si lascia prendere in collo da chiunque, come mi piace il fatto che mentre lo fa, non mi perde di vista un istante.
Le parole più belle le ho ricevute da mia sorella, pochi minuti prima di prendere il treno che ci avrebbe diviso, ancora una volta.
Ha tessuto le lodi di un nipote che ama con tutta se stessa, che mostra con orgoglio e col quale ha un profondo e reciproco legame. Poi è passata a me.
Ha introdotto il discorso dicendo che N.E., a suo tempo, è arrivato a casa già con alcune buone abitudini, dovute ad una situzione che invece di buono non aveva nulla, ma che passato ormai un anno e mezzo e considerato quanto un bambino sia in continuo e sconvolgente cambiamento, se lui è quello che è oggi, il merito è nostro.
Ha voluto dirmi che è bello il modo in cui lo lascio libero di esprimersi e fare. Che è bello il mio evitare di soffocarlo con paure, che un bambino non deve avere. Che è bello il modo in cui gli parlo, gli spiego le cose e rimprovero, anche. Che è bello vederci insieme, il modo in cui ci guardiamo, ridiamo. La complicità. Un lungo elenco di cose belle, che mi hanno riempito il cuore.
Anche il suo fidanzato, un ragazzo che stimo profondamente, mi ha detto una cosa che mi ha fatto emozionare prima e pensare poi.
Mi ha fatto notare, quanto N.E. stia attento a tutto quello che gli dico e quanto ci tenga a farmi piacere, in tutto quello che fa.
Il cercare di divertirmi e farmi ridere.
Il prendermi il viso tra le sue mani e portarlo attaccato al suo per baciarlo.
Il suo chiamarmi centocinquantamilioni di volte in un solo giorno, per avere attenzione.
Il suo modo di stringermi.
La gioia quando lo elogio.
Perché a volte, serve qualcuno che ti mostri quello che sai già.
Perché a volte, perdiamo di vista quello che sta lì, proprio sotto i nostri occhi.
Perché a volte, è bellissimo riconoscersi nel ritratto che altre persono dipingono di te.
Ai più potrebbero sembrare frasi di poco valore, ma per chi come me, genitore adottivo, si trova costantemente a fare i conti con affermazioni, frasi o commenti stupidi di persone che lo sono altrettanto, posso assicurare che non lo è. Perché quei commenti, ti riportano sempre alla mente cose che non vorresti. Come se il fatto di non essere stata in grado di partorirlo un figlio, togliesse valore al fatto di cercare di crescerlo nel migliore dei modi possibile.
Ma io e solo io, ho visto per due volte il mio bambino chiuso in un orfanotrio.
Io e solo io, ho passato settimane a cercare di farlo sorridere, perché a otto mesi non era ancora in grado di farlo.
Io e solo io, ho passato settimane a cercare di insegnargli a sorreggere la testa che a otto mesi non stava su, a stare seduto senza cadere, ad imparare a prendere oggetti nelle sue piccole mani, che mai avevano afferrato qualcosa prima.
Io e solo io, l’ho visto cambiare. Perdere buone abitudini, per acquisirne altre. Perderne di cattive, per rimpiazzarle con alcune peggiori.
Io e solo io, so quanto infinito sia quello che siamo riusciti a fare l’uno per l’altra.
Io e il mio bambino.
Perché ci sono cose di cui, forse, un giorno parlerò. Cose che avevo e oggi non ho più. Cose che provavo e che lui, col suo arrivo, con la sua presenza, ha saputo cancellare.
Ovviamente per io e solo io, intendo anche mio marito, che in questo contesto è dentro tanto quanto me.
Totalmente fuori tema, sto andando di palo in frasca.
Un ginepraio.
E’ che in Italia, mi sono trovata a fare i conti con una realtà totalmente differente da quella che viviamo in Brasile. Perché se qui noi siamo i “gringos”, in patria mio figlio è un bambino di colore.
Un bambino negro.
Sacrilegioooooo!!
E invece no, mio figlio è negro.
Perché qui non si dice nero, che tradotto sarebbe “preto” e che si usa in via eccezionale. Qui si dice proprio negro ed è quasta la sua razza. Più o meno, perché mio figlio è mulatto, ma son dettagli.
E questa sua pelle, che io do per scontato in ogni parte di mondo, in Italia, sembra regalare una libertà di parola alle persone che, la maggior parte delle volte, non ha nulla di piacevole.
Alcune uscite sono degne di nota.
La cassiera della Coop a mia sorella, mentre io tenevo in collo N.E.:
– “Questo bambino di chi é??”
– “… Di mia sorella!!” Risponde mia sorella, indicandomi.
– “Che amore… ma dove è andata a prenderlo??”
– “…”
Un’amica di mia madre, molto religiosa. Sempre al supermercato, reparto latticini:
– “Che cosa bella avete fatto!!”
Evviva l’originalità!!
– “… sì sì, grazie” 
– “Sai, le vie del signore sono infinite!!”
– “…” Paura.
– “Se dovrà essere, avrete anche un figlio vostro!!”
– “N.E. è figlio nostro”
– “Sì, ma sai quante coppie dopo aver adottato, rimangono incinta!!” Sguardo di chi ne sa una più del Diavolo!!
– “Sì, lo so. Ma noi abbiamo un problemino. Un problemino che Dio evidentemente non può risolvere… ma riponiamo molta fiducia nella scienza, invece!!”
Eresia.
Alla frontiera, appena atterrati in Italia.
Il poliziotto, di fronte ai nostri passaporti e al certificato di nascita di N.E.:
– “Questo bambino di chi è??”
– “Nostro!!” Io e marito, insieme.
– “Ah, sì… Nostro… No, volevo dire vostro!!”
– “…”
– “Perché ha il passaporto brasiliano??”
– “Perché lui è brasiliano!!”
– “Ma non ha quello italiano?? Avete intenzione di farglielo?? Ma voi dove abitate??”
– “No. Sì. In Brasile… abbiamo il visto. Vuole vederlo??”
– “Mh… Potete passare” Con lo sguardo di chi non sa da che parte rifarsi.

Stessa scena alla frontiera italiana, nel viaggio di ritorno.
Qui, la poliziotta, dopo avermi fatto notare che lui è brasiliano e io italiana, ha sottolineato che anche il padre è italiano.
Grazie dell’informazione!!
Una donna anziana, all’Esselunga.
Guarda me e le mie braccia piene di tatuaggi. Guarda mio figlio. Ritorna con gli occhi alle mie braccia e di conseguenza a mio figlio. Sospira e apre la bocca:
“Dove andremo a finire in questo mondo…!!”
E se ne va, coi suoi capelli cotonati e maculati. Ma cosa c’è di strano poi, nell’avere dei capelli neri a chiazze bianche, stile pelle di mucca, dico io.
Di evidente, c’è il mio girare come una tossica in crisi di astinenza, tutti i tipi di supermercati della mia città, in cerca del tanto mancato cibo nostrano!!
E l’ignoranza.
Della mia nazione non parlo male, quasi mai. Io le mie radici le sento, belle forti e me le tengo strette. Poi però, accadono queste cose e la sensazione che provo è di vergogna.
Forse vivo con troppa naturalezza, cose che altri faticano a capire. Forse, non ero preparata a tanta mancanza di sensibilità. Forse, non avevo messo in conto quegli sguardi e quelle parole così taglienti.
Io sono la mamma di N.E.!!
E non capisco perché, questa realtà, sia così difficile da comprendere e accettare.
Il resto del soggiorno è stato favoloso.
Inutile ribadire le cose già dette qui e qui, quando sono tornata a maggio.
Niente di eclatante, come il nostro battimonio. Ma cose altrettanto belle, che mi fanno amare sempre di più il posto in cui sono nata e le persone che ho lasciato.
Nel volo di ritorno, ad accompagnarmi, c’era mia madre, che si godrà questo paese tropicale e suo nipote, fino a metà dicembre.
E’ stato un viaggio lungo, con estenuanti attese.
Due aerei. Tante turbolenze.
E, ancora una volta, un angelo. Mio figlio.
Ha dormito durante la traversata. Le due ore sveglio, le ha passate abbracciando il suo peluches e me. Ha ciucciato il suo pollice, fino a farlo diventare bianco… ma insomma, non si può avere tutto!!
All’arrivo è andato in collo a suo padre, come lo avesse lasciato poche ore prima.
Forse era un pò intimidito.
In Italia la crescita è stata sconvolgente. Negli atteggiamenti e nelle parole.
Sono cominciate le prime piccole frasi di senso compiuto. Per la prima volta l’ho visto nascondersi. Prendere le mie mani, per nasconderci il viso. E’ timido, a volte. Esuberante, altre.
E lui, tra le braccia di suo padre, ha indicato qualcosa fuori l’aeroporto. Ero emozionata e non potrei dire cosa fosse, ma so che sono usciti così, stringendosi l’uno all’altro e parlando. Una lingua a tratti incomprensibile, che ha a che fare con l’amore.
E come risvegliata da un lungo sogno, mi sono ricordata il significato di famiglia e quanto io sia fortunata ad averne una tutta mia.

“La nostra meta non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose.”
– Henry Miller
 
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43 Comments

  1. Anonimo Novembre 4, 2013 at 10:33 pm

    Mi pare che le donne che hanno adottato un figlio abbiano il timore, più o meno espresso, di essere meno madri di quelle biologiche. Allora porto la mia esperienza di madre che ha partorito due figli.
    Durante la prima gravidanza ho seguito passo passo passo emotivamente la crescita del feto nella mia pancia, durante la seconda no perché in quel periodo sono successi un sacco di grossi guai che mi impedivano di concentrarmi sulla mia gravidanza.
    In entrambi i casi quando il bambino è nato ho avuto la stessa nettissima sensazione di incontrare uno sconosciuto ed era vero. Di lui non sapevo nulla. Ho capito così quanto la conoscenza alimenti l'amore. Per quella piccola creatura indifesa avevo, naturalmente, fin dal primo istante tanta tenerezza e senso di protezione, alimentati dal suo essere totalmente indifeso e dal mio sentirmi la principale responsabile di lui nel mondo. Ma l'amore che ora mi lega in modo travolgente ed inesprimibile ai miei figli è nato e cresciuto piano piano, giorno dopo giorno mentre il nostro rapporto si costruiva ed imparavo a conoscerli fuori e dentro.
    Altre mamme biologiche hanno affermato di avere vissuto la mia stessa esperienza.
    Io penso che, forse, tante (o tutte?) le mamme biologiche che parlano di amore a prima vista lo fanno perché non distinguono fra senso di protezione ed amore materno (il secondo è molto più ricco e profondo del primo) oppure sono condizionate dal romanticismo o si sentono in colpa ad affermare che il loro amore si è formato nel tempo e, per questo, non lo ammettono nemmeno a se stesse.
    Insomma, penso che tu sei mamma come me perché da quando lo hai visto ti sei rapportata con lui da mamma e lo ami come io amo i miei perché hai costruito e stai costruendo con lui lo stesso tipo di rapporto che io ho costruito e costruisco con i miei figli.
    Mila

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 5, 2013 at 1:53 am

      Una delle mie migliori amiche, mamma biologica di due bambini, mi ha detto la stessa cosa che adesso hai scritto tu. Mi ha spiegato di come, il suo sentirsi davvero mamma, sia venuto col tempo. Nonostante le sue siano state due gravidanze cercate e volute.
      Il timore di cui parli, purtroppo, nasce in seguito a situazioni, commenti, pensieri che vengono da persone che non hanno la tua sensibilità, né la tua apertura mentale.
      Io non mi sento meno mamma, vorrei solo che questa condizione non fosse ripetutamente messa sotto analisi, che l'amore non dovesse essere spiegato e soprattutto, che la naturalezza con cui la vivo io, fosse la norma e non l'eccezione.
      Grazie per avermi scritto Mila!! Commenti come quello tuo, mi rendono felice.

      Reply
  2. Squa Novembre 5, 2013 at 4:48 am

    Il commento di Mila è bellissimo, come sempre, Mila è eccezionale, la leggo sempre volentieri e la leggerei sempre di più.
    Anche per me non è stato amore a prima vista, secondo me è una cosa molto più comune di quanto si creda. Invece l'amore che si fa strada dopo è quello he conta. Io resto affascinata da quel che racconti, dal percorso di tuo figlio, dai cambiamenti che descrivi. Il percorso che avete fatto insieme. .. e soprattutto il punto di partenza, così duro e difficile. Anche il tuo percorso, che non conosco, ma di cui posso immaginare come la gioia e l'amore più puri curino ferite dell'animo.
    Un abbraccio forte e chiaro!

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 6, 2013 at 1:02 am

      Lo stesso fascino lo trovo io nelle vostre storie e soprattutto, in quello che mi scrivete… Il tatto nel trattare me e mio figlio, la sincerità nel raccontare di voi!!
      Quando parlo delle cose che lui è riuscito a guarire, mi riferisco anche a cose fisiche. Incredibile, ma vero. Prometto che un giorno scriverò a riguardo, ne vale la pena.
      Ricambio l'abbraccio, altrettanto forte!!
      Ps. Ma qual'è il blog di Mila?? Possibile che mi sia sfuggito??

      Reply
    2. Squa Novembre 6, 2013 at 3:45 am

      Purtroppo non ha un blog (che io sappia almeno, Mila? Invito neanche velato…), ma mi viene atrovare spesso e cerco i suoi commenti negli altri blog. Buffo perché anche stavolta, dopo un paio di linee, sapevo già: è Mila!!

      Reply
  3. mamma, che emozione! Novembre 5, 2013 at 8:32 am

    Mila, sono totalmente d'accordo con te. La sensazione di avere uno sconosciuto accanto, un bellissimo e meraviglioso nuovo individuo tutto da scoprire. Io ancora oggi che lui ha tre anni a volte lo guardo con sorpresa, e mi interrogo su chi sia questo piccolo coinquilino 🙂
    Bellissime le parole scritte su N.E. , bellissimo come lo state crescendo, la libertà è il miglior regalo si possa fare.
    Sono proprio contenta di rileggerti, baci al piccolo viaggiatore

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 6, 2013 at 1:06 am

      Allora questa sensazione, è più frequente di quanto potessi immaginare!!
      Magari, un giorno, potrò dire anche io la mia, se N.E. avrà un fratellino cresciuto nella mia pancia!! 🙂
      Un abbraccio grande

      Reply
  4. verdeacqua Novembre 5, 2013 at 9:34 am

    tua sorella ha perfettamente ragione ed è giusto che tu ti prenda i tuoi meriti, meritatissimi.
    La felicità non ha nulla di biologico. La si può solo insegnare.
    E questo dimostra che anche chi sceglie di avere un pò di tempo solo per sè (sono anch'io così) non toglie nulla, non danneggia niente. Avete insegnato a vostro figlio ad essere felice, ad adattarsi alle diverse situazioni e a viverle con il sorriso.
    Mi sono sentita come Mila anch'io. Un pò alla volta. Come per tutte le storie d'amore, anche se sapevo dall'inizio che sarebbe stata la più intensa di tutte.

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 6, 2013 at 1:14 am

      "La felicità non ha nulla di biologico." Potevi trovare parole più perfette di queste??
      La libertà è un dono prezioso e io ne sono assuefatta da tutta la vita. Non potrei insegnare a mio figlio un modo diverso di prendere la vita… Consapevole di avermi al suo fianco, sempre è per sempre!!
      Sapevo che avresti capito perfettamente cosa intendo 🙂

      Reply
  5. La Princess S. Novembre 5, 2013 at 10:35 am

    Non sono ancora mamma o forse lo sono anche se sono senza figli. La mammitudine con la gravidanza c'entra assai poco a parer mio. Sebbene io stia facendo un percorso di PMA penso spesso all'adozione. Penso spesso a te, al tuo bambino, alla tua famiglia, a quanto meravigliosi siete, a quanto amore traspare dai tuoi post.
    Mia madre una volta mi disse che l'amore verso i figli cresce esponenzialmente, col tempo. Da piccoli si amano, col tempo si amano di più perché si consolida quel legame che non è così scontato come tante mamme vogliono far credere, perché non è solo una questione di cordone ombelicale. E' alchimia.

    Baci cara

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 6, 2013 at 1:24 am

      Tua mamma ha perfettamente ragione.
      Allo stesso modo, concordo sul fatto che, esistono mamme che non possono ancora stringere tra le braccia i propri figli.
      Ne ho conosciute tantissime, grazie a questo mondo virtuale. Lo sono stata anche io, per un pò.
      Per questo continuo a scrivere qui, a seguirvi e ad attendere, insieme a voi, il momento in cui questo sogno si realizzerà!!
      L'adozione, per me, rimane la miglior scelta presa. In tutta la mia vita. È un peccato che in Italia sia tutto decisamente più complicato.
      Un grande in bocca al lupo per il tuo percorso. Faccio il tifo per te e non ti perdo di vista 🙂

      Reply
  6. Mimma Zizzo Novembre 5, 2013 at 1:45 pm

    io invece ammiro la tua forza, la tua serenità. Trovo sacrosanto che tu ti sia ritagliata tre gg. Secondo me hai fatto un bel regalo a te e a tuo figlio. Quante cavolate ti hanno detto e hai visto. incredibile…ora goditi la tua famiglia e il piacere di avere la mamma li con te…un abbraccio

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 6, 2013 at 1:30 am

      Grazie Mimma!!
      Anche io credo che, ritaglirsi un pò di tempo, serva ad entrambi… Stare bene con se stessi, aiuta ad esserlo anche verso il proprio figlio.
      Per quanto difficile, cerco di farmi scivolare le brutte esperienze di dosso.
      E avere la mamma qui, è un altro bellissimo regalo ricevuto 🙂
      Ti abbraccio

      Reply
  7. Anonimo Novembre 5, 2013 at 4:12 pm

    Le persone insensibili non sono degne di considerazione e basta, non lasciarti ferire.
    Io penso che chi ti ha rivolto certe parole non può essere sicuramente una mamma o un papà di cuore, magari non erano genitori e pure se lo fossero non hanno veramente capito niente della maternità. Tu non hai partorito tuo figlio e allora? Questo non ti rende meno mamma. Dal tuo seno non è uscito il latte, ma dal tuo cuore è sgorgato tutto ciò di cui aveva bisogno e ora si sente un figlio amato.
    Forse il fatto di non aver partorito ti fa sentire più esposta alle cattiverie e soprattutto all'ignoranza di certe persone, ma lo sai bene anche tu che non è un ovulo che ci può rendere una buona madre.

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 6, 2013 at 1:42 am

      Che belle parole. Non sai quanto mi fanno bene.
      Purtroppo la maggior parte di quelle persone, sono genitori!! Ed è questa la cosa che più mi spaventa.
      Quello che mi fa male, non riguarda me stessa, ma il pensiero di quando mio figlio dovrà fare i conti con queste realtà.
      Per questo voglio che cresca felice, consapevole di qual'è la verità, libero di scegliere, forte e sicuro. Di se stesso e dell'amore dei suoi genitori.
      Chiunque tu sia… Grazie.

      Reply
    2. Anonimo Novembre 7, 2013 at 5:03 pm

      Scusa, non mi sono presentata, sono Veronica. Ti seguo da un po' ma è la prima volta che ti scrivo.
      Aggiungo solo che immagino quanto ti faccia star male il pensiero di N.E. che un giorno possa essere ferito da simili persone. Noi vorremmo proteggere i nostri figli da ogni cattiveria ma relisticamente non potremo riuscirci sempre. Tu però stai facendo del tuo meglio perchè lui si senta amato, libero e forte. Lo stai aiutando a costruirsi gli strumenti per difendersi da certi incontri che non vorresti mai dovesse fare.
      Finchè N.E. è piccino il vostro tempo è dedicato a costruire, un giorno crescerà è prenderà da solo in mano quegli strumenti, tu sarai sempre la sua mamma e vorresti essere ancora tu il suo scudo, vorresti tu prenderti le ferite al suo posto, ma allora e solo allora pian piano ti renderai conto che sarà diventato in grado di reggersi da solo lo scudo e sarà anche capace di curarsi le ferite perchè tutto quello che state facendo per lui ora gli servirà anche allora.

      Reply
    3. Il Frutto Della Passione Novembre 8, 2013 at 5:19 pm

      L'obiettivo, in effetti, è proprio quello. Creare solide basi per dare la possibilità ai nostri figli di costruire qualcosa di bello!!
      Sono felice che tu mi segua, Veronica e che tu mi abbia scritto, soprattutto.

      Reply
  8. Nina Novembre 5, 2013 at 5:46 pm

    Io penso che se vogliono considerarti una madre snaturata per essere andata qualche giorno fuori possono farlo.. ma credo che in tal caso poco cambia se N.E. lo ha portato in grembo qualcun altro o tu. Ma sai che ti dico? SI tratta di poveretti che si pensano buone persone, ma che non sono in grado di amare nessuno senza prima tirar giù la lista di tutti i pregiudizi e i luoghi comuni…

    Sei forte Eva… e N.E. è il tuo frutto della passione!!

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 6, 2013 at 1:53 am

      Hai ragione, eppure dalle parole stupide di persone che lo sono altrettanto, il fatto di non averlo partorito, sembra quasi una giustificazione plausibile al fatto di decidere di ritaglirsi un pezzetto di tempo.
      Ho anche pensato che forse, il vero motivo, è il loro avere una vita totalmente diversa e di conseguenza, l'impossibilità di capire il modo che ho io di vivere la mia… Chissà!!
      Grazie Nina, sei sempre un tesoro!!

      Reply
  9. Robin :D Novembre 5, 2013 at 6:25 pm

    Mila ha reso molto bene quello che ti avrei detto io.
    Credo che in tanti (cattivi, ignoranti e insensibili) scambino l'amore con il possesso. Ma noi sappiamo che nonn è così: la felicità e la serenità, la libertà che voi e N.E. vi scambiate è meravigliosa!
    Grazie per questo tuo racconto. Sono contenta che la nonna stia con voi per un po'.
    Un bacio alla piccola rock star!

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 6, 2013 at 2:01 am

      Proprio così, cara. Amare non significa possedere.
      Un figlio è nostro, ma prima di tutto appartiene a se stesso.
      Ah, se tutti la pensassero come te, come voi, quante piccole ferite si potrebbero evitare!!
      È bellissimo avere la mamma/nonna qui con noi 🙂
      Un abbraccio grande

      Reply
  10. Speranza Novembre 5, 2013 at 7:40 pm

    Vivi e scrivi delle cose bellissime. Grazie veramente per aver voglia di condividerle con noi e aprire ancora un po' di più il nostro orizzonte.

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 6, 2013 at 2:03 am

      Sono io a ringraziare voi. Per le parole, l'appoggio e l'affetto che mi dimostrate ogni volta.
      Siete una parte fondamentale della mia vita!!

      Reply
  11. Moky Novembre 5, 2013 at 8:26 pm

    Ho letto tutto d'un fiato ciò che hai scritto e vi ho visto….sull'aereo, al supermercato, mano nella mano camminate felici, una mamma e il suo bimbo tanto amato. Cosa importa ciò che dice la gente? C'è sempre qualcuno che parla male e fa considerazioni idiote, l'importante è non darci troppo peso. Spero solo che siano state dette per poca attenzione e non con malignità, sai, certa gente nell'imbarazzo spara cagate.

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 6, 2013 at 2:19 am

      Riflettendo, ci si rende conto di quanto poco importante sia l'opinione di certa gente.
      Questo però, non sempre basta a non farsi toccare dalle cattiverie gratuite.
      Spero anche io, siano cose dette con leggerezza.
      Bella l'immagine di noi, mano nella mano… Soprattutto al supermercato 😉 Che saudade del nostro amato cibo!!
      Un abbraccio

      Reply
    2. Moky Novembre 7, 2013 at 9:44 am

      Pensa che mia cugina ha i capelli castani scuri e anche suo marito. Hanno avuto una bimba dai capelli scurissimi. Pochi anni fà è nato il bimbo….biondissimo, quasi bianco…Le domande che le fanno le persone hanno dell'incredibile: perchè lui è biondo? ma è lui il papà? Ora mia cugina gira con una foto in borsa nella quale c'è suo marito da piccolo: Biondissimo!!!

      Reply
  12. Marica Novembre 5, 2013 at 11:37 pm

    lasciamelo dire ancora una volta: N.E. e' tanto bello quanto bravo 🙂
    e' proprio un angioletto!!!
    e tu sei una brava mamma… e se lui e' cosi' sereno il merito e' di te e tuo marito che lo state crescendo!

    anche a me chiedono quando torno in italia "ma quando lo fate uno vostro?" e perche' D non e' figlio nostro?

    non dovremmo dare troppo peso a certe cose, ma io per prima non ci riesco…

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 6, 2013 at 2:40 am

      Mentre scrivevo questo post, ti ho pensato svariate volte.
      Sapevo che non solo mi avresti capita, ma che ti saresti anche ritrovata in certe situazioni.
      A quante domande e affermazioni sciocche siamo sottoposte…

      Anche tu sei brava!! Insegni un sacco di cose al piccolo D e io, non perdo occasione per prendere spunto 🙂
      Mi sei mancata.

      Reply
  13. mammadeinchina Novembre 6, 2013 at 12:59 pm

    Ti leggo oggi, che ho una giornata un po' cosi, e ogni volta lasci sempre qualcosa di positivo.
    Perchè mi piace come riesci ad essere, quello che trasmetti. Se tuo figlio è così bravo, è perchè è felice, e ti meriti tutte le lodi che ti sono arrivate! E lascia perdere i commenti di un'Italia bigotta che purtroppo non cambierà mai…che ancora non accetta le differenze che ci sono sulla sua piccola superficie, figuriamoci se può riuscire a pensare un filino più in grande, ad aprire la mente oltre i 45 gradi! Se c'è una cosa che invidio (in positivo!) e ammiro di te, è il tuo essere libera, come persona, come mamma, come donna…e lasciare che la tua libertà sia percepita, rispettata e lasciata esistere da chi ti circonda…e che ti ama per questo! Io che vorrei essere lasciata libera da chiunque, e spesso non riesco ad essere libera nemmeno dalle mie stesse paranoie e paure…ma come fai tu?!

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 8, 2013 at 5:56 pm

      Sai, non è così difficile raccontare i momenti belli della vita.
      Non tutti i giorni però, riesco a vedere il sole. Come te, ho paranoie e paure.
      Correre, vuol dire inseguire qualcosa. A volte, significa anche scappare.

      Ci sarebbe così tanto da scrivere, su questo argomento.
      Credo che ognuno debba trovare il modo che più gli si confà per essere felice. Non sempre. Nessuno è perennemente contento. Non avrebbe senso. Così, non esisterebbero la sorpresa, la meraviglia, lo stupore.
      Non ho una risposta giusta, alla tua domanda.
      Vivere di attimi, è un buon metodo.
      Perlomeno è quello che cerco di fare io 🙂

      Reply
  14. L'Apprendista Novembre 6, 2013 at 8:13 pm

    N.E. è un bimbo bellissimo e ha un vizino molto dolce, e da quello che hai scritto di lui si capisce che lo è veramente. E' molto fortunato ad avere una mamma come te, proprio come tu sei fortunata ad avere lui.
    Io sono stata "mamma" per cinque mesi e c'è stato un periodo in cui mi sono sentita in colpa perché non provavo le gioie della dolce attesa, quelle che tutte le donne incinta raccontano. Quindi come dice Mila sono convinta che si diventa mamma con il tempo. Averlo portato in grembo non cambia l'amore che lui riceverà.
    Ti abbraccio forte e goditi la tua splendida famiglia.

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 8, 2013 at 6:01 pm

      Il tuo, è stato un percorso difficile. Ti penso spesso, con tanta ammirazione.
      Penso anche che, ad oggi, non sono in grado di capire quello che tu possa aver provato, nel bene e nel male. Penso anche che, un giorno, potrei trovarmi di fronte alla stessa realtà.
      Per me, tu sei stata mamma. Senza virgolette.
      E continuerai ad esserlo. Per sempre.
      Ti abbraccio forte anche io

      Reply
  15. MammaInOriente Novembre 7, 2013 at 1:23 am

    Bentornata! Quando non ci sei manchi! Hai toccato talmente tanti punti che potrei scrivere un poema invece di un commento! Intanto il tuo bimbo è veramente bravo. Io ricordo con terrore gli spostamenti fra Cina e Italia e mio figlio che continuava imperterrito con il fuso precedente almeno per una settimana. Per non parlare dei viaggi in aereo. Con il secondo è stato diverso, tutt'altro carattere ed adattabilità.
    Penso non ci sia nulla di male a ricavarsi un po' di tempo per sé, anzi a volte pochi giorni possono essere veramente rigeneranti. L'importante a mio avviso è che il bimbo non ne soffra, in quel caso non me la sentirei nemmeno io. Sempre con il mio primogenito sono dovuta andare molto cauta. La prima volta che l'ho lasciato una notte ad 1 anno, su insistenza di mio marito e mia suocera, ha pianto talmente tanto che siamo dovuti rientrare subito dopo il cinema. Da quella notte, lui che ci aveva da sempre dormito senza problemi, non ha più voluto mettere piede nel suo lettino con le sbarre. Non voleva nemmeno starci seduto un attimo di giorno per giocare con le apine come faceva prima, figuriamoci di notte! Dopo tanti tentativi ho dovuto comprare un materasso da mettere a terra in cui si è riadattato a dormire solo. Probabilmente il fatto di non poter scendere solo dall'altro per vedere se c'eravamo lo terrorizzava. In seguito è stato molto complicato tentare di lasciarlo e ci è voluto tempo perché potessi allontanarmi da lui con la serenità di entrambi. Ma quando ci sono riuscita è stato bellissimo. Soprattutto per noi mamme a tempo pieno è vitale ogni tanto un po' di spazio per noi. Peccato che, come dici tu, stando dall'altra parte del mondo, è molto difficile averlo.
    Credo che con tutto quello che hai passato per diventare madre, nessuno più di te sappia cos'è l'amore materno. Per molte avere un bambino è facile come bere un bicchiere d'acqua. Non dico che queste mamme amino meno il loro bimbo, perché l'amore materno non può e non deve essere misurato mai, ma sappiamo tutti che un percorso di sofferenza porta poi ad apprezzare quello che si riesce a raggiungere in modo non dico più forte, ma sicuramente diverso.
    Ora goditi la tua mamma. La sua presenza ti regalerà sicuramente tante coccole da figlia ed altri piccoli momenti solo tuoi
    Ti abbraccio

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 8, 2013 at 6:30 pm

      Mi piace tanto leggere di altre esperienze!!
      Qui in Brasile, purtroppo, non abbiamo tanti amici con figli e quindi, non sempre riesco ad avere una visione chiara sul mio.
      Il fatto che il tuo primogenito abbia un carattere differente dal secondo, indica quanto sia giusto affermare che ogni bambino, per quanto piccolo, abbia già una propria personalità, un proprio carattere e di conseguenza, un modo proprio di vivere le esperienze.
      Quando parlo di meriti, lo faccio in virtù della mia insicurezza nel sentirmi, a tratti, mamma di seconda categoria, per i motivi sopracitati. Poi è chiaro, è il bambino che decide e a questo dobbiamo rapportarci.
      N.E., come tutti, non è perfetto. E' bravo, questo sì e so che il prossimo, biologico o no, sarà sicuramente diverso. Che non vuol dire meglio, né peggio. Semplicemente diverso.
      Tu vivi una realtà molto simile alla mia. In quanto a distanza, ci capiamo perfettamente. Soprattutto quando si parla di bisogni, della cura del tempo e della fatica nel fare tutto da sole!! E sei bravissima, perché tu ne stai crescendo due, oltretutto 🙂

      L'istinto materno esiste.
      Ad alcune arriva con la consapevolezza di portare un figlio in grembo, ad altre quando lo stringono la prima volta, altre ancora ci mettono un pò di più.
      Io, a volte, lo sentivo già quando percepivo il mio utero vuoto e non sapevo se sarei mai riuscita a diventare madre!!
      Forse, l'errore sta proprio nel voler dare un nome a sentimenti e sensazioni, che invece non hanno niente di esatto.
      Ti abbraccio forte

      Reply
  16. Ellie Novembre 7, 2013 at 2:30 pm

    Il tuo post mi ha fatto commuovere..quanto amore e quanta forza, non finirò mai di dirtelo!!! Purtroppo qui la mentalità invece di aprirsi ed evolversi torna indietro e si chiude ancora di più..sembrano prevalere l'ignoranza e la stupidità..ma voi siete troppo superiori, pensa con tanta poena a queste persone che magari hanno avuto pure dei figli naturali, ma non hanno il cervello nè anima! N.E. è sempre più meraviglioso e i complimenti dei tuoi cari sono la conferma del bellissimo lavoro che state facendo!!!!! Un abbraccio!!!

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 8, 2013 at 6:38 pm

      Grazie mille Ellie!!
      Incoraggiamente e affetto, fanno sempre bene al cuore. Aiutano a mettere da parte le brutture.
      Ti abbraccio

      Reply
  17. dm Novembre 9, 2013 at 12:06 pm

    Scrivi cose meravigliose perchè dalle tue parole sgorga tutto l'amore per il vostro bimbo! Purtroppo in Italia tanta gente è "razzista" e ignorante.. si basano solo sull'apparenza e non sanno andare al di là del naso.. senza rendersi conto della loro bassezza!!!!

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 12, 2013 at 6:37 pm

      Grazie!!
      Fortuna che ci sono gli altri, persone come te, che riescono a mettere in secondo piano la gente che invece, dovrebbe contare fino a dieci, cento, mille, prima di dare fiato alla bocca!! 🙂

      Reply
  18. Licia Novembre 11, 2013 at 4:29 pm

    Mi piace tanto leggerti anche se commento molto di rado. Il tuo bambino é bellissimo e avete la stessa luce negli occhi.
    Per i commenti italiani vorrei solo farti presente che li avresti avuti anche se fossi stata madre biologica di tuo figlio, avuto da una relazione mista. Quindi avresti avuto lo stesso identico bambino. Mia zia con il suo meraviglioso bimbo mulatto, perché il papà é nigeriano, deve scontrarsi spesso con strani sorrisetti e ammiccamenti, come se lei non volesse ammettere che é stato adottato!
    Ma che ti frega degli altri, solo chi ti ama ti può giudicare e hai sopra ben descritto i giudizzi della tua famiglia.
    I viaggi da sola sono un toccasaa per essere una mamma migliore per me. Io mi allontano, quando posso perché anche io vivo lontana dall'Italia, e mia figlia mi manca quando sono via, ma il tempo per me e per mio marito o per me e per le mie amiche mi fa diventare una persona e quindi una mamma migliore 🙂

    Reply
    1. Il Frutto Della Passione Novembre 12, 2013 at 6:47 pm

      Ciao Licia!!
      Immagino che anche la situazione di tua zia, sia facilmente presa di mira. Sembra quasi che per certe persone, sia inevitabile mettere il naso in quelle vite che vanno un pò fuori dalle righe!! Bisogna imparare a farsi scivolare di dosso parole e sguardi.
      Più facile a dirsi, che a farsi!!
      Per i viaggi, mi fa piacere vedere che non sono l'unica a sentire il bisogno di staccare la spina. Ogni tanto. E' proprio così, ricaricarsi serve anche ad essere migliori.
      Grazie mille per avermi scritto!! 🙂

      Reply
  19. Meiqing Xu Giugno 30, 2015 at 6:41 am

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  20. 风骚达哥 Aprile 25, 2016 at 6:57 am

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  21. Gege Dai Luglio 19, 2016 at 8:07 am

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