A maggio, il giorno 8 per l’esattezza, ho festeggiato cinque anni di vita expat. Il Brasile mi ha adottata prima, poi mi ha concesso quello che altrimenti non avrei mai avuto e mio figlio rappresenta ovviamente la prima cosa bella, ma non l’unica.
Quel giorno lo abbiamo trascorso a Lisbona. Non è la prima volta che accade, di trovarci all’estero nel giorno in cui dovremmo celebrare il paese che ci ha accolto. Maggio e giugno sono i mesi “italiani”, quelli che di norma ci vedono in viaggio verso le nostre radici ed infatti così è stato, anche se in questa occasione io le mie radici le ho portate a spasso per tutta Europa.
Sono stata via quarantotto giorni. Ho preso dodici aerei e otto treni, ho toccato sei paesi diversi, compresi il mio Brasile e la mia Italia. Ho ascoltato sette differenti lingue, parlandone adeguatamente – con mio grande rammarico – solo tre e capendone qualcuna in più, ho assaggiato dieci tipi di cucina diverse e dormito in nove differenti letti.
Sono stata via quarantotto giorni. Ho preso dodici aerei e otto treni, ho toccato sei paesi diversi, compresi il mio Brasile e la mia Italia. Ho ascoltato sette differenti lingue, parlandone adeguatamente – con mio grande rammarico – solo tre e capendone qualcuna in più, ho assaggiato dieci tipi di cucina diverse e dormito in nove differenti letti.
Come accade abitando all’estero, quando possibile si torna a casa. Noi lo facciamo una volta all’anno, di solito. Non è una regola, ma spesso rappresenta un bisogno e comporta una perdita, considerato che va a discapito di viaggi che altrimenti avremmo fatto in nuove città e in differenti nazioni. Si rinuncia al nuovo, preferendo il familiare.
L’Italia non mi manca, però mi mancano gli italiani che fanno parte della mia vita e dopo quest’ultimo viaggio, posso affermare ancora una volta che no, non tornerei ad abitarci. Non per il momento almeno e nemmeno per i momenti che rientrano nella mia idea di futuro. D’altronde il futuro dentro la mia testa è sempre abbastanza breve, non va più di tanto in là nel tempo. Ho smesso di farlo anni fa, quando la realtà è entrata furiosamente nella mia casa, sbattendo e chiudendo la porta dietro di sé. Da allora, non se n’è più andata e regna incontrastata nelle stanze del mio cuore. Un cuore diviso in tanti frammenti, alcuni dei quali continuano a stare là, dove mi trovavo fino a pochi giorni fa. Oltreoceano. Oltre un sacco di cose.
È passata una settimana dal mio ritorno in Sudamerica, eppure la sensazione è quella di non essere mai partita. Entro ed esco dalla mia vita con estrema facilità e velocità ormai. Credo sia normale. Così come ero rientrata in quella italiana, istantaneamente. Una routine che non è mai esistita, quella con mio figlio a casa di mia madre eppure, luoghi e persone familiari hanno creato qualcosa di incredibile nella mia mente. Ci si ritrova, anche dentro situazioni che non ci appartengono, ma che per qualche assurda ragione riconosciamo. Mi sentivo a casa nel salotto di mia madre, proprio come lo sento adesso, seduta su questa sedia, al tavolo che si trova nella sala di casa mia e anche quando me ne andavo a spasso per il mondo, continuavo a sentire familiarità. In tutta Europa ho sentito quel senso di appartenenza, mi sono riconosciuta in ogni luogo sconosciuto, mi sono sentita parte di un mondo che mi piace pur continuando a non sceglierlo.
L’ho sempre fatto, di amare quello che non ho e che vorrei, e di continuare a farlo finché non ce l’ho e dopo, farlo un po’ meno. Ma non disprezzo mai quello che possiedo, non l’ho mai fatto. La gratitudine è un sentimento che mi appartiene, così come la capacità di trovare il bello in tutte le cose. Non do mai niente per scontato.
Sono originaria di Prato, in Toscana. È lì che sono nata. Devo averlo già scritto da qualche parte su questo blog, credo. Lo avevo già scritto, giusto? O no? In ogni caso, l’ho fatto adesso.
È in questa città che torno, quando torno a casa e nonostante non la ami particolarmente, devo ammettere di aver iniziato ad apprezzarla col tempo. Sempre la storia della distanza, che in qualche modo e per qualche strana ragione avvicina.
Non è una città che consiglierei ad un turista. All’ombra della grande, artistica e romantica Firenze, senza possedere un centro storico “intimo” come quello della sua vicina di casa, Pistoia. Però l’ho vista migliorare da un paio d’anni, infatti il centro è tornato a vivere e le sere d’estate sono una festa a cielo aperto, dove le strade diventato punto di incontro di giovani. I locali si susseguono e qualche volta si fronteggiano, i cibi sono ricercati, così come gli arredi, anche quando l’intento è quello di simulare una semplicità che è stata chiaramente studiata. Anche i cocktail sono cambiati ed io, col mio Vodka Tonic, sono diventata demodé, perché oggi se nella tua bevuta non hai almeno un po’ di zenzero, non sei nessuno! [Risata fuori campo!]
Ho bevuto, come non faccio generalmente in Brasile. Mi piace l’alcol in genere, mi è sempre piaciuto.
Mi piace il vino rosso, che preferisco a tutto. Mi piace berlo mentre pasteggio, perché in Italia il cibo raramente mi delude. Ci sarà un motivo se viene considerato il migliore del mondo e il vino rosso in Italia costa poco ed è buono. Esageratamente buono.
Mi piace lo Spritz. Credo sia il mio cocktail prediletto, nell’ora dell’aperitivo. Lo preferisco con l’Aperol, perché il Campari è troppo amaro per il mio palato. Mi piace fare l’aperitivo, mi piace perché in Brasile non si usa e perché accade nell’ora del giorno che amo di più, quella in cui il giorno comincia a spegnersi per dare il benvenuto alla notte ed è ancora luce ma è già tardi. In Brasile la notte è bugiarda, arriva quando è ancora l’ora del sole, ingannandolo.
Mi piace terminare con l’ammazzacaffè, anche quando non prendo il caffè. Quindi ammazzo e basta. Il Montenegro è il mio favorito da sempre, l’amaro che non è affatto amaro. Lo gradisco liscio, senza ghiaccio. Fosse per me il ghiaccio potrebbe non esistere. Mi piace tutto quello che è calore, da una semplice bevuta alla vita stessa, che infatti ho scelto di vivere in un paese tropicale.
Oltre a bere ho mangiato, tanto e bene. Sono ingrassata e non ne ho fatto un dramma. Lavoro sul mio corpo tutto l’anno e faccio sacrifici, perché per essere in forma le persone normali fanno sacrifici. Poi ci sono quelle col metabolismo magico. Io faccio sacrifici, un po’ almeno e tanto sport. Ma in Italia ho mangiato e non ho fatto nessuna attività sportiva che non fossero vasche nel centro storico, camminate notturne e salti da un paese all’altro.
Ho scoperto che adesso la moda prevede che la pizza sia verace, quando per me è sempre stata sottile. La amo solo così. Tanti diranno che è appunto quella verace l’originale, la vera pizza napoletana. Non in Toscana, però. Io personalmente non la digerisco e anche quando è fatta con l’impasto giusto ed è effettivamente più leggera, non la gradisco. Somiglia a pane farcito e a me invece, piace la schiacciata. Il covaccino, come chiamiamo noi toscani la pizza bianca. Croccante, oliosa. Ne ho mangiate due molto buone, solo due purtroppo.
Ho mangiato più volte in un locale soprannominato dalle mie amiche Tapas Bar, che non è il suo vero nome, ma che lascia intendere perfettamente il tipo di cucina. Con tutte le cose buone che abbiano nel nostro paese, penserete e la risposta è sì, ne vale assolutamente la pena. Piatti sfiziosi come polpo a la gallega, pimentao e gambas a la plancha, croquetas, le tipiche batatas bravas e tanti altri stuzzichini gustosi tipici della cucina spagnola.
Ho mangiato tanto pesce e praticamente eliminato la carne, fatta eccezione per i pasti consumati a Marrakesh. Diversamente dal solito, non ho abusato di prosciutto crudo, mentre l’ho fatto col salmone. Sembra non faccia bene però, sembra che ci siano un sacco di cose che non lo fanno. Non sono abituata a tutte queste cautele alimentari, igiene a parte. Ho fatto largo uso dell’acqua del rubinetto, mi piace l’idea di poterla usare senza temerla, di poterla addirittura bere. Ho chiesto più di una volta se potevo farlo, passando per grulla, come diciamo ancora noi toscani. Lavavo frutta e verdura senza asciugarla, credendo di fare qualcosa di stupefacente. Gli strani effetti collaterali di cinque anni di vita in Sudamerica. Tante ciliegie, tante albicocche, tanto di tutto quello che non trovo qui o che trovo raramente o che trovo ma non compro, causa sapore non convincente, prezzo esoso, etc etc. Insalata in buste, che sconsigliano, ma dall’innegabile comodità. Carciofi, che mia madre cucina divinamente. Finocchi, che ho scoperto non piacermi più tanto. Pomodori di Pachino, come fossero noccioline.
Sono stata per la prima volta in un ristorante vegano. Non ho gradito il piatto freddo che ho scelto, a base di farro e cipolla, guarnito con del radicchio. Forse ho scelto male, forse gli darò un’altra possibilità. Il dolce al cacao però era buono, seppur non come la Cheesecake, che non è vegana ma che rimane decisamente la mia torta del cuore, anche se prima di lei scelgo il gelato. Al pistacchio, sempre. Il secondo gusto varia in base alla situazione/umore/luogo/compagnia.
La colazione, quando possibile, era al bar. Cornetto integrale al miele del Bar Luca, il mio preferito di sempre. Il bar non è opzionale. Ancora ci penso, la mattina, appena sveglia. Mi manca ed è solo uno dei tanti alimenti che rientrano in quella che potrei definire saudade alimentare!!
Ho vissuto l’Italia voracemente, come in preda ad una fame insaziabile. L’ho annusata e assaporata, degustandola senza far scappar via una singola goccia. Ho comprato tanto, più di quanto si convenga. Mi giustifico perché qui non lo faccio mai, lo shopping. Mi sono ricordata che non mi piace farlo, ma che quando sono là diventa un vizio, come se improvvisamente mi mancassero tutte quelle cose che qui non ho e che in realtà, non mi servono affatto. Ma lo scopro dopo, quando le ho già. Ho passato, come di norma, un tempo notevole all’interno di supermercati, alla – non difficile – ricerca di alimenti che non mangio per la fetta di anno restante. Ho passato grande parte del tempo del giorno con mia madre. Quanto amo stare con mia madre! E credo di dover a lei soprattutto, il merito di quella sensazione che nell’emisfero nord del mondo mi fa sentire a Casa. Ho passato grande parte del tempo notturno con gli amici, quelli che ho scelto di vedere. Non cerco più chiunque, cerco chi amo, chi mi fa stare bene. Ho conosciuto persone nuove, ma soprattutto ne ho ritrovate. È la parte che preferisco, rivedere persone care. Ho passato del tempo da sola, dedicandolo a me stessa. Lontano da mio marito e qualche volta anche da mio figlio, nel secondo caso non senza sensi di colpa. Ma l’ho fatto e credo ci abbia fatto bene. Il resto del tempo, l’ho passato facendo qualcosa che amo: viaggiare!
Ho vissuto l’Europa con lo stesso entusiasmo, visitando e conoscendo posti nuovi, alla costante ricerca di qualcosa che ho scoperto essere Io. Mi sono persa in giro, ritrovando me stessa. Mica roba da poco, era così tanto che non avevo notizie di me, ero stata via così a lungo.
Ho visto luoghi, edifici, monumenti e cose bellissime. Ho vissuto sotto tetti diversi di uno stesso cielo. Ho sentito freddo e poi caldo e poi di nuovo freddo, senza trovare logica in quella che è la mia stagione preferita, la primavera. Ho vestito i panni della straniera, ma ho lasciato che ogni città mi prendesse per mano e mi prestasse un po’ della sua anima. Porto dentro ogni posto visitato, ogni strada percorsa, ogni superficie toccata. Attraverso la scoperta di quei luoghi, ho conosciuto una parte inesplorata di me. Mi sono vista e riconosciuta dentro ad ogni riflesso incontrato nel mondo. Sui finestrini dei tram d’epoca a Lisbona, sullo specchio del mare cristallino del Salento, sulle vetrine illuminate del centro di Roma, sugli argenti scintillanti della città di Marrakesh, sui vetri della metro in corsa a Berlino, nel fondo del caffè preso in un elegante bar di Milano, sulle pietre lisce abbagliate dal sole di Atene. Ho vissuto, perché nel mio vocabolario il termine viaggiare è sinonimo di vivere.
Libertà, tutto si riduce a quello. Ne ho bisogno come l’aria che respiro, come il pulsare dentro al mio petto. Libera sono felice, anche se me ne guardo bene dall’andarmene. Il limite me lo pongo allontanandomi, stando però sempre attenta a non perdermi, stando sempre attenta a mantenere il legame.
Racconterò uno per volta i paesi che ho conosciuto. Lo farò dal mio punto di vista, perché si è capito ormai che non so raccontare le cose diversamente dal modo in cui le leggo dentro me.
Mi manca scrivere qui e ho tanto da raccontare. Ho un passato recente, ancora vivo e pieno di spostamenti. Ho un futuro davanti e tanti progetti, non necessariamente nuovi.
Il tempo non scorre sempre alla stessa velocità e quando corre, io non gli sto dietro. Viverlo è quanto riesco a fare, al limite congelarlo su pellicola. È solo quando rallenta ed io smetto di cercare – scappare – che riesco a metterlo nero su bianco ed è quello che vorrei fare adesso che mi sono finalmente seduta.
Mi manca leggere e sapere di voi. Non l’ho più fatto. Non ho più aperto questo scrigno di anime che chiamiamo Blog. Voi che per la maggioranza avete realizzato il vostro grande sogno ed è bellissimo.
La sensazione che ho io invece, è quella di aver corso tanto e di continuare a farlo, senza arrivare da nessuna parte. Non è una lamentela, tantomeno una critica. È stata una mia scelta, libera, ancora una volta. Una scelta che rifarei.
Eppure non riesco ad ignorare quel ticchettio, fuori e dentro me. L’orologio. Biologico.
In Italia abbiamo avuto una consulenza medica, in una nota clinica di fecondazione assistita fiorentina. Parlerò anche di questo.
Ve l’ho detto che ho tanto da raccontare…
Nell’amore la separazione avvicina.
[Victor Hugo – Oceano (postumo)]
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Welcome back! E adesso – almeno per un po'- non te ne andare.. attendo i tuoi racconti! 😉
Thanks. Sono andata via sapendo che sarei tornata, per restare.
Non sarà una lunga attesa, promesso!! 🙂
Ciao eva. É bellissimo ritrovarti. Mi sei mancata.
Grazie mille!! Sono felice di essere qui e sono felice del tuo messaggio.
Sei come quelle cose che lasci perché la vita ti porta altrove ma che poi quando ritrovi ami ancora di più! Bello leggerti, sempre.
E tu sei come le tue parole, stupende.
Sei mancata, Eva, tanto! Ti pensavo ed eccoti qui. Che bello rileggerti. A presto 🙂
Che bellissimo benvenuto. Grazie 🙂
Ho scoperto da poco qst tuo blog…ti ho letta tutta d'un fiato,e mi hai emozionata tanto…ti ammiro,x la tua forza,per le tue scelte,per questa tua voglia di vivere senza confini che trasmetti in ogni parola e che percepisco rigo dopo rigo!!e poi quel sorriso…il suo sorriso…me ne sono perdutamente innamorata…:)
Sono felice che in qualche modo tu sia arrivata qui e soprattutto, che tu mi abbia regalato queste parole. Quel sorriso è la parte migliore della nostra famiglia… 🙂
Grazie di cuore per avermi scritto!!
Leggendo te io ritrovo sempre un pó di me, per qualche strano motivo. Grazie per questo tuffo nella tua anima e bentornata ❤
È stupendo quello che mi hai scritto. Quando si legge, si è in qualche modo sempre alla ricerca di empatia, nel tentativo di riconoscersi nelle parole di qualcun altro.
Sono io a ringraziare te!!
Bentornata! Ci sei mancata! Non vedo l'ora di leggere tutti i tuoi racconti!
Grazie cara, ho sentito la stessa mancanza. Io non vedo l'ora di leggere il tuo, riguardo il grande matrimonio!!
Bentornata, Eva.
Ho il groppo in gola, sai? questo post mi ha rimescolato qualcosa… traspare l'energia, la vita, la voglia di scoprire e di scoprirsi. Tanta roba.
Carissima, grazie!!
Sono tutte emozioni forti, quelle che citi e metterle per iscritto non è mai semplice. Ho provato mettendoci un po' della bella confusione che sento dentro e sono felice che qualcosa sia arrivato. Un abbraccio.
Bentornata! E' sempre bello leggerti! Aspetto il seguito! Soprattutto la parte di Berlino dal momento che è la mia città preferita!
A presto! Benedetta
La mia cara Benedetta!! Mi sei mancata.
Non mancherò, promesso.
Che bello rileggerti cara.
Che bello ritrovarti!!
E' sempre un enorme piacere leggerti…ogni volta tutto d'un fiato……..a presto!!!!!
Grazie mille, anche se non leggo il tuo nome 🙂
Che bello questo post succoso, ma questo è solo l'aperitivo vero? Un grande abbraccio!
Eheh, diciamo di sì!! 🙂
Un abbraccio a te, carissima.
Stupenda Eva, anima complessa e affascinante! Che bello rileggerti di nuovo, sono curiosa di conoscere il resto delle tue avventure in giro per l'Europa! Quanto mi piacerebbe una chiacchiera dal vivo, perché credo che si, saremmo andate d'accordo noi due…per lo meno davanti ad uno spritz, che noi in Veneto siamo svezzati con Aperol e Prosecco! E poi quel bisogno di libertà che ci contraddistingue, ma solo se alla base vi è un forte legame con le radici, un posto sicuro dove saper di poter tornare. E l'amore per i viaggi che – tasto dolente – da quando sono mamma mi spaventano. Una paura che è diventata un mio limite, con il quale la mia famiglia deve convivere, ma che mi auguro di superare presto. Svelami la tua pillola per mantenerti libera e selvaggia come sei! ti abbraccio cara, con immenso affetto.
Ele tesoro!! Avrei tanto voluto trovare del tempo per noi, per incontrarci, parlare e confermare quello che entrambe sappiamo, ovvero che andremmo tanto, tantissimo d'accordo!! Ancora di più con un buonissimo Spritz davanti.
Abbiamo comprato gli ingredienti e ieri sera lo abbiamo fatto in casa. Non è ancora perfetto, credo per via dello scadente prosecco che si trova qui, ma ci siamo vicini!!
Per quanto riguarda la paura, mi piacerebbe capire meglio. Se è legata al pensiero che possa accadere qualcosa di brutto, è assolutamente comprensibile. Ma sai bene che è una paura irrazionale e tutto quello che noi dobbiamo fare è proteggerli, senza limitarli e limitarci. Le cose accadono, indipendentemente dai viaggi. Sicuramente ci sono mete più tranquille e optare per quelle è una buona idea, a mio avviso.
Tu la libertà ce l'hai dentro, non sarà difficile farla tornare fuori.
Per quanto riguarda il mio segreto, credo sia semplice da svelare. Si tratta di un bisogno che non so contenere e nonostante non ami volare, nonostante abbia anche io delle paure, il bisogno di evadere, di cambiamento, rimane più forte. Ho bisogno di portarmi all'estremo, di testare i miei limiti per capire che lo posso fare e che quando ci sono dentro, mi piace!! Viaggiare tira fuori la parte migliore di me, libera quell'energia che altrimenti rimarrebbe imprigionata, facendomi sentire in gabbia. Per assurdo, quando volo con mio figlio sono forte come un leone, non ho mai e dico mai, paura. Da sola viaggio, ma è tutta un'altra storia.
Ti abbraccio con altrettanto affetto, amica!!
E' proprio come dici tu, è una paura irrazionale legata al desiderio di protezione, come se viaggiare equivalesse a non farlo, ad esporsi a qualcosa che non posso controllare. Una paura limitante. Un limite che ho imparato a riconoscere, e dal quale mi sto lasciando condizionare. Invece dovrei fare come te, testare i miei limiti e portarmi all'estremo, il mio estremo, per superarli. Per liberare la mia energia, per non sentirmi, hai detto bene, in gabbia. Grazie di questo confronto, mi ha fatto bene. Un bacio
Bello ritrovarti cara Eva, sei mancata anche a me, ti ho cercata negli scritti e nelle foto…sei come un buon libro, coinvolgente, emozionante, alternativa, confortevole, intelligente ed alla fine affidabile!!! Aspetto di leggere dei tuoi viaggi, reali e virtuali!!! Un caro abbraccio 🙂
Io aspetto sempre di leggere i tuoi commenti. Sono così belli!!
Amo leggermi attraverso le tue descrizioni, definizioni stupende mi fanno sentire migliore di quella che probabilmente sono.
Grazie, con tutto il mio cuore. Ti abbraccio!!
Te lo meriti di essere apprezzata, la tua energia e la tua spontaneità sono un binomio meraviglioso e soprattutto, mi fanno stare bene!!! 😉
Quanto ti ho pensata! Che forte desiderio di parlare con te, chiederti consigli e sapere come stai…un abbraccio cara Eva, noi siamo sempre qui.
Mammachepazienza- lucia
Ti ho pensata spesso anche io, portandoti nel cuore e sentendomi poco in pace con la coscienza, per non essere stata presente.
Voglio sapere di voi!! Troviamo il modo di parlare, cara.
Sempre bello ritrovare i tuoi intensi racconti! E visto che anche noi siamo in Italia in questo momento, capisco ancora di più i tuoi racconti… e capisco quel "rinunciare ai viaggi alla scoperta del nuovo per ritrovare qualcosa che è familiare!": è la prima volta che facciamo questa scelta per tornare in Italia a presentare Tegolina ai nonni… ed è un viaggio ricco di tante cose diverse!
Carissima Sabina, è sempre bello ritrovare te!!
Quindi è la prima volta che tornate in patria con Teg? Chissà che festa!! Godetevi a pieno l'Italia, che è un luogo stupendo dove andare in vacanza. Aspetto i racconti…
E congratulazioni per il nuovo lavoro 🙂
Sì, è stato il nostro primo ritorno e il nostro primo scoprire dal vivo i nonni, gli zii, i cugini e gi amici di mamma di vecchia data: tante corse per incontrare tante persone diverse, ma anche tante emozioni! =)
Bentornata! Mi mancavi sai? Adesso aspetto i racconti dei Paesi in cui sei stata, così viaggio un po' anch'io.
Grazie cara!! E tu sai che ho provato la medesima mancanza?!! 🙂
Non tarderò coi racconti, promesso.
Finalmente! Sempre bello leggerti 🙂
Grazie, Tiziana!! <3
bentornata Eva! ^_^
Grazie mille!!
Ritorni in grande, con un post davvero denso ed emozionante. Bella questa cosa del cibo usato come trait d'union dei tuoi spostamenti, il cibo rimanda a sapori ed odori primordiali, che ci permettono di collocarci emozionalmente anche quando finiamo altrove, col corpo o con la mente.
E poi è successa una magia, ossia mi sono ritrovata nelle tue parole quando hai descritto come tu ti riconosca in tutti i posti che hai visitato, come se l'unico modo per sentirci parte intera fosse attraverso frammenti di noi sparsi qua e là che poi andiamo raccogliendo, riconoscendoli come nostri.
È una cosa che sento profondamente e di cui credo di aver anche scritto a modo mio qualche volta.
Ed è bello leggere un po' di sé nelle parole degli altri; è intenso, può accadere coi grandi scrittori e con le persone di una certa sensibilità sottile.
È bello ritrovarti qua.
Un abbraccio (come quel giorno di Maggio).
Questa cosa del cibo è venuta fuori naturalmente. Credo che in qualche modo abbia davvero segnato la mia vacanza, soprattutto per il fatto di aver visitato luoghi piuttosto differenti tra loro.
La magia si trova anche nei tuoi commenti, le tue parole ne sono colme, ogni volta. Te l'ho già scritto tante volte, nessuno parla dei luoghi come lo fai tu. Nessuno riesce a trasmettere, nero su bianco, emozioni che solo vivendoli certi posti si possono conoscere e riconoscere.
È bello anche ritrovare te qui, anche se ho preferito trovarti là, prima e durante quell'abbraccio.
Ti scrivo presto in privato. Mi piacerebbe ricevere le nostre foto, in ricordo di un piacevolissimo pomeriggio insieme.
Un bacio
Sei tornata 🙂
hai un modo di raccontare gli eventi che è davvero magico 🙂
Sì!!
Lo stesso che hai tu con i luoghi <3
Mi sei mancata! !!!! Però hai scritto un bellissimo post per recuperare! !!:) senti, mi ha stupito tanto scoprire che la tua città….è la stessa dove vivo io! !! A questo proposito ti volevo chiedere se ti potevo scrivere una mail! Se non ti disturbo puoi darmi il tuo indirizzo oppure se preferisci ti lascio il mio qui: giulia17@libero.it fammi sapere! !! Tanti baci! !!
Ellie tesoro, ti ho lasciato dopo poco la meravigliosa notizia e ti ritrovo con una ancora più bella, la nascita del tuo Cesare!! Sono così felice per te, per voi.
Non posso credere che siamo entrambe di Prato… Incredibile!! Ma non ci conosciamo? Scrivimi presto!!
maracuja08@gmail.com
Baci a voi!!
bentornata!
Grazie, Claudia!!
Bellissimo! Mi piace così tanto come scrivi che mi sembra davvero di pensare tutto quello che leggo. E amo viaggiare, amo lo Spritz, il Montenegro e non il ghiaccio. Sono di Pesaro, abito a Milano dopo Germania e America perché ho voluto riavvicinarmi che stavo perdendomi. Sono stata un pochino adottata da Prato ultimamente e mi piacciono così tanto i toscani. E anche i brasiliani 🙂
Ciao Federica!! Sembra proprio che abbiamo un sacco di cose in comune, noi due. Quante città nella tua vita e ne deduco, quante storie da raccontare. Il tuo blog mi aiuterà a placare la curiosità!!
Passo da indiscreta chiedendoti come mai Prato? Ad averlo saputo prima, magari ci scappava l'incontro 🙂
Che bello leggerti!
Quanto hai ragione, spesso ci ritroviamo a rinunciare a viaggiare per scoprire nuovi mondi perché vogliamo tornare in famiglia, ma quanto è bello tornare a casa e ricevere l'affetto della famiglia e rivedere i luoghi dove siamo cresciuti.
Anch'io adoro lo spritz come aperitivo, è il migliore!
È una renuncia che pesa sempre un po', ma solo fino a quando non torniamo tra le braccia delle persone amate. Ne vale sempre la pena 🙂
Alla nostra salute, allora!!
..mentre eri in uno dei tanti supermercati…un giorno ho visto tuo figlio che mi guardava. Io stavo lavorando, non sapevo che tu fossi di Prato, tuo figlio mi ha sorriso, era nel carrello con quella che immagino fosse tua madre, l'ho guardato cercando di capire chi fosse!!…Lo conosco questo bambino ma non riesco proprio a capire..ma chi è?Poi ti ho vista…e allora ho capito tutto!!! E' stato strano vederti perché seguendo la tua storia mi è sembrato di incontrare una vecchia amica!
Stavo per venire da te a salutarti, l'istinto è stato quello! Poi vabbè mi sono bloccata e che gli dico?…ho lasciato stare ma è stata davvero uno strana sensazione: conoscerti ma non conoscerti!!!
Comunque ti capisco alla perfezione, anch'io gioco fuori casa, certo mi sono trasferita di soli 400 km di distanza dai miei cari ma cerco sempre di organizzare i miei viaggi lasciando un piccolo ritaglio di giorni per la mia famiglia! Certo per te è molto più complicato…ma onore al fatto che hai abituato tuoi figlio a conoscere il mondo!!!
Io purtroppo non ho figli e non so se riuscirò mai ad averne uno…ma vedo tante coppie che si fanno mille problemi per andare a fare una semplice passeggiata a Firenze! Quando vedo la tua famiglia penso sempre che vorrei che fosse così la mia se avessi un figlio!
Ti saluto..un abbraccio! Tuo figlio è davvero bellissimo!
Che peccato!! – sono le parole che mi sono detta, ancor prima di finire di leggere questo tuo messaggio speciale. Dovevi venire a conoscermi, a farti conoscere. Mi avrebbe fatto davvero tanto, tanto piacere. Sono sempre un po' disattenta quando torno, mi sento fuori luogo e forse non sembro la persona più amichevole del mondo. Ma realmente non sarebbero servite troppe parole, è stata una mia scelta [abbastanza] consapevole, quella di mettere la mia faccia su questo blog e conseguenze belle come questa, sono graditissime.
Sarà per la prossima volta, mi guarderò meglio intorno e sorriderò anche io. Mio figlio lo fa molto più di me!!
Sono entrata nel tuo blog e ho letto qualcosa di te. Ellie ha suggerito anche a me lo stesso gine, sembra sia davvero in gamba. Nel mio caso, non essendo apparentemente un problema femminile, non so se potrebbe portare dei risultati. Magari la prossima volta che torno, se la situazione non dovesse essere cambiata, una visita ce la faccio!!
Spero che nel tuo caso possa essere decisivo, come lo è stato per Ellie. Magari quando ci conosceremo, le cose saranno diverse per entrambe… magari!! 🙂
Grazie per avermi scritto, grazie di cuore e non perdiamoci "di vista"!!
Ti abbraccio.
Che regalo rileggerti..! Bentornata!
Il regalo sono i commenti come questo!!
Grazie 🙂
Finalmente trovo un attimo di tempo (lavoro da un commercialista, quindi puoi immaginare il periodo..) per divorare i tuoi due ultimi post. Ti ho seguita su instagram, ma qua ovviamente è tutta un'altra storia. Ciao bellissimi voi… un abbraccio!
Alice cara. Mi vergogno per non aver ancora trovato il tempo di scriverti.
Ripenso spesso alle tue parole, così simili alle mie. Ci sono tante cose che ho voglia di dirti…
Ti abbraccio forte per ora, con vero affetto!!
Eva, tu con il tuo blog hai già fatto tanto, e fai ancora tanto. Ti scriverò io appena avrò esigenza di raccontarti, perché l'ultima non ti ho scritto per avere una risposta, lo sai questo.. ti ho scritto per condividere, per ridarti indietro un granellino di quello che dai tu. Un abbraccio grandissimo anche a voi! 🙂
Cara Eva,
è un sollievo leggere che stai meglio e che è tornato il sorriso sul tuo viso. L'orologio biologico corre come al solito, ma io e mio marito abbiamo deciso da parecchio tempo di chiudere con la PMA. L'orologio adottivo corre per noi da un anno e mezzo, e speriamo che presto scatti l'ora per noi per diventare genitori. Penso di aver superato il trauma di non avere una gravidanza e un figlio biologico. Sono in dolce attesa di un figlio adottivo e mi sento fortunata.
Un grande abbraccio a tutti e 3 per il vostro grandioso anniversario!
Claudia, carissima!!
È un sollievo anche per me leggere le tue parole. Giungere ad una consapevole scelta, è qualcosa che richiede tempo, testa e tanto cuore. La tua oltretutto, è una decisione che io non posso che approvare e comprendere, visto che è la stessa che a suo tempo ho preso io e che mi ha reso una mamma e donna felice.
Io l'altra strada però, ancora non l'ho lasciata… spero di parlarne presto.
Ti abbraccio forte, con la speranza che l'attesa per voi sia breve. Tienimi aggiornata!!
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Che bel post ricco di colori, sapori , emozioni!
L'ho letto due volte di seguito per riuscire ad elaborare tutte le informazioni che ci hai racchiuso !
… È forse ora lo rileggo un'altra volta