Viaggiare con i bambini piccoli è possibile, anche quando si tratta di lunghe distanze. Il suo essere fattibile però, non significa che sia sempre facile. Ci sono vari aspetti da tenere in considerazione, in primis la personalità unica che contraddistingue ogni bambino ed anche le ovvie differenze tra due fratelli. I miei figli si somigliano sotto tanti aspetti, così come in altrettanti si distinguono. Se con NE infatti tutto risulta semplice, con NF la stessa cosa diventa un’incognita. Dal suo ingresso nel mondo, la mia piccola conta quindici voli all’attivo, compresa l’ultima e recente traversata oceanica che l’ha vista in volo per undici ore dall’Australia al Sudafrica, ulteriori dieci ore per arrivare in Brasile ed altre due per arrivare a casa, nello stato di Bahia. Credo quindi di avere elementi sufficienti per raccontare la nostra – direi bella – esperienza.
Il nostro ultimo viaggio è durato poco più di tre settimane e tre sono i continenti che abbiamo toccato. Delle mete visitate – Sudafrica e Australia – racconterò in separata sede, partendo invece dal viaggio in quanto spostamento fisico e da come lo abbiamo affrontato noi, famiglia di quattro. Nei giorni di viaggio abbiamo preso innumerevoli aerei, ma anche barche, treni, metro, autobus, navette, tram, taxi e auto con la giuda rigorosamente a destra. Non ci siamo fatti mancare nulla, stanchezza compresa e siamo tornati a casa non solo vivi e vegeti, ma anche felici ed in possesso di un bagaglio interiore carico di meraviglia. Quello esteriore, ovvero le nostre valige, ancora non ho avuto il coraggio di sistemarlo del tutto. Le valige aperte rappresentano un limbo nel quale è comodo stare per un po’, come a prolungare la sensazione di viaggio e rimandare quella di nostalgia.
Ho deciso di sintetizzare in 10 punti quello che in realtà solo l’esperienza insegna, tenendo conto delle eccezioni e ricordando che pur funzionando una volta, potrebbe non funzionare una seconda. Anche con lo stesso bambino, in due occasioni diverse. Gli stessi punti, più in basso, li analizzerò in base alla mia – direi freschissima ed ovviamente opinabile – esperienza personale.
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La filosofia, l’unico modo per prendere un viaggio – soprattutto su lunga distanza – in presenza di bambini. Piccoli, in particolar modo. Aspettarsi il peggio per sorprendersi piacevolmente del meglio può essere una tattica. Per le più intraprendenti la costante positività rimane l’arma migliore, così come la calma Zen.
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Prenotare voli aerei di lunga durata in orari che comprendano la notte, quando possibile. Farsi posizionare nelle file di fronte alle paratie, dove generalmente si trova l’uscita di sicurezza, in modo da poter prenotare ed usufruire del baby bassinet – ovvero il lettino che viene fornito in volo – benché dopo i sei mesi di età la maggior parte delle compagnie aeree facciano questione sull’uso dello stesso per via della capacità del bambino di alzarsi da solo e della possibilità di cadere.
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Munirsi di materiale ed idee per intrattenere i bambini. Colori per disegnare, piccoli giocattoli ed anche mezzi tecnologici – per i genitori a favore – quali Ipad e simili.
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Portare qualcosa da mangiare che sia di gradimento ai bambini. Nel caso dei piccoli sotto ai due anni, perché non sempre viene fornito – anche quando sollecitato – e perché noi mamme siamo difficili da accontentare. Nel caso dei bambini con diritto al pasto, perché non sempre viene proposto un piatto adeguato ai gusti e all’età.
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Portare almeno un cambio di abiti, adulti compresi. È statisticamente provato che in caso contrario, qualcosa di spiacevole accadrà.
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Quando si vola con un neonato è buona regola farlo attaccare al seno durante decollo e atterraggio, per evitare sbalzi di pressione ed eventuali conseguenti fastidi alle orecchie. In alternativa, vanno bene biberon e ciuccio.
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Munirsi di passeggino, fascia o marsupio. Viaggiare e visitare città è stancante per i bambini, ma anche per gli adulti che devono prendersene cura.
[Museo dell’Apartheid – Johannesburg] -
Scegliere la sistemazione più adatta alle nostre esigenze ed a quelle dei nostri figli. Hotel, appartamento, villaggio o quello che riteniamo migliore per soddisfare i bisogni e non deludere le aspettative.
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Meno bagagli possibile (ignorate la foto qui sotto!!!) ma senza dimenticare il necessario, che in caso di uno o più figli diventa un necessario pieno di cose anche inutili. Per precauzione, si intende.
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Attenzione ed informazione per quanto riguarda i documenti necessari per viaggiare, eventuali visti e vaccini in base alle richieste del paese di destinazione finale.
Quelli elencati sono per me i punti più importanti, gli stessi che qui sotto affronto da un punto di vista personale. Ovvero, qual è il nostro modo di andare a spasso per il mondo.
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Non ci penso su due volte. Instintiva di carattere, fisso il viaggio ed incrocio virtualmente le dita. Da sempre non amo particolarmente volare, ma spesso mi capita di pensare a quanto ero sciocca a preoccuparmi durante i voli quando ancora non ero mamma, a quante volte non mi sono goduta il viaggio adesso che non posso sempre farlo a meno che i bambini dormano. L’arrivo di NE tuttavia, a suo tempo ha funzionato da amuleto e la mia paura è andata scemando nel tempo. Fatta eccezione per il recente volo di ritorno, nella tratta Perth – Johannesburg, nel quale dopo un decollo da panico e ore di forti turbolenze ho pregato tutti i santi e fatto ben due fioretti.
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Mio figlio è un angelo, potrei volare con lui all’infinito ed a qualsiasi ora. Mia figlia è completamente un’altra storia per cui volare di notte diventa necessario, perché sebbene non assicuri la pace ne aumenta la probabilità. L’ora della nanna si è dunque rivelata la migliore da trascorrere tra le nuvole. Noi ci siamo fatti anche dare – su ogni tratta lunga – il lettino aereo che è risultato utile nella maggior parte dei casi, nonostante NF ci stesse effettivamente piuttosto stretta.
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NF quando sveglia non riesce a stare ferma e trovandoci in un abitacolo di pochi metri, obbligati a stare seduti su dei seggiolini spesso molto scomodi, la questione diventa complicata. Il suo passatempo preferito quando sveglia sono stati i gridolini (si accettano consigli su come far smettere di urlare un – quasi non più – neonato!!!), stare in piedi su di me e sorridere facendo cucù a tutti i passeggeri. Lei oltretutto non gioca con lo stesso oggetto più di alcuni minuti, non sta seduta né tantomeno sdraiata – posizione odiata fin dai primi giorni di vita – e non guarda cartoni animati. Noi come genitori, o più precisamente io come mamma, cerco di limitare i tempi davanti ad uno schermo, ma sono anche una mamma che per sopravvivere cede a mezzi alternativi. Quindi Sì all’Ipad che però è ancora No per mia figlia, il che ci riporta al punto 2: viaggiare la notte quando possibile!!!
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Le pappe pronte non mi piacciono, sono io che cucino ai miei figli o mio marito. Nei viaggi brevi riesco a mettere via alcune porzioni di pappa precedentemente preparata evitando alcuni alimenti che secondo me non sono adatti al trasporto quando già cotti, tipo la pasta. Porto via anche qualche porzione di frutta semplice da mangiare, come la banana e del pane, l’unico alimento che NF mangia da sola senza sporcare troppo. Quando si parla però di viaggi che durano giorni o di spostamenti tra varie città che non permettono l’uso di una cucina o del tempo necessario da trascorrerci dentro, la cosa si complica ed è quasi inevitabile cedere ad omogeneizzati e pappe pronte. Mia figlia non le gradisce molto, in particolare quelle australiane dal sapore che ricorda il sugo di pomodoro pronto un po’ inacidito con origano in eccesso, benché gli ingredienti siano tutt’altri. Nel caso di NE – che mangia praticamente tutto – la difficoltà l’abbiamo avuta nel trovare esclusivamente pasti molto piccanti, nonostante ci fossero due alternative. Risparmio la polemica e semplifico dicendo che è sempre buona abiudine portare un panino o qualcosa di pratico anche perché non so i vostri figli di cinque anni, ma il mio non è ancora così abile nel mangiare carne da tagliare, riso e verdure piene di sugo su un tavolino di trenta centimetri su un mezzo che spesso balla, il tutto senza fare danni o sporcarsi!!!
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A proposito di sporcarsi… Io porto sempre un cambio per NE, più di uno per NF. Sembra incredibile, ma le uniche volte in cui mi sono trovata a dover cambiare di abito ai miei figli sono le stesse in cui mi ero dimenticata il cambio. Una volta, ad esempio, NE si sentì male prima di un volo e sporcò tutto quello indossava. Calzini, scarpe e me – che lo tenevo in braccio – compresa. Lui il cambio lo aveva, io in Italia invece ci sono arrivata con la stessa roba ed un odore decisamente poco gradevole addosso. Da allora spesso includo un cambio anche per me, d’altronde l’esperienza serve da insegnamento.
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Le nostre partenze ed i nostri atterraggi mi vedono sempre con NF attaccata al seno, per i motivi sopracitati e perché il seno rappresenta per lei l’unico calmante e al bisogno noi ne approfittiamo, per non dire abusiamo. Tutte le regole che cerco di mantenere nella routine casalinga si annullano in viaggio. Ancora una volta sopravvivenza resta la parola d’ordine.
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In questo viaggio sono partita avvantaggiata essendo che mia sorella ha provveduto a farmi trovare a casa sua, in quel di Perth, tutto il necessario. Per necessario intendo lettino con corredo, seggiolone per la pappa, seggiolino per auto, passeggino e tanti, tantissimi giochi stupendi. Informarsi su come affittare alcune cose utili, quando la meta lo consente, è certamente una comodità. In ogni caso non avremmo portato il passeggino, non lo portiamo mai perché in viaggio – così come anche nella vita di tutti i giorni – ci pare un ingombro più che un aiuto anche se non nego di pentirmene, di tanto in tanto, quando le braccia cominciano a cedere. Una validissima alternativa l’ho trovata nella fascia, sebbene la nostra fosse un’elastica e per il peso di NF sarebbe stato certamente meglio possedere una rigida, che spero di acquistare presto. Ha comunque fatto il suo servizio ed è stato bellissimo vivere tutta questa esperienza cuore a cuore. A fine viaggio abbiamo acquistato anche un marsupio, il BabyBjörn We. Ci è piaciuto soprattutto per il tessuto traspirante, ideale per le nostre temperature tropicali.
[The Rocks – Sydney] -
Non siamo mai stati ospiti di un villaggio da quando siamo genitori, raramente in hotel. La nostra scelta cade sempre su appartamenti o case in affitto. Ci piace costruire anche in giro per il mondo una sorta di familiarità con l’ambiente, ci piace l’autonomia che solo l’abitazione concede, ci piace avere una cucina a disposizione per poter cucinare ai nostri figli quando necessario e ci piace anche l’idea di abitare un luogo già pieno di vita come solo una casa sa essere, sebbene non sia la nostra. E sebbene questa sia una scelta assolutamente personale, ci tengo a precisare che – a differenza di quanto si possa pensare – affittare una casa non è necessariamento più caro che prenotare una camera di hotel!!!
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Portare il necessario. Quando il viaggio lo si faceva in coppia il necessario erano i documenti e un po’ di soldi per sopravvivere ovunque nel mondo. Adesso che il viaggio comprende due figli tutto è diventato necessario, anche quello che in realtà non lo è ma che all’occorrenza potrebbe esserlo. Le infinite incognite rendono indispensabile anche il futile. Nello specifico di questo viaggio, la difficoltà più grande è stata scegliere per tutti noi un abbigliamento adatto ad un clima caldo che sarebbe potuto diventare – benché non sia stato così – anche molto freddo. Accade soprattutto quando, come abbiamo fatto noi, si intendono toccare diverse città distanti tra loro. Erano anni che non facevo una valigia con abiti pesanti ed onestamente da quando abito in riva al mare gli abiti hanno perso la mia attenzione. Le cose che cerco di non scordare mai quindi riguardano quindi alimentazione e idratazione, il cambio con tanti – tantissimi – pannolini per NF e qualcosa per coprirli, perché sono un po’ fissata col freddo. Quante volte l’ho detto che sono un animale tropicale?!! Ah, non dimentico mai un kit di pronto soccorso e farmaci, così come la crema solare!!!
- Per entrambi i miei figli abbiamo fatto il passaporto brasiliano prima della carta d’identità – chiamato RG, ovvero Registro Geral. In realtà NF ha fatto prima anche il secondo passaporto, quello italiano, essendo che il documento d’identità ancora non ce l’ha. Per quanto riguarda i documenti, con NE la burocrazia legata all’adozione ci ha obbligato a tempi lunghi, con NF invece è stato tutto più snello. Nel caso specifico del Brasile, i miei figli per uscire dal paese devono presentare il passaporto brasiliano – quello italiano solo nel caso in cui il primo fosse scaduto – oltre ai certificati di nascita. Per entrare in Sudafrica e poi in Australia abbiamo invece usato quelli italiani, così da avere tutti la stessa nazionalità. È stato necessario anche il certificato INTERNAZIONALE di vaccinazione contro la febbre gialla. Scrivo internazionale maiuscolo, visto che noi ci siamo presentati con quello rilasciatoci dall’ente pubblico dove ci è stata somministrata la dose e per ignoranza abbiamo quasi rischiato di perdere il volo. Poi, nel caso specifico dell’Australia come meta finale, serve il visto che se in possesso di passaporto italiano – per i brasiliani la questione visti esteri è sempre più complessa – è facilmente attuabile attraverso specifici siti internet. A noi lo ha fatto mia sorella.
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[Metro – Johannesburg] |
Un punto extra riguarda il fuso orario, ovvero il tanto temuto jet lag. Noi siamo arrivati a toccare, -quando in Sydney – ben tredici ore di fuso. Più di mezza giornata è roba da far girare la testa a chiunque, figurarsi ad un bambino. Io personalmente non ne risento molto, i miei figli un po’ di più. NE è comunque riuscito a dormire una volta arrivati a destinazione ed anche NF, dopo una prima notte più agitata. Il mio metodo consiste semplicemente nel conformarsi da subito agli orari e alle abitudini del paese di destinazione finale, assecondando il nuovo orario. Si mangia nelle ore prestabilite e si va a letto di notte, indipendentemente dal sonno che il nostro corpo percepisce. Con noi ha funzionato ed è tutto quello che so. Il ritorno è stato più complicato invece e lo scrivo dopo alcune notti quasi insonni per NF ed ovviamente per noi genitori. Cade in sonni profondi col sole e si sveglia quando è ancora buio, senza riuscire a dormire più. Ogni giorno però va meglio, conto in poco tempo di ritrovare il giusto ritmo.
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[Tram – Melbourne] |
Riassumendo, cerco di essere una mamma con dei principi ma sono soprattutto una mamma pratica. Non intendo rinunciare a niente, viaggi lunghi compresi, convinta di portare beneficio anche ai miei figli che, per quanto piccoli, hanno giovato di questa avventura. Hanno fatto un salto di crescita incredibile, come nessuna scuola o routine avrebbe saputo fare. Il mondo intorno affascina anche i neonati, l’avventura è un dono prezioso per i bambini. Ho visto nuova luce negli occhi di NE, che continua a chiedermi di tornare a casa della zia e che non smette di parlare del viaggio impaziente del prossimo, quello che ha come destinazione la mia Italia. Ho visto l’allegria e la curiosità negli occhi di NF, che non ricorderà se non attraverso le foto ma che ha certamente goduto dell’incontro con la famiglia e delle curiosità che le sono state presentate in giro per questi incredibili paesi. Gli stessi che non vedo l’ora di raccontare qui sul blog, con allegate tante fotografie.
Viaggiare è – dopo i miei figli – la cosa che più amo fare in assoluto. Viaggiare con la mia famiglia scelta verso la mia famiglia d’origine è stato un viaggio nel viaggio, un’esperienza totalizzante. E adesso devo solo fare i conti con la saudade, ricordandomi sempre che non esisterebbe nostalgia senza qualcosa da amare e che se i nostri incontri non fossero sporadici, non sarebbero nemmeno così preziosi.
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[Libreria di viaggi – Fremantle] |
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[Bondi Beach Sea Wall] |
“Dal momento in cui sa camminare, il bambino sa viaggiare.”
– Anonimo
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Eva… leggo il tuo blog e mi meraviglio. Sei proprio il tipo di mamma che vorrei essere io! Utilissimi i tuoi consigli di viaggio, che spero di mettere in pratica presto. Pensa a un anno fa dov'eri, ancora dovevi conoscere il viso di NF, e qualche mese dopo ecco che vi regalate un pezzetto di mondo… con affetto, Dil
Sai che ho pensato spesso al modo in cui il tempo cambia le cose, a come tutto scorre. D'altronde è la vita stessa ad essere il nostro primo grande viaggio!!!
Grazie mille per il bel complimento! Con altrettanto affetto ti abbraccio.
Bellissimo viaggio e bellissimi voi ♥
Grazie, mia cara <3
Ecco mi mancavi! 🙂 che bravi che siete, mi sembra che ve la caviate alla grande! !! Noi siamo grandi viaggiatori in treno per andare dai miei a Roma, ma non abbiamo fatto molto di più tranne un volo brevissimo di un'ora e mezza l'anno scorso. ..vedremo per quest'estate, anche se ancora non abbiamo organizzato niente e mi sento un po stanca e senza energie. ..ma spero di trovarle e pensare delle belle vacanze! !! 🙂
I viaggi sono viaggi, che siano di breve o lunga durata 🙂 Sai che qui in Brasile i treni sono quasi inesistenti?!! Spero che la stanchezza passi presto, programmare delle belle vacanze può essere di grande aiuto!!!
Un grande abbraccio.
Tutti consigli validissimi. L'unica cosa, io non ho rinunciato al passeggino leggero da portare anche in stiva, non ho mai usato né fascia né marsupi perché sulle spalle avevamo già gli zaini, perché noi viaggiamo decisamente leggeri, uno zaino a testa oggi che miciomao è grande, quando era piccolo uno zaino per uno, escluso il piccolo ,ovviamente, le sue cose nel mio zaino con le mie cose ridotte all'osso, più borsa x baby food.
Nel tuo caso il passeggino diventa davvero indispensabile. Ti ammiro molto per la capacità di viaggiare leggeri, zaino in spalla. Con NE più grandino avevo cominciato a ridurre al minimo le nostre cose, ma poi NF ha sconvolto tutto di nuovo! Diciamo però che quando la meta è estiva me la cavo meglio… 🙂
Cara, anche noi siamo una famiglia sempre in transito, ma tu mi sconvolgi con questo post perfetto, razionale e in perfetto italiano. Senza traccia di Jet-lag, sbrodoli di latte o "orecchie" stropicciate negli angoli delle pagine. Quando i miei bimbi erano piccoli come i tuoi (adesso vanno a zonzo per il mondo da soli!) tenevo un diario in cui annotavo appunti simili a quelli che esponi tu in questo post, ma erano su pagine spiegazzate, pieni di abbreviazioni e sembravano scritti da una gallina. Cieca. In cirillico. Solo molti anni dopo quando il caos si è parzialmente placato ho potuto scrivermi e mettere tutto in ordine, pensieri e ricordi. E ne ho fatto un libro! Questo è il link, l'ho pubblicato da poco su Amazon
https://www.amazon.com/s/ref=nb_sb_noss_2?url=search-alias%3Daps&field-keywords=annamaria+imberti
Tutti i proventi dalle vendite del libro vanno su un fondo a favore dell'educazione delle bambine nei paesi più poveri.
Have fun!
Uno dei motivi per cui amo tanto scrivere – benché il mio italiano non sia sempre perfetto, soprattutto da quando parlo quotidianamente una seconda lingua! – è proprio il fatto di riuscire a mettere in ordine i pensieri. La mia mente è spesso confusa e sempre in corsa, ma quando metto tutto nero su bianco ecco che ogni cosa torna al suo posto. Ogni esperienza vissuta, soprattutto quelle più importanti, sono risultate più semplici una volta raccontate qui.
Corro subito a dare un'occhiata al tuo libro, che intendo leggere al più presto. Hai realizzato uno dei miei più grandi sogni… Bravissima!!! E bellissima la tua decisione di devolvere i proventi per una causa così nobile.
Sono felicissima che tu mi abbia scritto, grazie!
Cara Eva, hai detto bene, anch'io metto in ordine i pensieri quando scrivo, fino a quando non ho scritto la storia della mia famiglia in giro per il mondo, mi sembrava tutto uno zig zag in affanno, mentre rileggerla nero su bianco ne rivela chiaramente il senso e il filo conduttore, che però non ti svelo, eh? Lo scoprirai leggendo… un abbraccio!
<3
come mi sei mancata Eva! Sono felice che la tua assenza fosse dovuta a un viaggio così meraviglioso!
Ciao, mia cara!
Spero di riuscire a raccontare presto questo nostro incredibile viaggio!!!
che belli che siete!comunque mia figlia è come la tua, faceva sempre cucù 🙂
Grazie mille!!!
Ecco, questo mi rincuora… 🙂